Voto: 
6.0 / 10
Autore: 
Alessandro Mattedi
Etichetta: 
Roadrunner Records
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Sid Wilson - turntable
- Joey Jordison - batteria
- Paul Gray - basso
- Chris Fehn - percussioni, cori
- Jim Root - chitarre
- Craig Jones - samples
- Shawn Crahan - percussioni, cori
- Mick Thomson - chitarre
- Corey Taylor - voce
 

Tracklist: 

:
1. All Hope Is Gone
2. Psychosocial (radio edit)

Slipknot

Psychosocial / All Hope is Gone

Riassiumiamo brevemente la storia degli Slipknot:

formatisi nel 1995, debuttarono l'anno seguente con mate.feed.kill.repeat, punto d'incontro di un death metal secco e marcio (ispirato, anche con punte del thrash più brutale, a Obituary, Sepultura, i Fear Factory di Soul of a New Machine, primi Meshuggah) con atmosfere post-industriali claustrofobiche, mood di disagio mutuato dalla scena alternativa americana e soprattutto numerosi spunti funk che si inserivano con originalità all'interno dell'album.
Successivamente il gruppo ebbe cambiamenti nella line-up fra cui, come nuovo vocalist, l'introduzione del famoso Corey Taylor (già membro degli Stone Sour), che sarebbe diventato uno dei frontman più popolari in America nel settore musicale più pesante. A quel punto la formazione di Des Moines fu ad un punto di svolta: con lui registrarono il valido Slipknot (che quasi senza promozione ottenne un notevole successo), virata verso un contorto nu metal violento e aggressivo, dallo stile fresco, penetrante, angosciante; ed il successivo Iowa, dove si accentuavano gli elementi estremistici nel nu metal del gruppo a discapito di una maggiore flessibilità. Nel frattempo nasceva anche l'immagine trasgressiva e "misantropa" del gruppo, con l'adozione delle famose maschere (mossa incoraggiata dal produttore Ross Robinson per dare un'immagine che "stupisse", probabilmente copiando i Mushroomhead - con cui era già entrato in contatto - con i quali difatti poi gli Slipknot alimentarono "controversie" oltre che battibecchi la cui maturità era paragonabile a quella di un aitante giovinetto di ben 6 anni) e lo sviluppo dei testi in bilico fra la sentita frustrazione e la (involontaria?) parodia ribelle e collerica.
Il tutto confluì poi nel 2003 in Subliminal Verses, dove il gruppo espanse - relativamente - una certa vena melodica (complice anche il meritato successo degli alternative metallers Stone Sour di Taylor avvenuto intanto) seppur con maggiore sistematicità.

Ora gli Slipknot sono tornati ed il 20 agosto pubblicheranno il loro nuovo disco, All Hope Is Gone (tralasciamo la banalità del titolo).

Prima del rilascio del disco sono comunque stati distribuiti digitalmente due nuovi singoli provenienti direttamente dal prossimo lavoro degli statunitensi.
Il primo è proprio la titletrack del disco ed eredita il lato più estremo del gruppo; All Hope Is Gone è un pezzo granitico e abrasivo, dove si alternano riff ronzanti e furiosi, più vicini al blackened death metal, ad altri caustici e martellanti, maggiormente thrash/death, mentre l'assolo è furioso e taglientissimo. Viene però portata una maggiore apertura melodica nel chorus energico e d'impatto.
Il brano non è un rinfresco innovativo ed è anche un po' troppo schematico, ma di per sè è trascinante e in esso gli Slipknot mantengono almeno nell'approccio una certa personalità, anche se rimangono un pochetto troppo sboroneggianti in quanto a potenza (anche per via della solita produzione forse troppo nitida per i due pezzi).
Psychosocial, pur non rinunciando a durezza e aggressività, si orienta verso lidi relativamente meno estremi: i riff sono più meccanici adagiandosi su di un thrash/industrial metal ossessivo sporcato di cupezza più nu metal/groove metal; nel chorus le chitarre si trasformano in un muro sonoro per sostenere le melodie vocali pop-oriented della voce pulita di Corey; infine l'assolo, dopo esser iniziato manieristicamente riprendendo la rapidità macabra di certi altri del death, si trasforma improvvisamente in un ondeggiamento di note catchy ed accattivanti. La canzone eccede un pochino in ripetitività, per contro.

Ciò che in quanto a potenza e grinta gli Slipknot possono vantare, come consolidato, deve convivere con uno stile che tende all'eccesso e al far mostra di sè, risultando una medaglia a due facce per gli americani. Le due canzoni non gridano al miracolo in quanto ad innovazione ma l'ascolto scorre fluidamente e ci auguriamo che per il nuovo disco si riesca nel complesso a bilanciare il songwriting, ottenendo un lavoro efficace e che non risulti tendenzialmente monotono e prevedibile come da qualche tempo a questa parte sta avvenendo per i nove dell'Iowa.
Naturalmente il voto qui di seguito non ha alcun valore indicativo e vi rimandiamo piuttosto alla release finale per la reale valutazione numerica.
Vedremo se sarà migliore o peggiore di Subliminal Verses.

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