Voto: 
6.6 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Etichetta: 
Columbia Records
Anno: 
2005
Line-Up: 

- Serj Tankian - voce
- Daron Malakian - chitarra
- Shavo Odadjian - basso
- John Dolmayan - batteria

Tracklist: 

1. Attack
2. Dreaming
3. Kill Rock'N Roll
4. Hypnotize
5. Stealing Society
6. Tentative
7. U-Fig
8. Holy Mountains
9. Vicinity of Obscenity
10. She's Like Heroin
11. Lonely Day
12. Soldier Side

System of a Down

Hypnotize

Ritornano, a pochissimo tempo di distanza dal precedente e ottimo Mezmerize, i System Of A Down, storica band dell'alternative rock mondiale che è esplosa nel mondo musicale con quel grandissimo album che è Toxicity, che è valso loro successo e popolarità, qualità che si sono comunque guadagnati da soli e con le loro capacità. Purtroppo questo Hypnotize è solamente un miraggio del disco prima citato e un blando proseguimento di Mezmerize che si era riuscito a contraddistinguere dai precedenti per le sue sonorità molto più distese e particolari. Per chi si aspettava un altro album di questo livello, peccato, verrà deluso, perchè soggettivamente questo lavoro non sfiora nemmeno i suoi precedenti (se non si considera Steal This Album, disco costituito da b-sides e scarti della band).

Ma passiamo all'analizzazione di quest'opera che si apre con la discreta Attack, caratterizzata da ritmi abbastanza sostenuti, che poi si sciolgono in arpeggi di passaggio, per poi arrivare ad un ritornello rabbioso che però non riesce ancora a prendere con se l'ascoltatore. Un pò come nella seconda Dreaming, dissonante, a tratti straziante nella sua cacofonia che ogni tanto riesce a tramutarsi in riff melodici di buon livello. Molto più rockeggiante e libera la terza Kill Rock 'n' Roll, che presenta riff ben curati e melodici che si alternano ai soliti arpeggi di chitarra in qualche modo sono presenti in tutte le song della band, come nella successiva Hypnotize, che fa calare il livello dell'album con parti banali e poco curate, che fanno dimenticare completamente la raffinatezza e la bellezza di Mezmerize, aprendo una nuova fase per la band, ora racchiusa in una gabbia di confusione mentale e soprattutto di mancanza di idee, e di questo ci si può tranquillamente rendere conto ascoltando i riff delle singole canzoni, messi li solo per riempimento, in maniera tutt'altro che curata. Stranamente bella invece la song intitolata Stealing Society, che purtroppo con la sua bereve durata di tre minuti non può far altro che stoppare quel senso di piacevolezza che era iniziato con questa canzone, influenzata soprattutto da sonorità quasi punk. Sinceramente da questo punto in poi non si trova più nulla di interessante; man mano che l'album prosegue le parti diventano sempre più banali, se non si considera la folle e schizoide Vicinity Of Obscenity, traccia che esce sicuramente fuori dagli schemi che rinchiudono le composizioni di questo disco. Finalmente si arriva a Lonely Day, attimo di pace e emozione estrema che la band conferisce in questa bellissima canzone, quasi una ballata, caratterizzata da un perfetto alternarsi di arpeggi chitarristici silenziosi e di refrain più rabbiosi ma comunque incredibilmente affascinanti. Ed è questo quello che mi ha fatto arrabbiare dell'album, un disco che per quasi la sua intera durata non ha presentato nulla di eccezionale e che poi se ne esce con una canzone di alto livello come questa, nota perfetta che cancella quelle precedenti e che prosegue con la conclusiva Soldier Side (che riprende nel finale le melodie dell'omonima song presente su Mezmerize) che da discretamente fine ad un lavoro controverso.

Hypnotize non è ne un cambiamento ne una svolta, ne un ritorno al passato, si tratta infatti di un disco che deve essere considerato da solo, analizzando soprattutto le sue pecche che lo rendono sicuramente un album al di sotto dei precedenti, caratterizzati da parti molto, ma molto, più interessanti che in questo disco sembrano quasi completamente scomparire, se non si considera qualche canzone di alto livello, come quelle citate sopra. Purtroppo dispiace parlare così di una grande band come i System Of A Down, che non ha saputo mettere nel dimenticatoio quei piccoli errori del precedente Mezmerize, ma anzi li ha ripresi e immessi nelle composizioni di questo disco, che bene o male non può sprofondare nell'abisso dell'insufficienza, ma non può nemmeno raggiungere l'eccellenza. Peccato davvero. Consigliato ai fan sfegatati, ma se volete farvi un idea di questo gruppo, non avvicinatevi a quest'album, anzi, lasciatelo per ultimo, e andatevi a riscoprire i vecchi capolavori di questa band che comunque rimane ai vertici della musica mondiale.

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