Voto: 
9.0 / 10
Autore: 
Leonardo Cammi
Genere: 
Etichetta: 
Frontiers Records
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Ben Matthews: chitarra, tastiere
- Danny Bowes: voce
- Chris Childs: basso
- Harry James: batteria
- Luke Morley: chitarra


Tracklist: 

1. Robert Johnson’s Tombstone
2. Dirty Dream
3. A Million Faces
4. Don’t Wanna Talk About Love
5. The Devil Made Me Do It
6. Last Man Standing
7. My Darkest Hour
8. Andy Warhol Said
9. What A Beautiful Day
10. It’s All About You
11. Stubborn Kinda Love

Thunder

Robert Johnson’s Tombstone

Ecco un CD che può risvegliare i morti al sound vivace e sempre accattivante dell’hard rock dalle tinte blues meglio realizzato in questi ultimi anni! I Thunder non tradiscono le aspettative neanche con il nuovissimo album intitolato Robert Johnson’s Tombstone e semmai riescono ancora una volta a superarsi. Praticamente non c’è un pezzo dell’intero CD che risulti meno interessante o meno vivace e convincente.
Si prosegue quindi sulle coordinate del precendete platter The Magnificent Seventh con richiami evidenti a mostri sacri come AC/DC (due pezzi come What A Beautiful Day e The Devil Made Me Do It potevano anche essere usciti dalla penna di mister Angus Young per esempio), Led Zeppelin e Whitesnake (del primo periodo).
In realtà però i Thunder sono una band dallo spessore tanto evidente che questi richiami rimangono tali ed emerge invece in pieno il talento senza freni del singer Danny Bowes, un vero portento di cantante, dal timbro in grado di rendere interessante qualsiasi composizione hard rock. La sua ugola, utilizzata al meglio in un ambito sagace e dal taglio western come quello delle song di Robert Johnson’s Tombstone, riesce veramente a regalare il massimo in termini di emozioni e coinvolgimento.

Questo nuovo album segna un punto di non indifferente valore per un sound che tende a ripetersi (del resto non avrebbe senso cercare qualcosa di nuovo) ma che riesce sempre a coinvolgere come nessun altro stile. La coppia Bowes (chitarra) & Morley quindi riesce ancora a centrare in pieno l’obiettivo, dopo averci deliziato cneh con il loro progetto parallelo, vagamente sulle stesse coordinate di questo disco ma meno “vivace”. Come del resto sarebbe possibile non farsi trascinare dalla diabolica ritmica di Robert Johnson’s Tombstone, un pezzo che erutta blues malsano e west style ad ogni plettrata?
Si continua con un pezzo potente e profondamente southern come Dirty Dream, ancora ancorato ad uno stile zompettante che resusciterebbe i morti.
Non mancano poi momenti più riflessivi e dolci che con schitarrate sublimi riescono a ipnotizzare come le doclissime A Million Faces o It’s All About You, o ancora la più triste e malinconica My Darkest Hour.
Per tornare all’hard rock più sanguigno e verace non possiamo non citare quel capolavoro intitolato Last Man Standing (pezzo imperdibile dalle tinte quasi epiche), o anche Andy Warhol Day, song caratterizzata da buon uso di refrain e riffoni di chitarra aperti e suadenti.
Concludendo va detto che Robert Johnson’s Tombstone celebra alla grandissima blues il musicista (scomparso diverse decine di anni fa) dalla vita avventurosa a cui è dedicato e conferma lo stato di grazia di un gruppo che può ancora dare tantissimo a tutti gli amanti dell’hard rock. Imperdibile.

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