Voto: 
5.8 / 10
Autore: 
Matthias Stepancich
Genere: 
Etichetta: 
Atlantic
Anno: 
2000
Line-Up: 

- Stephen Richards - voce, chitarra
- Mike DeWolf - chitarra
- Phil Lipscomb - basso
- Jarrod Montague - batteria

Tracklist: 

1. Smile (03:33)
2. Again & Again (03:56)
3. Emotional Times (03:04)
4. Now (03:23)
5. 1 Nite Stand (03:40)
6. Believed (04:02)
7. Mentobe (03:38)
8. I (04:14)
9. Mirror's Reflection (03:11)
10. Dragged Down (03:31)
11. Comback (04:24)
12. Impact (02:47)

Taproot

Gift

I Taproot sono probabilmente il primo gruppo della seconda onda del nu-metal, dato che si formano nel 1997 (ma trovano il successo molto tardi, quando ormai si è in piena terza onda).
Negli anni successivi si fanno notare con gli EP ...Something More Than Nothing e Upon Us, che li fanno conoscere e arrivare alle orecchie di Fred Durst dei Limp Bizkit; quest'ultimo ne resta impressionato e promette un contratto con la Interscope, ma il tempo passa e non arriva nulla, dunque i Taproot non di lasciano sfuggire la proposta della Atlantic.
La label registra questo debutto, che contiene cinque tracce dai precedenti EP (con titolo differente) e altri sei inediti.

Gift (Atlantic, 2000), che contiene 5 tracce dai precedenti dischi (alcune con titolo cambiato per l'occasione) e altri 6 pezzi inediti, è tutto sommato un esordio mediocre per un gruppo che successivamente scriverà ottimi capitoli.
Le maggiori influenze del gruppo risultano ancora i Deftones, specialmente quelli di Around the Fur, con la loro ricetta di alternative-rock contaminato da emo-core e nu-metal, e gli Incubus, nella loro moderna rilettura del crossover-rock; ma anche i Korn, con i loro riff contaminati dagli effetti elettronici che hanno ormai fondato una nuova scuola e purtroppo un trend musicale, e i Papa Roach, che pochi mesi prima sono balzati in testa a tutte le classifiche con l'album Infest, confermando la cosa.

L'album è anzi soprattutto un collage di influenze; si avverte una certa personalità di fondo, ma è ancora grezza, dunque la sensazione è quella di un gruppo ancora fermo alla "fase sala prove", nonostante i 3 anni di gavette e demo. Evidentemente quello che manca è una vera esperienza live, oltre ad una cultura musicale che evada dai trend degli ultimi 4 anni.
Lungo il corso del lavoro si fanno ad ogni modo notare positivamente alcune tracce: Smile ha un incipit devastante (anche se poi il potenziale cade nel vuoto), Again & Again torna in veste decisamente migliorata dalla nuova produzione, Emotional Times è un crossover-rock molto elegante (anche se suona come un plagio agli Incubus), ma soprattutto I (in bilico tra arpeggi e muri noise) e l'ottima Believed (alternative-rock potente ma senza furore o frustrazione, originale e quasi una mosca bianca, ora registrato in una nuova versione nettamente superiore rispetto all'originale del 1999), che sono i due capolavori del disco e mostrano quella personalità che nel resto dell'album viene oscurata; le altre tracce (e specie le restanti ri-registrazioni dei pezzi passati, ovvero Mirror's Reflection, Mentobe e Comeback) suonano invece come i Papa Roach che imitano scialbamente i Deftones.
 
Perseguitati dalla sfortuna, i Taproot non solo si vedranno danneggiati da MTV (che passa il video di Again & Again attribuendolo ai Tarpool) ma anche dalla stessa Atlantic (che si rifiuta di girare un video per I).

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