Voto: 
8.3 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Etichetta: 
Inside Out/Audioglobe
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Arno Menses - voce
- Oliver Holzwarth - basso
- Markus Steffen - chitarra
- Alex Holzwarth - batteria


Tracklist: 


1. When Alpha And Omega Collide
2. Tidal
3. Eyes Wide Open
4. Iconic
5. Where Our Shadows Sleep
6. Duende
7. Bridge To The Divine
8. Leftovers
9. Mounting Castles In The Blood Red Sky
10. Paramount

Sieges Even

Paramount

I Sieges Even possono essere considerati come una delle formazioni stilisticamente più versatili della storia del Progressive poiché, dopo aver debuttato alla fine degli anni Ottanta con un timbro fortemente influenzato dalla tradizione dei Rush e dopo essersi gradualmente trasformati in un gruppo di stampo Progressive Metal, i quattro tedeschi giungono alla realizzazione del primo vero e proprio capolavoro, tale Paramount. In un 2007 dominato dalla personalità di Steven Wilson con i suoi Porcupine Tree e Blackfield, anche i Sieges Even riescono a ritagliarsi uno spazio ampio grazie ad un platter che propone un Progressive Rock di estrema classe, dalle tinte a tratti tenebrose nella loro elettronica e a tratti distese nelle suadenti aperture melodiche.

Il convincente The Art Of Navigating By The Stars aveva già aperto le porte a Paramount nel 2005 con i suoi toni differenti e più ricercati, ma la rivoluzione presente nel capitolo discografico del 2007 va ben oltre: lasciando un attimo da parte l’ambito registrazione-produzione, curato nei minimi particolari e davvero professionale, e concentrandosi sulle dieci tracce che compongono Paramount, si può constatare che le punte Metal sono estremamente limitate e che i Sieges Even non faticano comunque a trovare soluzioni sorprendenti.
L’avvio con When Alpha And Omega Collide è delizioso per l’attento uso delle sezioni di chitarra clean e di elettronica e per l’espressività del tono vocale di Arno Menses. Altrettanto meravigliosa e raffinata è la seconda Tidal, un Progressive Rock che affascina per la sua spontaneità e per gli intrecci corali che vengono sviluppati; i Sieges Even sono maturati sia sotto il piano tecnico che soprattutto su quello del song-writing, perché i pezzi sono strutturati con consapevolezza e maestria, senza trascurare l’aspetto prettamente melodico.
La trasparenza e la freschezza sono le due principali caratteristiche delle nuove composizioni dei Tedeschi, che fanno riaffiorare alla memoria le ultime realizzazioni degli svedesi Mind’s Eye: tralasciando la ballad Eyes Wide Open, un altro brano degno di nota è il quinto Where Our Shadows Sleep, onirico nella sua forma ed elegante nella sua atmosfera meditativa.
Se si considerano inoltre le movimentate vicende di line-up della band di Monaco, lo split e la re-union sotto i nomi di Looking-Glass-Self e Val’ Paraiso, si può comprendere l’effettivo valore di un’opera come Paramount, frutto di anni di controversie dentro e fuori la formazione.

Abbandonate le radici metal nonostante la militanza dei due fratelli Oliver ed Alex Holzwarth rispettivamente nei Blind Guardian e negli italiani Rhapsody Of Fire, i Sieges Even si preparano a rappresentare un nuovo baluardo del Progressive Rock europeo, con il loro stile personale e mai scontato, accattivante e non eccessivamente prezioso. Si consiglia pertanto Paramount a chi è alla ricerca di realtà che riescano a conciliare complessità strutturale e melodia, passione e inventiva, arrivando alla pubblicazione di un prodotto “supremo” rispetto alla totalità degli acts che perseverano ancora nell’emulazione dei canoni tradizionali del Rock progressivo.

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