Voto: 
5.0 / 10
Autore: 
Dead
Genere: 
Etichetta: 
Polygram
Anno: 
1981
Line-Up: 

- Bernard Bonvoisin - voce

- Norbert Krief - chitarre

- Yves Brusco - basso

- Nicko McBrian - batteria




Tracklist: 

1. La Grande Illusion

2. Le Sauvage

3. Rèpression

4. La Junte

5. Misere

6. Les Brutes

7. Certitude...Solitude

8. Marche ou Crève

9. Les templiers

10. Ton Dernier Acte

Trust

Marche ou Crève

I Trust sono senza dubbio la più famosa band Hard Rock della Francia, un pò come i Litfiba lo sono per l'Italia.
Questo quartetto si forma nel lontano 1976 a Nanterre, ed ancora oggi dopo tanti anni la band è attiva. Celebre per aver sempre scritto le proprie canzoni in lingua madre, dopo alcuni demo e singoli debutta nel 1979 con L'Elite, album che spianerà la strada al combo transalpino.
E cosi dopo un acclamato Repression che probabilmente è il loro maggiore successo, esce nel 1981 quest'altro piccolo successo, tale Marche ou Crève di cui fu un anno dopo pubblicata anche una versione esclusivamente in inglese dal titolo Savage.
Molti sono stati i cambi di line up di questo gruppo che, nei primi anni 80 godette della massima forma espressiva grazie ad una valida schiera di musicisti.
I più conosceranno questa band e questo album soprattutto perchè dietro le pelli siedeva un certo Nicko McBrian che due anni dopo avrebbe abbandonato perché chiamato da Mr. Steve Harris in persona a rimpiazzare negli Iron Maiden il defezionario Clive Burr che a sua volta come una sorta di scambio andò a suonare sul quinto lavoro in studio della band, ovvero Man's Trap targato 1984.
Ma in questo disco il nostro batterista più burlone non preme troppo l'acceleratore e per le sue migliori prestazioni dovremmo aspettare ancora qualche anno...

Frenato sicuramente da una registrazione non certo cristallina e che grava soprattutto sulle chitarre che qui si mostrano davvero troppo poco aggressive, l'album è un dieci pezzi di hard rock come allora si suonava, impreziosito da qualche buon fraseggio di chitarra tipico della NWOBHM, e da qualche momento più tirato e quindi più tipicamente Heavy Metal.
La sezione ritmica è precisa ed il songwriting in generale è sufficentemente originale (anche se a lungo andare tende proprio ad annoiare), e ci regala qua e la qualche piacevole momento di sano rock anni 80. Anche la voce pur non essendo affatto tecnica è decisa e rabbiosa quanto basta, ma di sicuro a spiccare più di tutti è Norbert Krief che propone dei buoni riffs e intrecci, ma come precendentemente accennato, messo in ombra da una registrazione poco incisiva e ruvida.
La band, che ha sempre trattato temi politici, ha avuto il suo splendore nei primi anni 80 e questo album è probabilmente il culmine di quel piccolo successo a cui la band francese andò in contro al tempo, ma la scelta di cantare in lingua madre, se da una parte coraggiosa, secondo il mio parere ha notevolmente abbassato l'interesse dei metal kids verso questa band che infatti non è mai riuscita a spiccare il volo, e che sebbene la fama non è mai realmente riuscita ad incidere un grande album.

Per quanto le canzoni siano orecchiabili e strutturate benino, il cantato transalpino risulta essere senza mezzi termini tediosissimo e praticamente funge da "anti aggressività", causa il suo inconfondibile intercalare dolce e melodioso.
Per quanto il buon Bernard con passione tenti di sputare tutta la sua rabbia, il cantato incatenato dalla sua stessa essenza non riesce a graffiare quanto dovrebbe, e questo dispiace perchè in fondo la prova del singer si attesta anche su buoni livelli.
Un album quindi che conserva dei spunti interessanti ma anche molte cadute di tono...
Ad ogni modo non proprio tutto è da buttare, e infatti dopo un inizio sostenuto ma melodico dai rimandi fortemente Aor Rock (La Grand Illusion), ci imbattiamo nella seconda Le Sauvage che a metà canzone ci regala un fraseggio davvero bellissimo di Maiden-iana memoria.
Anche la quarta traccia, La Junte, sul finire ci regala dei bei momenti di chitarra puramente Hard'n'Heavy, mentre nella title track troviamo la migliore prestazione di batteria del lotto, anche se è nella settima posizionata che troviamo la canzone meglio riuscita del disco, Certitude...Solitude, con un break molto veloce, ed un ritornello incalzante e di grande impatto.
Assolutamente da dimenticare invece le conclusive Ton Dernier Acte e Les Templiers, risultando momenti che davvero rasentano la noia più totale.
Meglio riuscite ma comunque fin troppo mediocri le statiche Repression, Les Brutes e Misere.

I quattro musicisti ce l'hanno messa davvero tutta e il disco nei suoi tre quarti d'ora di durata tra alti e bassi come abbiamo visto ci dona anche qualche interessante momento, ma ci rimane comunque una grande amarezza perchè questo Marche ou Creve con una registrazione più professionale, una maggiore accortezza negli arrangiamenti e una maggiore varietà avrebbe potuto sicuramente ambire a qualcosa di più alto.
Davvero troppo grava infine il fattore più determinante, ovvero il cantato in francese che come visto in precedenza ha fortemente frenato il tiro di questa opera che altrimenti sarebbe potuta esser maggiormente interessante.
La band non a caso in seguito non ebbe modo di evolversi quanto dovuto, e col passare del tempo e delle mode inevitabilmente cadde per un periodo nel buio.
Attualmente dopo un rilascio di un Dvd live nel 2002, si è riunita nell'estate del 2006 per un concerto, ma sapere che questo album è addirittura uno dei suoi masterpiece ci delude moltissimo.


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