Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Inside Out/Audioglobe
Anno: 
2005
Line-Up: 

- Michael Amott - chitarra

- Janne "JB" Christoffersson - voce

- Sharlee D'Angelo - basso

- Per Wiberg - tastiera

- Ludwig Witt - batteria




Tracklist: 

1. Inner Strength (01:19)

2. Throwing Your Life Away (03:32)

3. Salt in Your Wounds (03:20)

4. One Man Army (03:57)

5. Through the Halls (05:09)

6. Treading Water (03:33)

7. Dying Every Day (05:45

8. Born to Die (04:34)

9. Born to Die (Reprise) (01:22)

10. In My Blood (04:13)

11. Elusive (03:34)

12. Sleeping With One Eye Open (03:44)

13. No One Heard (05:02)


Spiritual Beggars

Demons

Dopo tre anni trascorsi lontano da nuove pubblicazioni, gli svedesi Spiritual Beggars, capeggiati da Michael Amott, chitarrista di Arch Enemy e Carcass, ritornano nel 2005 con Demons, lavoro che si prospetta come ottima proposta Stoner, sulla scia di celebri bands quali Black Sabbath e Deep Purple.
Demons è dotato di grande senso di ritmo e i musicisti sono abili a livello di song-writing, sebbene tutto l’album risenta un po’ troppo degli influssi settantiani, presentando soluzioni abbastanza scontate e non innovative nel genere. Riff coinvolgenti ma già proposti in parecchi esempi di Hard Rock/Stoner degli albori.

Nota di particolare rilievo è la voce di Janne Christofferson, determinata e pienamente adatta allo stile degli Spiritual Beggars, fatto di possenti e contorte chitarre, spesso accompagnate dalla tastiera psichedelica di Per Wiberg (Opeth).
L’introduzione sabbathiana Inner Strenght, provvista di massicci riff di chitarre, mostra agli ascoltatori tutte le sfumature delle sonorità che si andranno a scoprire analizzando l’opera.
Difatti, veloce e intricata appare immediatamente la prima vera canzone di questo Demons, la bellissima Throwing Your Life Away, potente nella sua ritmica e ben strutturata nelle sue parti appassionanti. Salt in your Wounds, leggermente monotona in alcuni passaggi, stupisce per il suo eccezionale assolo di chitarra, alquanto orientato verso meandri più Heavy.
Anche One Man Army presenta troppe reminescenze di soluzioni già sperimentate in passato, con rullate virtuose di batteria e una tastiera di sottofondo, non decisiva ma neanche stonante con il contesto.

Through the Halls rimane più cupa nei suoi timbri, lenta nel suo andamento ma piacevole per i toni vocali che si legano alla perfezione con i temi di chitarra: l’evoluzione del brano è totalmente inaspettata, poiché un intermezzo tipicamente Hard Rock è seguito da un cambio di tempo più spinto, moderno e coinvolgente.
Altri pezzi divengono fondamentali in Demons, come l’ottavo Born to Die, ricco di effetti elettronici che garantiscono una buia atmosfera anni ’70 vissuta in chiave odierna. Da segnalare sicuramente anche la successiva Born to Die (Reprime), che costituisce un intermezzo speciale, tutto acustico e sognante, prima di un infernale ritorno alla direzione più violenta degli Spiritual Beggars; veramente demoniaco l’alone creato da In my Blood, cantato con una voce sporca inusuale ma gradevole.
Non mancano riferimenti a Led Zeppelin e Uriah Heep all’interno dell’opera ed Elusive e Sleeping With One Eye Open ne sono testimonianze, mostrando però un netto calo rispetto ad altri capitoli di Demons: gli assoli di chitarra o di organo sono sempre preparati con cura e si inseriscono nei momenti salienti della composizione, come anche le aperture melodiche di cui è intrisa ogni canzone, ma il disco, pur cercando di evadere dai soliti schemi Hard Rock, ne rimane ancora vittima in molte sue parti.

In ogni caso un’ottima pubblicazione, prodotta dalla grande Inside Out, a cui gli Spiritual Beggars sono approdati dopo il quasi-fallimento della precedente casa discografica Music for Nations: una gustosa opportunità dopo quattro album alle spalle e con un lotto di tracce competitivo come quello presente su Demons, lavoro che farà molto parlare di sé nell’ambito Stoner non solo del 2005.

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