Voto: 
5.0 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Spikefarm
Anno: 
1999
Line-Up: 

- Matti Aikio - Basso e voce
- Tiina Lehvonen - Voce
- Sami Boman - Tastiera
- Toni Lahtinen - Chitarra e voce
- J ani Laaksonen - Violino
- Juha Lehtioksa - Chitarra
- Janne Ojala - Batteria


Tracklist: 


1. Solicitude
2. Forever Sleep
3. Redemption
4. Autumn Heart
5. Whatever the Pain
6. Maiden of the Forest
7. Requiem
8. With Blood Adorned
9. At the Dawn I Wept
10. Solicitude

Silentium

Infinita Plango Vulnera

I Silentium debuttano nel 1999 con questo loro primo full-lenght Infinita Plango Vulnera, dopo due demo già rilasciati in passato, ovvero Camene Misera e Illacrimo. Si tratta di una band particolare ma in ogni caso inscindibilmente legata alle radici del genere, nata dalle ceneri dei Funeral, una Death/Gothic Metal band scioltasi nel Dicembre del 1995, in cui militavano il tastierista Sami Boman e Matti Aikio, cantante originale del gruppo. L’obbiettivo della formazione è quello di riportare in vita le sonorità presentate dai Funeral in chiave un po’ più moderata e ancor più melodica.

L'album parte molto lentamente con Solicitude, episodio tutt'altro che convincente, immerso in un'atmosfera mai realmente viva e mai capace di avvolgere propriamente l'ascoltatore. Al contrario è invece abbastanza significativa la seconda traccia Forever Sleep, miglior brano del disco col suo andamento liscio e toccante che sfocia in un ritornello dal forte impatto emotivo. Le successive Redemption e Autumn Heart non recano all’ascoltatore nulla di particolarmente significativo, ma ciò serve a “pompare” in maniera non indifferente la quinta canzone Whatever The Pain, sicuramente la migliore dell’intero album: cadenzata, quasi depressa, melodicamente più che densa, emozionante in quella maniera che solo le migliori band gothic-doom sono in grado di elaborare. Peccato che tutto ciò scompaia non appena la canzone svanisce, lasciando cadere l'album in modo più che vistoso, come dimostra Maiden Of The Forest, mai incisiva e fin troppo scopiazzata (melodicamente e armonicamente).

L’integrarsi della voce femminile ad uno scream aspro è uno degli aspetti meglio riusciti del disco, ma per il resto tutto Infinita Plango Vulnera prende le sembianze del solito lavoro gothic metal derivativo e incapace di creare vie espressive particolari e significative. Bene anche il parziale impiego di strumenti “a comparsa” come il violino e flauto che si adattano in maniera equilibrata al riffing sottostante. Bastasse questo a rendere un disco buono allora Infinita Plango Vulnera sarebbe il nuovo vangelo del metal a tinte gotiche, ma i Silentium - anche se in ogni caso si tratta di un esordio - pagano una derivatività, un senso di scopiazzamento e una poca inventiva melodica che frenano tutte le proposte dell'album, anche le migliori.

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