Voto: 
6.7 / 10
Autore: 
Stefano Magrassi
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2004
Line-Up: 

- Grezzo - Voce

- Lorenzo Corti - Chitarra

- Mauro Dell'oro - Basso

- Edo Sala - Batteria




Tracklist: 

1. This Malediction

2. Deadly Virus

3. Victims of Nuclear Age

4. Eternal Damnation



CONTATTI:
Lorenzo Corti - stillbirth@infinito.it

Stillbirth
c/o Corti Lorenzo
C.P. 69
23864 Malgrate (LC)

Stillbirth

Trauma - Promo 2004

Attivi fin dal 1997, i lombardi Stillbirth giungono con questo Trauma al loro secondo promo, a distanza di tre anni dal precedente. Il genere proposto dai Nostri è un Death Metal melodico con fortissime influenze europeo-scandinave. Le chitarre si intrecciano spesso in riff glaciali e conditi con una buona dose di melodie cupe e malinconiche tanto da ricordare in maniera incredibile i Dark Tranquillity (Deadly Virus, la seconda traccia, ne è una prova), senza tralasciare ovviamente il lato più "in your face", grazie soprattutto al growl gutturale di Grezzo.

Come però spesso accade in questi casi, le influenze si fanno sentire troppo, fino quasi a nascondere ciò che di personale il gruppo ha scritto. L'ombra delle band fondamentali della scena di Stoccolma è sempre presente dietro ad ogni nota ed ogni arrangiamento. Ma ovviamente non vi sono solo lati negativi: molto interessanti infatti sono alcuni inserti che ricordano in una qualche maniera il black ed i pezzi più lenti e potenti, capaci di sviluppare un buon impatto sull'ascoltatore.

La produzione è appena appena accettabile: gli strumenti sono troppo distinti l'uno dall'altro, incapaci di formare un suono ben amalgamato, le chitarre non sono potenti ed in generale il lavoro finale risulta eccessivamente sporco. Ma d'altro canto si è costretti, spesso, ad ascoltare dischi ben peggiori da questo punto di vista e non bisogna dimenticare che questi ragazzi senza casa discografica hanno dovuto prodursi da soli il promo, con tutto quello che ne deriva.

In conclusione, per quanto sia difficile giudicare una band esclusivamente da quattro canzoni, ci troviamo di fronte ad un gruppo dotato dei mezzi tecnici per creare qualcosa di buono, ma purtroppo carente di spunti personali. Probabilmente la cura migliore è quella di continuare ad andare avanti, suonare di più e cercare nuove soluzioni per rendere sempre più unico il proprio sound, non rinnegando completamente il buon lavoro fatto fin ora.


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