Voto: 
8.4 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Etichetta: 
Virgin Records
Anno: 
2000
Line-Up: 

- Billy Corgan - voce, chitarra, produzione
- D'arcy Wretzky - basso, voce, artwork
- James Iha - chitarra, voce
- Jimmy Chamberlin - batteria
- Mike Garson - pianoforte

Tracklist: 

1. The Everlasting Gaze (04:00)
2. Raindrops + Sunshowers (04:39)
3. Stand Inside Your Love (04:14)
4. I of the Mourning (04:37)
5. The Sacred and Profane (04:22)
6. Try, Try, Try (05:09)
7. Heavy Metal Machine (05:52)
8. This Time (04:43)
9. The Imploding Voice (04:24)
10. Glass and the Ghost Children (09:56)
11. Wound (03:58)
12. The Crying Tree of Mercury (03:43)
13. With Every Light (03:56)
14. Blue Skies Bring Tears (05:45)
15. Age of Innocence (03:55)

Smashing Pumpkins, The

MACHINA/The Machines of God

MACHINA/The Machine of God segue il periodo di grave turbolenza psicologica di Billy Corgan, risalente alla pubblicazione nel 1998 di Adore, album che raccoglie ed amplifica al massimo livello il dolore e la sofferenza interiore del front-man. Uscito nel 2000 per la Virgin Records, MACHINA/The Machines of God, segnò proprio la separazione tra la band di Billy e la celebre etichetta americana e le cause di questa dipartita sono da ricercare nel successo che il disco riscosse subito dopo la sua pubblicazione: gli Smashing Pumpkins non riuscivano più ad attirare le masse di fans che avevano accolto positivamente ogni lavoro precedente e che in passato avevano sostenuto la band in ciascun capitolo discografico. Tuttavia, dopo la rottura con la Virgin, il disco impennerà le sue vendite, rappresentandosi come nuovo album culto della formazione americana.

MACHINA/The Machine è un concept strutturato in quindici pezzi che garantiscono un’ora e tredici minuti di musica ben concepita a cavallo tra il filone Alternative moderno e le reminescenze Grunge, Metal e Gothic che hanno da sempre costituito il terreno solido su cui Corgan ha gettato le sue basi. I testi del concept narrano la storia di una Rock band decaduta e, proprio in questo ambito, si possono notare i numerosi parallelismi che danno un accento autobiografico alla composizione: dalla release di Adore i rapporti interni agli stessi Smashing Pumpkins si erano fatti contorti e la serenità dei primi tempi stava andando diminuendo. Nel 1999 poi Chamberlin si riprese dalla tossicodipendenza e decise di entrare in studio con la band: tali registrazioni invece segneranno il distacco tra Corgan e compagni con la storica bassista D’Arcy, più interessata a costruirsi una carriera da attrice.
Al basso Corgan scelse di chiamare, per il successivo tour, l’amica Melissa Auf der Maur (Hole), che non solo ebbe il compito di sostituire il ruolo di D’Arcy, ma anche quello di migliorare le canzoni sul piano timbrico, in modo da renderle ancora più competitive nell'impatto live.
Così, rinforzati nelle sezioni ritmiche perché galvanizzati dal ritorno di una batteria autentica, ben lontana da quella elettronica impiegata su Adore, gli Smashing Pumpkins sfornarono uno dei prodotti migliori della propria storia, un album studiato da Corgan nei minimi particolari e sempre votato alla dimensione dell’introspezione alternativa.

Stilisticamente parlando, MACHINA/The Machines of God è una commistione di generi molto particolare e diretta, che potrà essere apprezzata sia per le sue melodie al limite tra malinconia e speranza, sia per il suo altro feeling, quello più intenso ed impetuoso.
Canzoni come The Everlasting Gaze e Heavy Metal Machine, cattive nell’anima e marce nell’alone che sprigionano, si contrappongono con efficacia ad episodi che, sulla scia di Adore, presentano un approccio più elettronico (Raindrops + Sunshowers) o addirittura assumono la forma di tristi ballads (la commovente Try, Try, Try).
Né si possono dimenticare pezzi come The Sacred and the Profane, veramente inscrivibili alla scena Alternative moderna e intrisi di una decadenza originale, generata dalle fuggenti chitarre e dalla voce di Billy, particolare quanto stregante.
La ricerca sperimentale di Corgan si potrebbe dire conclusa qui con MACHINA/The Machines of God, che realizza un connubio tra distorte dissonanze e fluidi temi onirici: certamente un elemento a favore del disco è la produzione realizzata dallo stesso Corgan, che si dimostra musicista impegnato in prima persona nel suo lavoro, per mostrare a tutto il pubblico internazionale le sue capacità di song-writing, rendendolo così partecipe della sua personalità ambivalente e inquieta. MACHINA/The Machines of God è silenziosa disperazione, amore, speranza e terrore dei rimorsi…cioè è la dimensione che gli Smashing Pumpkins vanno da sempre proponendo con costanza ed impegno.

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