Voto: 
6.7 / 10
Autore: 
Andrea Evolti
Genere: 
Etichetta: 
Escape Music/Frontiers
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Lee Small - voce
- Connor Emms - chitarra
- Rich Williams - chitarra
- Jon Hayward - basso
- Daz Wooytton - batteria
- Paul Hodson - tastiera
- Sue McCloskey - cori



Tracklist: 


1. In Motion
2. Burning
3. Reflections
4. Middleman
5. The Primitive Soul
6. Messiah
7. Mary (awaken part one)
8. The Holy
9. The Ghost In You
10. Awaken (part two)
11. Truth


Surveillance

Angelstation

Un curriculum invidiabile quello di ogni componente dei Surveillance, sestetto (in fase di registrazione; ufficialmente sono un five-piece) inglese di Hard Rock melodico/sinfonico, qui al debutto sulla lunga distanza con gli undici pezzi di Angelstation. Musicisti come il tastierista Paul Hudson (uno dei due session, assieme alla cantante Sue McCloskey), ex-Bob Catley, sono sicuramente il massimo per chi si cimenta in tracce come Burning e Middleman, ottimi esempi di Hard Rock ricco di melodie ed arrangiamenti di prim’ordine, come la tradizione inglese di gruppi quali Triumph, Magnum e Ten impone. La splendida voce di Lee Small e le linee vocali di brani come la dialogia Awaken (Mary e Awaken Part Two), fanno subito correre alla mente paragoni altisonanti come Tony Martin e Glenn Huges, visto anche il bel lavoro, robusto ma mai eccessivamente pesante, delle chitarre di Emms e Williams, melodiche, calde e magniloquenti al punto giusto, vedi Messiah.

Un album equilibrato, con pezzi mai troppo veloci, ma con il giusto grado di aggressività, e lenti o mai eccessivamente melensi, ma comunque ricchi di romanticismo, per i momenti ‘dove necessitano luci di candele soffuse’; qui la diligente sessione ritmica è fondamentale. Tecnica al servizio del sentimento, esperienza al servizio del risultato: un buon lavoro confezionato da abili e talentuosi artigiani, con esperienza e gusto da vendere. Peccato che sarebbe stato lecito aspettarsi di più da artisti di questo calibro, specialmente sotto il profilo compositivo e delle emozioni: sì, perché Angelstation, con brani come la conclusiva Truth, dà l’impressione di assistere a certi film per la TV europei (tedeschi o svedesi in genere), dove tutto è fato bene, a posto, le trame sono intelligenti ma non troppo pesanti, gli attori bravi e diligenti ma non certi esaltanti, le storie tranquille e realistiche, ma mancano dell’elemento che ti fa stringere lo stomaco, sognare, piangere o gioire. Insomma, tutti scolari diligenti…ma manca la furia del chaos geniale di un Einstein che sconvolga la classe ed il mondo. Peccato, si sperava in qualcosa di più.

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