Voto: 
5.0 / 10
Autore: 
Paolo Gregori
Genere: 
Etichetta: 
Roadrunner Records
Anno: 
2007
Line-Up: 

- T.J. Miller - voce
- Mike Church - chitarra, voce
- Steve Hetland - basso
- Jordan Whelan - chitarra
- Ben Schauland - tastiera
- Adrian “Bone” Green - batteria

Tracklist: 

1. The Serpent (02:14)
2. The Wax Walls of an Empty Room (03:42)
3. Stay Captive (04:09)
4. Anemia in Your Sheets (03:59)
5. Maria (04:32)
6. Dropped from the Cherry Tree (03:40)
7. Dancing with the Enemy (03:04)
8. The River Song (04:00)
9. Sleepless Nights Alone (03:42)
10. An Undesired Reunion (03:24)
11. Avalanche (05:21)

Still Remains

The Serpent

Gli Still Remains nascono a Grand Rapids, Michigan, nel 2002 ed emergono dalla scena underground molto rapidamente, proponendo un Swedecore fortemente influenzato da gruppi come Children of Bodom e In Flames e caratterizzato da un riffing molto accurato e potente, mai sovrastato dalle tastiere. Già al loro secondo EP stipulano un contratto con la Roadrunner Records, che porta alla realizzazione di Of Love and Lunacy, disco molto ben accolto dalla critica per la sua varietà, caratteristica troppo spesso assente nei prodotti Metalcore. Il disco infatti non cade mai nella banalità, evitando l'abuso delle clean vocals e delle tastiere, e proponendo invece vocalizzi e parti strumentali molto più vicine al melo-death europeo, che al metalcore d'oltreoceano. Tutto questo putroppo non può essere detto del loro secondo full-lenght The Serpent: il sestetto infatti, dopo un importante cambiamento di line-up, che ha visto la dipartita del tastierista Zach Roth e del bassista Evan Willey, si è inserito nella scia del Metalcore più commerciale e meno ispirato, contaminando il proprio stile con evidenti influenze emo e pop-punk ed abbandonando quasi per intero gli elementi melo-death che avevano reso il gruppo apprezzato anche negli ambienti metal più diffidenti verso il Metalcore. I “nuovi” Still Remains non disdegnano quindi l'utilizzo smodato di cori e clean vocals e preferiscono affievolire la potenza dei loro riffs con un invadente strato di tastiere melodiche.

Già l'intro strumentale, The Serpent, testimonia l'inversione di tendenza della band: per quanto ben curata ed accattivante, infatti, la traccia lascia trasparire il nuovo ruolo da protagonista assunto dalla tastiera e l'allontanamento delle melodie dal versante melo-death, conseguente all'avvicinamento a quello emo. La canzone successiva, The Wax Walls of an Emty Room, insieme a Dropped From the Cherry Tree e ad Avalanche, rappresenta uno dei pochissimi episodi ispirati del disco nei quali, nonostante i ritornelli raggiungano soglie di banalità impensabili, il gruppo dimostra una certa attenzione al songwriting, riuscendo anche a sfornare asoli tutt'altro che disprezzabili e breakdown veramente potenti. Avalanche in particolare si dimostra essere la taccia più violenta del disco, tanto da poter essere tranquillamente attribuita ad un gruppo della scena di Gothemburg, non fosse per la sua melodicissima, e superflua, outro acustica. Purtroppo il resto del disco non si attesta su questi livelli: l'episodio più rilevante è costituito da Anemia in Your Sheets, traccia caratterizzata da una buona parte strumentale: riffs articolati e catchy e un ottimo asolo. Tutto questo è però spesso sovrastato da vocals banali ed emo-oriented, fuori luogo in un contesto strumentale così violento.Le tracce restanti sono un un susseguirsi di melodie insipide e riff poco studiati, in cui il cantato clean domina sulle harsh vocals, spesso del tutto assenti. La vetta dell'insulsaggine viene raggiunta da Maria, una ballata estremamente melensa che potrebbe provenire da un disco degli HIM.

The Serpent sarà insomma una grossa delusione per tutti coloro che avevano visto negli Still Remains un gruppo capace di superare la monotonia che caratterizza una buona fetta del Metalcore odierno. Un disco veramente poco ispirato che tuttavia non mancherà di suscitare consensi, visto il dilagare incontrollato dell'emo trend.

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