Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Alessandro Mattedi
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2010
Line-Up: 

Sotto il monicker The SuperEgos si cela il progetto personale di Francesco Nguyen, nato nel 2007 e che dopo alcuni EP ha esordito nel 2009 con un debutto omonimo a cui segue ad un anno di distanza Embracing December.

La musica dell'album è un delicato quanto intimista crocevia fra le costruzioni dilatate e strumentali del post-rock, atmosfere ambient soffuse e che rievocano come il titolo suggerisce paesaggi invernali, orchestrazioni neo-classiche sporcate di elettronica, ricodando in tutto ciò in parte l'approccio di compositori come Takahiro Kiro, in parte quello di Johann Johansson. Un umore malinconico permea tutti gli 8 brani che compongono il full-lenght, esaltati da tenui fraseggi di strumenti classici accompagnati da soffici tappeti di tastiera. Gli arrangiamenti sono relativamente minimali, non ci sono stratificazioni di strumenti o suoni per generare abusati climax melensi, il fine piuttosto è quello di comporre un'elegante e godibile musica d'atmosfera, sempre impregnata da un mood dolceamaro e tendenzialmente introspettivo.

L'iniziale titletrack viene scandita dagli archi malinconici, appena tenuamente accompagnati da una delicata tastiera e da un quasi impercettibile pianoforte. La successiva The End of Afternoon invece mette in risalto proprio il pianoforte, con tenui spruzzi di elettronica attorno, dipingendo scenari dolcissimi e nostalgici.
Closed Sky è più rarefatta, con gli strumenti ridotti all'osso e solo qualche spruzzo elettronico a spezzare l'atmosfera.
Con la breve Days si ha inizialmente uno dei vertici emotivi dell'album, con riverberi onirici che ricordano in parte i Sigur Ròs, ma il tutto è però troppo breve e poco accennato per incidere appieno; suona più riuscita la raffinata Where I Belong?, con pianoforte noir, batteria cadenzata e leggero riempimento di tastiera continuo di sottofondo, ricordando una versione più da camera dei Bark Psychosis. L'umore di The Lake si fa più inquieto e sofferto, l'alternanza di note gravi e docili di pianoforte è però leggermente ripetitivo.
Arrivati a questo punto non c'è più molto da dire sul disco che è effettivamente molto efficace per evocatività ma anche un po' prevedibile e di maniera: i violini Leaving Home mantengono queste sensazioni dolenti, come d'altronde il titolo molto malinconico suggerisce, mentre l'ambient etereo di Need a Boy Cry? è un po' monotono anche se in coda muta improvvisamente lasciando spazio ad arpeggi cupi, distorti e alienanti.

Il punto di forza dell'album è sicuramente nelle capacità melodiche del gruppo, che riesce a tirare fuori dal cappello diversi motivi piacevoli, mai pesanti e abbastanza caratterizzati (per sentimento e per atmosfera, cogliendo la malinconia che può emergere osservando un paesaggio invernale ma anche una qualche forma di calore umano opposta alla stagione), ma i friulani devono anche sviluppare una personalità più sfaccettata visto che sono ancora presenti cliché stilistici.
Vedremo in futuro che sorprese ci riserveranno.

Tracklist: 


Embracing DecemberThe end of afternoonClosed SkyDaysWhere I belongThe lakeLeaving HomeNeed a body cry?

SuperEgos, The

Embracing December

Sotto il monicker The SuperEgos si cela il progetto personale di Francesco Nguyen, nato nel 2007 e che dopo alcuni EP ha esordito nel 2009 con un debutto omonimo a cui segue ad un anno di distanza Embracing December.

La musica dell'album è un delicato quanto intimista crocevia fra le costruzioni dilatate e strumentali del post-rock, atmosfere ambient soffuse e che rievocano come il titolo suggerisce paesaggi invernali, orchestrazioni neo-classiche sporcate di elettronica, ricodando in tutto ciò in parte l'approccio di compositori come Takahiro Kiro, in parte quello di Johann Johansson. Un umore malinconico permea tutti gli 8 brani che compongono il full-lenght, esaltati da tenui fraseggi di strumenti classici accompagnati da soffici tappeti di tastiera. Gli arrangiamenti sono relativamente minimali, non ci sono stratificazioni di strumenti o suoni per generare abusati climax melensi, il fine piuttosto è quello di comporre un'elegante e godibile musica d'atmosfera, sempre impregnata da un mood dolceamaro e tendenzialmente introspettivo.

L'iniziale titletrack viene scandita dagli archi malinconici, appena tenuamente accompagnati da una delicata tastiera e da un quasi impercettibile pianoforte. La successiva The End of Afternoon invece mette in risalto proprio il pianoforte, con tenui spruzzi di elettronica attorno, dipingendo scenari dolcissimi e nostalgici.
Closed Sky è più rarefatta, con gli strumenti ridotti all'osso e solo qualche spruzzo elettronico a spezzare l'atmosfera.
Con la breve Days si ha inizialmente uno dei vertici emotivi dell'album, con riverberi onirici che ricordano in parte i Sigur Ròs, ma il tutto è però troppo breve e poco accennato per incidere appieno; suona più riuscita la raffinata Where I Belong?, con pianoforte noir, batteria cadenzata e leggero riempimento di tastiera continuo di sottofondo, ricordando una versione più da camera dei Bark Psychosis. L'umore di The Lake si fa più inquieto e sofferto, l'alternanza di note gravi e docili di pianoforte è però leggermente ripetitivo.
Arrivati a questo punto non c'è più molto da dire sul disco che è effettivamente molto efficace per evocatività ma anche un po' prevedibile e di maniera: i violini Leaving Home mantengono queste sensazioni dolenti, come d'altronde il titolo molto malinconico suggerisce, mentre l'ambient etereo di Need a Boy Cry? è un po' monotono anche se in coda muta improvvisamente lasciando spazio ad arpeggi cupi, distorti e alienanti.

Il punto di forza dell'album è sicuramente nelle capacità melodiche del gruppo, che riesce a tirare fuori dal cappello diversi motivi piacevoli, mai pesanti e abbastanza caratterizzati (per sentimento e per atmosfera, cogliendo la malinconia che può emergere osservando un paesaggio invernale ma anche una qualche forma di calore umano opposta alla stagione), ma i friulani devono anche sviluppare una personalità più sfaccettata visto che sono ancora presenti cliché stilistici.
Vedremo in futuro che sorprese ci riserveranno.

TRACKLIST:

  1. Embracing December
  2. The end of afternoon
  3. Closed Sky
  4. Days
  5. Where I belong
  6. The lake
  7. Leaving Home
  8. Need a body cry?
NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
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Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
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Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
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Minotauro
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