Voto: 
6.9 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Etichetta: 
Lion Music/Frontiers
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Paul Adrian Villarreal - voce, chitarra acustica
- Marcel Coenen - chitarra, backing vocals
- Roel Vink - basso
- Rene Kroon - tastiere, backing vocals
- Roel Van Helden - batteria, percussioni

Tracklist: 

1. Lyre's Harmony
2. A Fair Trade
3. Unborn
4. Bloodline
5. Painted Eyes
6. Engelbert The Inchworm
7. Afraid To Fly
8. Dialogue
9. Departing Words
10. Doldrums

Sun Caged

Artemisia

Seconda uscita per gli olandesi Sun Caged, capitanati da un virtuoso della chitarra come Marcel Coenen, che dopo l'omonimo debutto del 2003 torna con Artemisia, sempre per la Lion Music. Torna, e non tornano, perché Coenen rappresenta il vero deus ex-machina di questa band, tanto che è l'unico componente ad essere rimasto dal precedente lavoro, infatti gli altri membri sono tutti nuovi, cantante compreso con il bravo Villareal a sostituire Andre Vuurboom, il quale si era comunque ben comportato in quello che solo in parte può considerarsi l'album d'esordio per questo combo proveniente dai Paesi Bassi.
Il loro prog metal è influenzato dai primi Dream Theater ed in parte minore dai Fates Warning, infarcito da atmosfere scure, aperture melodiche, repentine ma limitate accelerazioni e lunghe fughe strumentali in cui dare libero sfogo al talento strumentale del guitar-hero e degli altri strumentisti, tra i quali spicca, per la sua buona prestazione, il batterista Roel Van Helden.

Un discreto lavoro viene compiuto anche in fase compositiva, dove si alternano momenti geniali ed ispirati, che sanno ben mescolare stili ed atmosfere diverse, a momenti poco brillanti e prevedibili, che niente di nuovo aggiungono a quanto già sentito in tali ambiti negli ultimi tre lustri.
Perfetto esempio di quanto geniale ed ispirata possa essere la loro proposta è Departing Words, che nei suoi otto minuti alterna partiture tipicamente progressive, pregevoli aperture melodiche, un lungo intermezzo strumentale che inizia in stile jazzistico per poi orientarsi verso sonorità orientaleggianti ed arabe, ma anche la più riflessiva Afraid To Fly, melodica e rilassante. L'inizio è più che promettente con l'opener Lyre's Harmony, che si districa tra buoni cambi di tempo e discrete aperture melodiche, e soprattutto A Fair Trade, sicuramente fra le più riuscite, magari esce alla lunga distanza ma risulta coinvolgente, non male neanche Painted Eyes, discreto brano che inizia ad anticipare una certa carenza d'ispirazione che poi si ritroverà in dosi più accentuate nella seconda, e fortunatamente più breve, parte del lavoro. 
Le accelerazioni sono invece riservate esclusivamente a Unborn, pezzo che si lancia in un buon intermezzo strumentale e che dà il meglio nella parte finale, e a Engelbert The Inchworm, quasi interamente strumentale se si eccettua qual finale dal forte retrogusto ‘extreme metal'.

Tra i brani che meno convincono, innanzitutto Bloodline, un po' monocorde nelle ritmiche ed abbastanza anonima, mentre gli altri pezzi si trovano quasi tutti nella parte finale dell'album, infatti Dialogue o anche Doldrums sono fin troppo contorte ed insignificanti.
Ottima la produzione e la prova dei musicisti coinvolti da Coenen, protagonista ed ideatore principale, ma Artemisia rimane comunque un discreto esempio di prog metal, in cui sarà possibile riscontrare anche interessanti spunti, ma dove si attende ancora una maggior costanza ed un certo salto di qualità, specie in fase compositiva.


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