Voto: 
6.4 / 10
Autore: 
Jacopo Prada
Genere: 
Etichetta: 
Trustkill Records/Audioglobe
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Travis Reilly - voce
- Rick Jimenez - chitarra
- Chris Reynolds - chitarra
- Johnny Moore - basso
- Dan Bourke - batteria


Tracklist: 

1. Retrospect (01:01)
2. Prelude (Again) (02:30)
3. Here Come The Rains (02:26)
4. Permanence (04:05)
5. 4/8/05 (00:28)
6. The Polygraph Cheaters (02:29)
7. Deliver Me (01:03)
8. The Absentee Ballot (02:29)
9. Broken Teeth (01:03)
10. 8/27/05 (01:49)
11. Procession Commence (03:21)
12. Nobody Leaves Without Singing The Blues (02:08)
13. Epilogue (01:55)

This Is Hell

Sundowning

I This Is Hell (spesso chiamati attraverso l’acronimo TIH) nascono 2004 a Long Island, New York, dalle ceneri di Scraps And Heart Attacks e The Backup Plan, band sufficientemente note all’interno del panorama underground locale. Il combo pubblica in breve tempo un demo autoprodotto, conquistandosi in questo modo la fiducia della State Of Mind Recordings, per la quale esce, l’anno successivo, un EP omonimo. Il mini ottiene un discreto successo e permette ai This Is Hell di supportare i Bane durante il tour statunitense di quest’ultimi. Non è finita qui: il gruppo di Long Island attira l’attenzione della Trustkill Records, etichetta di riferimento nella scena, che decide di mettere sotto contratto i cinque newyorkesi. I This Is Hell non si fermano, continuano ad incidere nuovi brani e pubblicano, nel 2006, il proprio full lenght d’esordio: Sundowning.

La proposta musicale del combo americano si avvicina tantissimo a quella dei Comeback Kid, gruppo con il quale i This Is Hell condividono al momento il palco del Never Say Die Tour, insieme, fra gli altri, ai quotatissimi Parkway Drive. Per quanto concerne il sound di Sundowning, esso si basa essenzialmente sui vivaci ed avvincenti ritmi Hardcore, un Hardcore ancora legato alla tradizione Punk, ma che non rinuncia a qualche sterzata di stampo Newschool. Piuttosto indovinati i cambi di ritmo, mentre i classici breakdown non rappresentano alcun motivo d’interesse per l’ascoltatore. Il cantato, da parte sua, non aggiunge nulla alle parti strumentali, macchiandosi inoltre di eccessiva piattezza ed impersonalità.

L’impressione generale è comunque quella che i This Is Hell svolgano degnamente il proprio lavoro, non riuscendo tuttavia a mantenere sempre alta la qualità dei singoli brani. Questi, infatti, raramente si evidenziano per via di particolari elementi connessi al sound, rivelandosi alla lunga abbastanza monotoni. Certo, si tratta di un difetto comune a molti altri, tuttavia band come i già citati Comeback Kid (a cui i This Is Hell devono tutto, o quasi) riescono ugualmente ad appassionare l’ascoltatore grazie ad una buona dose di personalità. Questa manca totalmente, invece, a Sundowning, album validissimo se si valuta il solo aspetto tecnico, ma poco incisivo quando lo si rapporta ad altre pubblicazione degli ultimi anni.

Seppur frizzante e ben composto, Sundowning non riesce a colpire nel segno, finendo per soddisfare i soli appassionati di settore. Potenzialmente ottimi dal punto di vista tecnico, i This Is Hell pagano, per forza di cose, la quasi totale mancanza di originalità all’interno del proprio sound. La speranza è che nel futuro le cose cambino, altrimenti sarà dura per i ragazzi di New York City arrivare ad occupare una posizione di rilievo nella scena Hardcore nordamericana.

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