Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Roberto Vitale
Etichetta: 
A & M
Anno: 
1978
Line-Up: 

- Dennis De Young - Voce Solista, Tastiere
- Tommy Shaw - Voce Solista, Chitarra
- James Young - Voce Solista, Chitarra
- John Panozzo - Chitarra basso
- Chuck Panozzo - Batteria

Tracklist: 


1. Great White Hope
2. I'm OK
3. Sing For The Day
4. The Message (instrumental)
5. Lord Of The Ring
6. Blue Collar Man
7. Queen Of Spades
8. Renegade
9. Pieces Of Eight
10. Aku - Aku (instrumental)

Styx

Pieces of Eight

A differenza del significato del nome - Styx infatti non è altro che la denominazione in lingua inglese del fiume Stige, uno dei fiumi, (sono 5 in tutto) presenti negli inferi secondo quanto affermato dalla mitologia Latina e Greca - difficilmente il gruppo americano che ha scelto tale nome può essere associato ad una corrente demoniaca, sia a livello musicale (visto che si è dedicato prevalentemente ad un rock infarcito di elementi progressive ed in seguito proiettato verso l'AOR), sia a livello testuale, per la totale mancanza di brani dal contenuto "diabolico".
Il primo embrione del gruppo lo si ritrova nei primi anni 60 a Chicago, quando i due fratelli John e Chuck Panozzo, rispettivamente alla chitarra e alla batteria, mettono su un gruppo al quale ben presto si unirà il cantante e tastierista Dennis De Young.
I tre sceglieranno come monicker la sigla TW4, in seguito con l'ingresso dei due chitarristi James Young e John Curulewsky, Chuck Panozzo si dedicherà alle parti di basso, ed il gruppo, dopo avere firmato un contratto con la piccola etichetta Wooden Nickel cambierà nome in Styx, perchè, stando a sentire la biografia del gruppo, si trattava di un nome che nessuno di loro odiava.
I primi dischi del gruppo erano incentrati su un hard rock chitarristico dove però le tastiere avevano un peso rilevante; musica quindi di buon impatto, ma di scarsi riscontri commerciali, tranne alcuni singoli che però erano costruiti su linee melodiche molto accentuate, facilitando l'air play radiofonico.
Il vero successo arriverà con l'ingresso del cantante - chitarrista Tommy Shaw, il quale prenderà il posto di Curulewsky a partire da Crystal Ball, inciso nel 1976 e pubblicato dalla A & M, che nel frattempo aveva fatto firmare un contratto molto più vantaggioso al gruppo.
L'ingresso di Tommy Shaw provocò un ammorbidimento del suono, che cominciò ad inserire con più insistenza qualche elemento progressive, ispirato a sonorità familiari ai fan di Yes e King Crimson.
Tale cambiamento stilistico, pienamente concretizzato con The Grand Illusion, porterà molta fortuna al gruppo, che da quel momento si troverà costantemente nelle prime posizioni delle charts americane.

L'accostamento con il progressive inglese è dato fin dalla copertina di Pieces of eight , realizzata dalla Hipgnosis, che aveva già dato un notevole contributo visivo alla diffusione di album fondamentali per la storia del rock come ad esempio "Dark side of the moon" dei Pink Floyd, o "Selling England By the pound" dei Genesis.
Il disco viene aperto da un brano che è stato sicuramente pensato per i concerti, infatti Great White Hope è l'ideale per scaldare i fan, un brano hard rock molto arioso, cantabilissimo senza particolari virtuosismi da parte del gruppo, cosa che del resto troviamo nella zuccherosa ballata acustica Sing For The Day, ideale seguito di Fooling Yourself, contenuta nel precedente The Grand Illusion, che ne ricalca in maniera fin troppo evidente i temi con la speranza di ricavarne egual fortuna.
Fortunatamente il disco prende quota con brani di grandissimo spessore artistico come I'm OK, brano dove in più di un momento aleggia il fantasma degli Yes, quindi con una marcata impronta progressive; basta ascoltare lo splendido break centrale organistico di Dennis De Young, registrato in presa diretta all'interno della Cattedrale di San Giacomo a Chicago, preceduto da un notevole solo chitarristico di James Young.
Lo strumentale The Message non è altro che una introduzione a Lord Of The Ring, che, come facilmente intuibile a partire dal titolo, è un brano vagamento epico, che però si apre a sonorità più luminose nella sua parte finale.
Si nota chiaramente, dopo questa manciata di canzoni, come il gruppo voglia fare sicuramente qualcosa di più rispetto all'illustre predecessore, ma allo stesso tempo le idee, seppure valide, restano abbozzate, tanto che per non rischiare ulteriormente il secondo lato del disco si apre con un trio di canzoni piuttosto omogenee tra loro, molto vigorose, dove in due casi vengono affrontati problemi di una certa rilevanza a livello di testi.
Gli Styx, infatti, hanno spesso fatto molta attenzione alle parole inserite nelle loro canzoni, inserendo lyrics che tendono a specchiarsi nella realtà americana, testi che affrontano in maniera diretta, non imparziale, anche alcuni aspetti della politica statunitense.
Ecco che allora brani come Blue Collar Man, scelto come primo singolo tratto dall'album, e che narra in maniera "romanzata" il periodo di difficoltà attraversato dal chitarrista Tommy Shaw, in gravi ambasce per la mancanza di un lavoro; la canzone infatti diventa manifesto per denunciare che il "sogno" americano è destinato fatalmente a rimanere tale; o ancora in Renegade, dove il protagonista è un fuggiasco, che se da un lato è preoccupato del suo futuro, dall'altro ha il tempo per pensare al dolore provato dalla madre.
Tra i due brani sopra citati trova posto il brano sicuramente più hard del disco, la bellissima Queen Of Spades, dove le parti acustiche, poste sapientemente all'inizio e alla fine della canzone, contengono una furiosa cavalcata elettrica.
A spezzare l'omogeneità delle canzoni arrivano i due brani finali Pieces Of Eight e Aku - Aku; il primo è una spettacolare ballata che si indurisce nel ritornello e presenta un break centrale da brividi, come particolarmente ispirato è il testo della canzone che dipinge, con abbondanza di metafore, quanto sia impossibile per ognuno di noi stare fuori dalle leggi di un mercato che vuole farci possedere tutto, trasformando in pietra il nostro cuore. Aku Aku è invece uno strumentale che chiude delicatamente non solo il disco, ma un modo di esprimersi, un chiudere la porta senza fare rumore.

Prodotto dagli stessi Styx, il disco è stato registrato a Chicago ed pubblicato il primo Settembre del 1978.
Si tratta in definitiva di un album che suona Progressive, ma che ha dalla sua il pregio di essere estramamente godibile dalla prima all'ultima nota, con accenni più o meno evidenti all'AOR e all' Arena Rock.
Molto duro in alcuni frangenti, delicato in altri, Pieces Of Eight è stato premiato con un triplo platino, vendendo oltre tre milioni di copie, principalmente negli Stati Uniti, e resta a tutt'oggi uno dei migliori album mai incisi dal gruppo per rotondità di suono e contenuti, soprattutto se si tiene in considerazione come i dischi successivi abbiano abbandonato gli accenni più impegnati per dedicarsi ad un rock molto più radiofonico.

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente