Voto: 
6.4 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Napalm Records/Audioglobe
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Kennet ‘Ripper' Olson - voce
- Rolv-Erik ‘8-Ball' Berge - chitarra
- Noralf Reichborn Venaas - chitarra
- Ørjan ‘Hjarandr' Setvik - basso
- Adam Suleiman - batteria

Tracklist: 

1. Are You Able To Breathe Fire?
2. Semper Ardens
3. The Firm Grip of Death
4. Stigma Diabolikum
5. Come Daemons
6. Nine Fallen Men
7. A Death Tear
8. The Twilight Enigma

Syrach

Days Of Wrath

Era il 1996 quando i norvegesi Syrach esordirono con Silent Seals, adesso dopo ben undici anni, qualche demo ed una reunion avvenuta nei primi anni del 2000, escono con il loro secondo full-length intitolato Days Of Wrath. L'artwork dell'album è stata realizzata dal leader dei My Dying Bride, quel Aaron Stainthorpe interessato e dedito alla pittura che ha voluto catturare in una immagine le atmosfere oscure e depresse di musiche e liriche che scorrono nel presente album, mentre la produzione è affidata ad Herbrand Larsen degli Enslaved, così tanto per rimanere sempre in ambiti doom e death, proprio come la proposta di questi metallers norvegesi, i quali si rendono appunto artefici di un doom/death sepolcrale e cupo, di stampo prettamente nordico e scandinavo.
La line up risulta rinnovata per ben tre quinti, infatti il cantante Kennet ‘Ripper' Olsson ed il chitarrista Rolv-Erik Berge sono i soli reduci dell'album di debutto, rispetto al quale, nonostante siano passati oltre due lustri, questo nuovo Days Of Wrath si colloca come naturale prosecuzione, nel senso che ne mantiene le coordinate stilistiche di base.

Il songwriting non si mostra molto vario o particolarmente sorprendente, insistendo invece su determinate caratteristiche, certo tipiche del genere in questione, come ritmiche spesso lente ed opprimenti, melodie ed atmosfere cupe e depresse, voce gutturale e sepolcrale, il tutto sempre preordinato a ricreare quella sensazione di oppressione, miseria e depressione, ma non sempre sufficienti a dare esiti positivi, mentre le poche varianti sono riconducibili a qualche arpeggio, qualche cambio di tempo e soprattutto a divagazioni doom/gothic segnate dall'intervento della voce femminile di Silje Wergeland degli Octavia Sperati, le quali non poco contribuiscono ad impreziosire la loro proposta, come avviene in Semper Ardens, dove la voce femminile costruisce un'atmosfera decadente prima di terminare in un buon finale solenne e funereo, nella buona closer The Twilight Enigma, lunga oltre dieci minuti e caratterizzata da continui cambi di tempo, tra sfuriate rabbiose e parti più lente e melodiche, anche se in questo brano la voce femminile sembra assumere più una connotazione artistica che non propriamente gotica, ed infine in The Firm Grip of Death, il pezzo più lungo del lotto con i suoi quattordici minuti, aperto da rintocchi di campane e tamburi di marcia, anch'esso caratterizzato da qualche cambio di tempo e dal modico uso della voce clean femminile, ma stavolta ciò non basta a salvare il brano dalla noia e dalla monotonia.
Meglio per la sua capacità di rievocare le fredde ed agghiaccianti atmosfere vichinghe Stigma Diabolikum, pezzo drammatico ed a tratti agghiacciante, invece gran parte del resto sembra un continuo riprendere e ripetersi, infatti brani come Are You Able To Breathe Fire? e Come Daemons tendono un po' a somigliarsi, mentre tediosa e pesante risulta l'accoppiata che conduce al finale con Nine Fallen Men, orecchiabile ma ugualmente soporifera nonostante il bell'intermezzo strumentale, e A Death Tear, di certo il momento peggiore dell'intero disco.

Con Days Of Wrath i Syrach si ripresentano in una maniera non troppo convinta nella scena doom, nonostante l'ausilio in fase di produzione di Herbrand Larsen e Arve Isdal degli Enslaved, lasciando sì alcuni buoni spunti e qualche buon brano, ma non lasciando affatto rimpiangere la loro lunga assenza dalla stessa scena. Un lavoro tuttavia sufficiente, che potrebbe comunque trovare consensi tra gli amanti del genere.

 

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