Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Paolo Cazzola
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2007
Line-Up: 

Stefano "Wolf" Lombardi - voce
Andrea Chiriatti - chitarra
Nicola Lezzi - chitarra
Carlo Cantisani - basso
Giampiero Mastrogiovanni - batteria


Tracklist: 

1. Legion Of Chaos
2. Overkilled
3. Princess In The Flames
4. Devil King
5. Travel Under The Moon
6. Lost Paradise
7. Time Of Misery

SlowDeath

Second Age

Gli SlowDeath sono un gruppo salentino, creato a Lecce nel 2004 da cinque ragazzi con la grande passione per l’Heavy Metal. Dopo parecchio tempo passato come gruppo cover dei Guns N’ Roses, il gruppo affina l’arte della composizione e registra, nel marzo 2006, il suo primo Demo: Legion Of Chaos.

Dopo un intensa stagione live in tutto il Salento, che aiuta Stefano Lombardi e soci ad ottenere un larghissimo consenso e una discreta fama nell’underground leccese, il gruppo riesce a incidere nel 2007 il suo secondo demo, ovvero Second Age. Il disco contiene quattro pezzi inediti più le registrazioni di tre canzoni più vecchie, già presenti nel repertorio della band.

Legion Of Chaos si apre con un intro molto cupo, dai toni marziali, per poi confluire in quello che è il riff principale della canzone. Il pezzo è diretto, molto potente e bilanciato. La voce di Wolf si adatta benissimo alla linea chitarristica, mentre la sezione ritmica si presenta quadrata ed efficace. Overkilled invece è la classica sfuriata Heavy/Speed, velocissima e con un ritornello di facile presa. Si inizia già a notare il punto di forza della band, ovvero il chitarrista Andrea, che con i suoi assoli al fulmicotone da un tocco in più ad ogni singolo pezzo, arricchendo quello in questione anche con un intermezzo classico accompagnato dai violini. Il terzo tassello dell’album, Princess In The Flames, rappresenta invece la ballata del lotto: introdotta da un arpeggio molto suggestivo, la voce di Wolf ci regala una bella prestazione, aggiungendo un grande pathos al pezzo.
Devil King invece parte a cento all’ora, presentandosi come il pezzo più veloce e tirato di tutto questo Second Age. Anche qui le doti chitarristiche di Andrea e canore di Wolf si fanno marcatissime, raggiungendo picchi non indifferenti. Le due tracce successive, ovvero Travel Under The Moon e Lost Paradise purtroppo non riescono a confermare tale entusiasmo, risultando lievemente ridondanti e scontate. Soprattutto Lost Paradise, che può vantare una lunghezza maggiore, non riesce a colpire quanto basta l’ascoltatore, appannando lievemente la prestazione del gruppo. Time Of Misery invece risolleva gli animi, dando al pubblico la sfuriata elettrica che ci mancava.

Second Age rappresenta un ulteriore passo in avanti per gli SlowDeath, un ulteriore affinazione dei loro mezzi. Purchè il risultato non sia dei più eccelsi, il platter si lascia ascoltare con molta facilità, i pezzi sono tutti molto diretti e potenti. Tuttavia, la band di Lecce può fare ancora di meglio: le capacità dei cinque musicisti sono ampie, e speriamo vivamente che non si fermino a questo Second Age.

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