Voto: 
6.9 / 10
Autore: 
Lorenzo Iotti
Genere: 
Etichetta: 
Underground Symphony
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Fabio Bernardi - Tastiere
- Luca Lovieno - Batteria
- Andrea Orciuolo - Basso
- Marco valerio Zangani - Chitarra
Special Guest:
- D.C. Cooper - Voce

Tracklist: 

1. Anger Storm
2. Roncesvalles’ Day
3. Theatre Of Pain
4. Sund And Steel
5. When The Devil Calls
6. If
7. Whalhalla
8. Townrazer
9. Crying My Heart Away
 

Steel Seal

By The Power Of Thunder

Gli Steel Seal sono un gruppo parecchio fortunato. All’interno della scena musicale italiana, dove il metal è considerato un genere a dir poco di nicchia, è infatti piuttosto difficile per una band trovare un paio di anni dopo la formazione un contratto discografico, e addirittura ottenere la partecipazione di un cantante di livello internazionale; le ottime capacità tecniche hanno inoltre sicuramente aiutato gli Steel Seal, che, formatisi a Roma nel 2003, hanno ottenuto l’attenzione della Underground Symphony, una delle più importanti case discografiche italiane, che è riuscita a ingaggiare in qualità di special guest per il primo full lenght della band il cantante statunitense D.C. Cooper, vocalist di Royal Hunt e Silent Force.
La scelta è vincente, e Cooper si rivela un ottimo cantante, potente ed epico, sebbene la sua voce sia resa poco coinvolgente da una produzione molto discutibile, che dà ai vocals un tono magico e sognante ma eccessivamente distaccato e poco aggressivo. Dal punto di vista del sound, invece, la band ha un’inventiva personale pressochè nulla, limitandosi a copiare con bravura gruppi come Stratovarius e Angra; la melodia è costruita sui dialoghi tra chitarra e tastiere, che si producono spesso e volentieri in lunghi e solitamente riusciti assoli, mentre la sezione ritmica si mantiene piuttosto costante e semplice. I brani sono tutti di durata medio-lunga, e si rivelano molto spesso eccessivamente prolissi.

L’essenza della musica degli Steel Seal si può desumere già dalla opener Angel Storm, dove riff leggeri e tastiere dinamiche accompagnano la voce di Cooper, alla lunga un poco monotona nel suo incedere, per poi sfociare in accelerazioni e assoli neoclassici a metà strada tra Malmsteen e gli Stratovarius. I riff e i tempi di batteria tipici degli Iron Maiden predominano invece nelle tracce seguenti: Roncesvalle’s Day, pezzo piuttosto banale ma impreziosito da accompagnamenti di tastiere di scuola Rainbow, e Theatre Of Pain, che vede un’ottima prestazione vocale di Cooper, ma è rovinata da un intermezzo simil-operistico oltre i limiti del pacchiano e da un assolo di chitarra e tastiera ai limiti del plagio (vedi Black Diamond degli Stratovarius).
Si continua con Sun And Steel, lunga e prolissa ballad dai toni epici, e When The Devil Calls, caratterizzata da un refrain molto coinvolgente ma che anch’essa paga un fortissimo debito, in particolare negli assoli di tastiera, agli Stratovarius, per tralasciare gli alquanto inappropriati interventi dell’organo.
Decisamente migliore invece la successiva If, lenta, epica e coinvolgente nel suo incedere supportato da chitarre distorte affiancate al consueto tappeto di tastiere e nei vocals per una volta accattivanti e graffianti a dovere; in chiusura troviamo poi due pezzi discreti: la cadenzata Walhalla, un poco monotona nonostante le accelerazioni che accompagnano i refrain, e la maideniana Townrazer.
Salva il disco la ballad Crying My Heart Away, sicuramente il pezzo migliore dell’album, e che sebbene anch’esso, soprattutto nella parte iniziale molto rassomigliante a Stairway To Heaven dei Led Zeppelin, non brilli per l’originalità, si rivela molto riuscito ed emozionante grazie ad una performance vocale veramente ispirata e ad un lungo e travolgente assolo di chitarra.

By The Power Of Thunder è dunque un disco che, sebbene metta in luce le ottime potenzialità tecniche della band, si rivela molto spesso banale e scontato, difetto in cui è facile incorrere quando si parla di power metal, ma che in questo caso si riscontra oltre i limiti della tolleranza. Con simili premesse ci si aspettava davvero molto di più da questa band, che si spera riesca in futuro a delineare uno stile più personale.
       
   

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente