Voto: 
7.8 / 10
Autore: 
Andrea Rubini
Genere: 
Etichetta: 
Spinefarm/Audioglobe
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Jape Peratalo - voce
- Antza Talala - chitarra
- Joonas Koto - chitarra
- Josey Strandman - basso
- Santtu Lonka - batteria

Tracklist: 

1. Intro - Sorrow
2. Wicked Circle
3. Guilt Ridden State
4. Like Never Before
5. Under A Velvet Sky
6. Scar Diary
7. New Heaven
8. The Quiet Room
9. Liquid Lies
10. (I Just) Want You
11. Sorrow Remains

To/Die/For

Wounds Wide Open

C'era una volta una band chiamata Mary-Ann, che dopo varie vicessitudini, ed il cambiamento di label, prese il nome di To/Die/For, tralasciando appositamente la parola "Love" dal proprio logo. Debuttano nel 1999 con All Eternity sotto Spinefarm, e all'interno della released é presente una canzone intitolata Mary-Ann (RIP), come a sancire la fine del vecchio corso e l'inizio del nuovo.
La Finlandia é prolifica di gothic metal band, capitanate da HIM e Sentenced, ormai "deceduti". E sono proprio queste due che influenzano i nostri. Influenzano solo, perché i To/Die/For hanno saputo crearsi il loro spazio, il proprio sound, i propri fan.
Ecco dunque che nel corso degli album il sound viene pian piano plasmato, arrivando a questo ultimo Wounds Wide Open, quinto capitolo del combo finnico.

I ragazzi ci guidano attraverso un viaggio di pena ed afflizione, sensazioni che vedremo rimarranno una costante, e che non troveranno mai ne risposta ne una fine, come ci spiegano l'opener e l'outro, intitolate rispettivamente Sorrow e Sorrow Remains. Delicato pianoforte con archi fanno da sottofondo ad un narratore che senza mezze misure dichiara "Sorrow will find you...", prima che si venga travolti dalla vera prima canzone Wicked Circle, brano molto rock, dalle ottime orchestrazioni e dagli azzeccati cori femminili che si contrappongono ai riff di chitarre ed ai pronunciati tocchi del basso. Siamo all'interno di un panorama gothic, ma suonato con tiro, verve, come dimostrano i pronunciati assoli di chitarra e le metriche molto coinvolgenti, a tratti ballabili. Non c'é solo placida atmosfera di dimenticanza, solitudine, spaesatezza in questa release, c'é molta voglia di suonare rock, e di suonarlo in modo energico. Canzone dopo canzone la band si impadronisce del disco, non lasciando lacune e momenti sospesi. Il primo lotto di canzoni é decisamente su di giri, ritmo incalzante, suono rotondo, interrotto dall'illusoria Scar Diary, la quale di calmo ha solo i primi quaranta secondi, che lascerebbero pensare alla classica ballad, visti gli arpeggi di chitarra e alle soavi tastiere in sottofondo. Degne davvero di nota sono, oltre la seconda traccia, The Quiet Room, che riprende uno stile piú classico, e la nona proposta, Liquid Lies, dove troviamo un chorus di voce femminile. A completare il platter la cover di (I Just) Want You di Ozzy Osbourne, brano che viene riproposto, e che quindi puó piacere ai tradizionalisti, ma non a chi ama le interpretazioni, visto che segue l'originale alla lettera.

L'album va estrapolato dal concetto canonico di gothic metal se vuole essere apprezzato, perché siamo di fronte a sonoritá davvero catchy; ció nonostante offre buona musica nel complesso delle nove proposte, esclusa quindi l' intro e la cover. I piú tradizionalisti, ammetto, faranno forse fatica a digerire un disco che offre molte modernizzazioni e di gothic ha, in pratica, solo i testi (Live me alone in the darkness, live me alone with my sins). Chi tuttavia si vuole proporre diversamente, non credo rimanga deluso da questi quaranta minuti che la band ha prodotto.
Ma forse, che sia proprio questo il nuovo corso del gothic Made in Finland?

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente