Voto: 
9.0 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Thrill Jockey
Anno: 
1996
Line-Up: 

- Dough McCombs - Basso
- John McEntire - Tastiere, Batteria
- David Pajo - Chitarra
- Dan Bitney - Percussioni
- John Herndon - Batteria, Tastiere Vibrafono
- Jeff Parker - Chitarra

Tracklist: 

1. Djed
2. Glass Museum
3. A Survey
4. The Taut And Tame
5. Dear Grandma and Grandpa
6. Along The Banks Of River

Tortoise

Millions Now Living Will Never Die

Tortoise, un nome già di per sè enigmatico, ancor più misterioso se lo si associa alla storica band nata dalle officine di Chicago agli inizi dei '90. Il gruppo statunitense, guidato dalle eclettiche menti di Dough McCombs e John McEntire, ha rappresentato (e rappresenta tutt'ora) uno dei cardini dell'avanguardia musicale dell'ultima decade, grazie alla notevole e, direi, inimitabile capacità di fondere le radici di un "non rock" (più precisamente inteso come una minimalista scarnificazione del progressive) con le più strampalate sperimentazioni elettroniche, supportate eccellentemente da ritmiche jazz che conferiscono alla musica del combo americano un'originalità che ha saputo sconvolgere il mondo del rock, privandolo della sua struttura portante e frammentando le sue linee in particelle sonore fluttuanti in un nuovo spazio bianco nel quale mai nessuno aveva mai osato entrare. I colori con cui i musicisti americani stupiscono la nostra mente si fondono in amorfi schizzi musicali provenienti da quella tavolozza che il "pittor" Tortoise ha saputo utilizzare con equilibrio e con quel tocco di pazzia che ha compiuto una rivoluzione nel modo di intendere il rock e il suo mero significato.
Esempio della grande innovazione che i Tortoise hanno portato nella musica degli anni '90 è sicuramente il gioiellino datato 1996 che porta il nome di Millions Now Living Will Never Die, una pietra miliare del post rock non solo per la sua bellezza interiore, ma anche per la recondita importanza che esso ha, in quanto è proprio quest'opera una delle principali fonti che han dato nascita al controverso post rock, nonostante quello attuale si sia evoluto attraverso fasi meno sperimentali rispetto alle sponde stilistiche d'avanguardia che i Tortoise hanno toccato con la propria musica.

Basta infatti mettere su una canzone (meravigliosa) come Glass Museum per andare a riscoprire le origini delle strutture portanti del post rock attuale; sono infatti sfumati arpeggi di chitarra a delineare i tratti di questo brano che scorre via come una goccia d'acqua su un vetro per le sue atmosfere psichedeliche e il suo elegante tocco melodico che conferisce alla canzone una bellezza eterea ed irrangiungibile. Col passare dei secondi il brano cambia velocemente volto, presentandosi dapprima attraverso toni sfumati e leggeri per poi raggruppare il suo flusso in maniera più furiosa e ritmicamente esaltata, mettendoci davanti agli occhi un'eccezionale prova timbrica e stilistica che pone Glass Museum come una delle più belle canzoni mai scritte in ambito post rock.
Altro capitolo indubbiamente da non perdere è il colosso Djed, monumentale brano di 21 minuti in cui l'ascoltatore assiste impassibile (e non potrebbe accadere diversamente) ad un folle esperimento strumentale in cui la follia e la ricercatezza stilistica si fondono senza lasciar colare nemmeno una goccia di questa bellezza più unica che rara. Le tastiere tessono linee melodiche intervallate da precisi inserti elettronici che col passare del tempo straziano la struttura ritmica per impossessarsi completamente della canzone, conferendole toni schizofrenici e bizzarri espressi da un intreccio strumentale che si propaga perfettamente senza sosta per tutto l'arco del brano.
E se volete qualcosa di diverso dalle strampalate sperimentazioni elettroniche della sopracitata Djed allora ci pensa la funerea Along The Banks Of River a trasportare l'ascoltatore in paesaggi più quieti, grazie al suo raffinato stile che lega pacate melodie ad una trasparente e sottile batteria di stampo puramente jazzistico che accompagna elegantemente le strazianti note che rendono questo un importante episodio all'interno del disco. E così si giunge all'ennesimo mutamento di Millions Now Living Will Never Die dato dalla dinamica The Taut And Tame, esperimento strumentale di pregevole fattura che vede un movimentato alternarsi di fraseggi di basso e chitarra, sapientemente costruiti su una base di batteria che diluisce la canzone con la sua dinamicità, caratteristica che mancherà invece in Dear Grandma And Grandpa come anche in A Survey, brani in cui a dominare la composizione sono riff atmosferici per solo basso e tape loops, strumenti che daranno al disco sembianze molto ambient e capaci di riportare la nostra mente alla vera realtà, basti pensare al costante sottofondo di A Survey che da tanto l'impressione di una quieta visione notturna.

Le sperimentazioni avantgardistiche e la sapientemente gestita ricerca stilistica ha permesso ai Tortoise di plasmare un disco unico nel suo genere, capace di scavalcare le solite barriere del rock proponendo una nuova musica originale e unica in tutte le sue sfumature, sia timbriche che ritmiche. L'esperimento di cui McEntire & Co. sono stati i fautori è una fondamentale testimonianza di rivoluzione all'interno del rock, dato che la band di Chicago ha ampliato orizzonti stilistici e barriere sonore per colpire con quella musica a cui bisognerebbe attribuire grande importanza soprattutto per il fatto che è grazie a dischi come questi che la musica ha saputo rinnovarsi ed evolversi. Per cui bisogna pensare che gran parte dei gruppi che oggi occupano posti di rilievo negli ambienti post/avant rock, sono in parte debitori a coloro che per primi si spinsero oltre i confini del tempo e del suono. Millions Now Living Will Never Die è per questo un capolavoro da non perdere assolutamente, anche per far risalire le quotazioni di una band che ultimamente ha perso brio e creatività (l'allusione a It's All Around You e agli ultimi tre lavori è evidente), nonostante sia ancora tra le "madri" di quello che oggi in molti chiamano post rock.


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