Voto: 
8.2 / 10
Autore: 
Jacopo Prada
Genere: 
Etichetta: 
Fat Wreck Chords/Venus
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Thomas Barnett - voce
- Matt Smith - chitarra
- Matt Sherwood - chitarra
- Garth Petrie - basso
- Eric Kane - batteria


Tracklist: 

1. Sedition (02:00)
2. How To Pray (02:25)
3. Prisoner Echoes (02:37)
4. Instinct (02:42)
5. The Promise (02:07)
6. Speak To Our Empty Pockets (02:28)
7. Two Thousand Voices (01:55)
8. Hollywood Cemetery (01:42)
9. Allies (01:45)
10. Gun Powder (02:00)
11. Dead Hours (02:27)
12. Iron Trees (02:05)
13. House Arrest (01:56)
14. Ballad Of Bloody Run (03:01)

Strike Anywhere

Dead FM

C'erano una volta gli Inquisition, giovane gruppo di Richmond capitanato da un certo Thomas Barnett. Pur non essendo passati alla storia, i cinque statunitensi furono assolutamente fondamentali per la scena Punk dell'intero Virginia, andando poi, al momento del loro scioglimento, a formare alcune tra le band più rappresentative di quella zona attualmente. Una di queste si chiama Strike Anywhere e deve il suo nome ad un pezzo scritto proprio dagli Inquisition. Leader del complesso è ancora quel Thomas Barnett che anni prima portò alla ribalta gli Inquisition. Grazie alla partecipazione sulla colonna sonora del videogioco di Tony Hawk ed al Vans Warped Tour 2005, gli Strike Anywhere si guadagnano la fiducia di numerosi fan in tutti gli Stati Uniti, riuscendo poi, nel giro di soli tre anni, ad incidere ben due full lenght. Nel 2006 arriva quindi Dead FM, terzo lavoro targato Strike Anywhere, prodotto stavolta dall'attivissima Fat Wreck Chords.

Sedition, opener del disco, mette subito in chiaro le cose su quelle che sono le principale caratteristiche degli Strike Anywhere: ritmi incalzanti, melodie orecchiabili ed ottime parti vocali. Thomas si rivela infatti una delle armi vincenti di tutto Dead FM, grazie alla sua capacità di unire stili apparentemente opposti, emulando a tratti il buon Davey Havok, voce dei mitici A.F.I. nonché uno fra i migliori singer attualmente in circolazione. La capacità di mescolare sonorità diverse non si limita però al cantato, andando ad assorbire anche e soprattutto le sezioni strumentali. Queste vedono un continuo alternarsi di Punk ipermelodico e stacchi Hardcore, ricordando per certi versi l'ultimo, spettacolare, lavoro degli Anti-Flag: For Blood And Empire.

I testi degli Strike Anywhere sono da tradizione critici nei confronti della società e Dead FM non fa sconti, come prevedibile d'altronde. Si passa perciò dagli attacchi alla chiesa di How To Pray a quelli contro i despoti del potere di Speak To Our Empty Pockets, passando per la solidarietà verso gli indiani d'America di The Promise. Musicalmente parlando il disco segue sempre il medesimo filo conduttore, aggiungendo comunque, di traccia in traccia, nuovi ed interessanti elementi al già corposo sound firmato Strike Anywhere. Unico difetto riscontrabile costantemente è la discreta ripetitività a livello di drumming, fattore questo che riconduce il gruppo all'Hardcore degli ultimi tempi. Nonostante ciò, la proposta del combo americano risulta fresca e coinvolgente, grazie forse anche alla breve durate dei pezzi di cui Dead FM è composto. Problemi di minutaggio tuttavia non ce ne sono, in quanto nella tracklist figurano ben quattordici canzoni, numero certamente sufficiente per apprezzare in pieno il genere suonato dagli Strike Anywhere.

Violenza e melodia si incontrano qui per dare vita ad un connubio tanto abusato quanto spumeggiante. Questa musica non sarà forse originale, ma diverte, trascina e mette in guardia l'ascoltatore sull'attuale situazione mondiale attraverso dei testi mai banali. Dead FM va considerato pertanto come il terzo tassello di una carriera formidabile ed in continua ascesa, quella degli Strike Anywhere.


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