Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Luca Pasi
Genere: 
Etichetta: 
Fat Possum
Anno: 
2011
Line-Up: 

- Alaina Moore - vocals, keyboards
- Patrick Riley - guitar

Tracklist: 

1. Take Me Somewhere
2. Long Boast Pass
3. Cape Dory
4. Marathon
5. Bimini Bay
6. South Carolina
7. Pigeon
8. Seafarer
9. Baltimore
10. Water Birds

Tennis

Cape Dory

Cape Dory è il debutto dei coniugi Patrick Riley e Alaina Moore, meglio conosciuti come Tennis, nella scena indipendente americana sotto la Fat Possum, etichetta di Oxford Mississipi, nota soprattutto per i diversi e passati trascorsi nell'ambito della pubblicazione di materiale blues.

E' curiosa la storia di questa coppia di Denver, secondo la quale i due avrebbero venduto i loro beni, comprato una vecchia barca a vela ed intrapreso un lungo viaggio di 7 mesi lungo la east-coast. Una volta tornati i due coniugi, in cerca di uno sbocco lavorativo avrebbero iniziato a scrivere di musica.
Il risultato è questo Capo Dory, innovativo e spensierato, un indie pop in versione sixties, che di certo è coadiuvato dalla loro esperienza di vita, tant'è che la semplicità e l'autosufficenza sono state le loro massime priorità. Un po' come succede su una barca: nessun cellulare, nè internet, nè elettricità, arrangiarsi come si può, l'obbligo di dover fare tutto da soli è quindi una caratteristica che ha fatto corso anche nell'album, il quale, sprovvisto di un produttore vero e proprio, è stato registrato e mixato autonomamente. La produzione è infatti molto minimale.

L'intero album è caratterizzato da una ripresa dell'easy listening degli anni 50-60, quello da sottofondo musicale per intenderci. Non vi è obbligo di grande talento, le melodie sono tutte molto semplici e standard ma al contempo di immediato accesso e di facile trasmissione di tranquillità; a fare gioco su questo  è anche l'innocente voce di Alaina, punto forte dell'intero lavoro, che riesce a rimanere calma e solare per tutti i 30 minuti.

Le influenze del pop sixties si notano già nei brani di apertura, Take Me Somewhere e l'omonima Cape Dory, sono due chiari esempi, ed è proprio in quest'ultima in cui viene in mente il famosissimo singolo del 1961 I've Told Every Little Star di Linda Scott.
L'immaginario estivo, che si riscontra nei brani come Bimini Bay, Long Boat Pass o Seafarer, e i testi squisitamente dolci, potrebbero farci venire in mente un gruppo come i Best Coast, qua, però, a differenza del gruppo californiano non vi sono particolari distorsioni nelle chitarre anche se tutto il lavoro è registrato in stile lo-fi, dando così una leggera ruvidità ai brani.
Marathon e South Carolina, sono forse i due brani di maggior appeal e più di impatto dell'intero lavoro, in cui il surf-jangle di Patrick Riley fa da padrone alternandosi magistralmente con i vocalismi e gli "oh-oh" della moglie. Peculiari sono anche i perfetti cori in background della stessa Alaina che pervadono l'intera opera.

E' un disco coraggioso ma non pretenzioso, che pecca in minima parte in un'eccessiva ripetizione, ma perfetto come detto per rilassarsi e lasciarsi andare alla fervida immaginazione estiva.

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