Voto: 
8.1 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Prophecy - Auerbach Tonträger
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Roope Niemelä - pianoforte, chitarra elettrica, archi, basso fretless, tastiera, clarinetto
- Antti Korpinen - voce, chitarre elettriche e acustiche, pianoforte

Guests:
- Mikko Saari - organo hammond, rhodes
- Markus Pajakkala - sassofono tenore, sassofono soprano
- Erno Taipale - flauto

Tracklist: 


1. Raindrops
2. The Blue Light
3. No Angel
4. Blinking in the Piers
5. Moods Through Spirals (instrumental)
6. A Golden Staircase
7. Fractures (instrumental)
8. Counterwise
9. Godspeed
Total Running Time: 41.47

Subaudition

The Scope

Questi Subaudition sono l’ennesima proposta di livello proveniente dalla Finlandia, terra che sta decisamente proponendosi per un posto di rilievo all’interno della scena europea, grazie alla guida d’alcuni famosissimi acts Rock (H.I.M., The Rasmus, tra i più famosi) e Metal (vedi la recente esplosione di Children of Bodom o Nightwish), ma che si fa notare sopratutto nei generi più di nicchia con bands di spessore assoluto.
Ottimamente registrato e prodotto (rileggere il nome dell’ex-Empyrium, Markus Stock, fra i credits relativi al mastering non nego abbia fatto piacere a un nostalgico come me), The Scope è l’esordio discografico per i due membri dei Subaudition, il vocalist/chitarrista Antti Korpinen, e il polistrumentista Roope Niemelä; durante la registrazione del disco si sono inoltre aggiunti vari guests ad ampliare la line-up e ad aggiungere grande varietà alla strumentazione che caratterizza "The Scope".

La musica del duo, prevalentemente acustica ma non interamente inscrivibile in un singolo genere, è estremamente eterea e rilassante, e la calma irreale che la pervade sembra voglia fotografare quei momenti di pura pace e tranquillità che rendono tali le nostre più estatiche giornate; l’influenza dei conterranei Tenhi, di cui Korpinen è un grande fan, si fa sentire nelle intelaiature acustiche e nei dolci ricami del piano, che insieme ad un basso fretless corposo e mai invadente formano le basi per ogni brano. Sopra di esse, le melodie solistiche sono aggiunte con delicatezza dalle tastiere e dagli organi, dalle chitarre, e dai vari strumenti a fiato (clarinetti, sax), che si muovono leggeri, soffici, dando alla musica una profondità e una varietà impressionante per un gruppo al debutto.

La voce sussurrata, pacata e bassa di Antti Korpinen fa da contorno, unendosi in un inscindibile tutt’uno con la musica. L’uso delle chitarre elettriche è paragonabile a quello che ne fanno gli islandesi Sigur Ròs, vale a dire non per creare una solida base ritmica o parti soliste, quanto maggiormente per disegnare sottofondi ambient e atmosfere particolari.
Quest'ultima influenza è rintracciabile facilmente nella quarta Blinking in the Piers, tanto Sigur Ròs-iana da poter essere un brano rimasto fuori dalle sessioni di “Agætis Byrjun” o dalla prima, luminosa metà di “( )”. In questo pezzo il duo propone un omaggio alla band islandese perfino a livello vocale, con Korpinen che ricalca lo stile vocale acuto e sognante di Birgisson.
Andando a analizzare brevemente il disco si nota come siano davvero stupende le prime tre canzoni, iniziando con Raindrops, liquida ed atmosferica, proseguendo per una The Blue Light tristemente introspettiva (da estasi la parte finale, con Antti che sospira un “…near godly embrace...” che mette i brividi), e concludendo con No Angel, anch’essa superlativa nel saper gestire alla perfezione i momenti di calma.

Grazie alle ovattate, illuminanti aperture di organo Hammond, che profumano di psichedelia, è eccellente anche la sesta A Golden Staircase, mentre la quinta, strumentale, Moods Through Spirals si segnala molto positivamente per l’apporto dei sassofoni; il disco è assolutamente da assaporare con calma, e scoprire man mano le varie influenze che arricchiscono la musica del duo porta a capire quanto sia ricco lo spartito musicale dei Subaudition – a conferma di quanto detto, nell’ultima Godspeed, il grande amore per la musica classica di Roope Niemelä viene ulteriormente a galla grazie a momenti pianistici di grande emotività e stile.

Le critiche da fare sono pressoché nulle, limitate a qualche increspatura nella fluidità dei brani o ad un'eccessiva rilassatezza di alcune sezioni del disco, che non cambia mai passo (scelta voluta e, per certi versi, necessaria ed indispensabile), appunti peraltro piuttosto prevedibili visto che si tratta di una band al debutto, che deve ancora trovare la propria incarnazione definitiva e rifinire le proprie abilità compositive; se siete fans di progetti come Tenhi, ultimi Anathema o Sigur Ròs, oppure vi sentite sfidati da questo connubio di neofolk, ambient, psichedelia e delicatezze acustiche degne del prog rock più raffinato, ebbene, non abbiate esitazioni nell'aggiungere The Scope dei Subaudition alla vostra “lista della spesa”...


LINKS PER L'ASCOLTO:
- My Space del gruppo [3 brani interi di questo disco (+ 1 dal demo) in streaming]
- Scarica il demo Waves at Ease (2004) del gruppo
- Scarica il video di Raindrops, prima traccia di The Scope

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