Voto: 
9.5 / 10
Autore: 
Gravenimage
Genere: 
Etichetta: 
Lucretia/NTS
Anno: 
2002
Line-Up: 

- Andre Matos - voce

- Hugo Mariutti - chitarra

- Luis Mariutti - basso

- Ricardo Confessori - batteria




Tracklist: 



1. Ancient Winds

2. Here I Am

3. Distant Thunder

4. For Tomorrow

5. Time Will Come

6. Over Your Head

7. Fairy Tale

8. Blind Spell

9. Ritual

10. Pride

Shaaman

Ritual

Gli Shaaman nascono nel 2000, dopo che Andre Matos, Luis Mariutti e Ricardo Confessori lasciano gli Angra per dissidi con i due axe-men, Loureiro e Bittencourt, e fondano insieme un nuovo progetto, chiamato inizialmente Shaman. Il recente raddoppio della A risale all’anno scorso, quando i brasiliani vennero a sapere dell’esistenza di un omonima band finlandese (il copyright è il copyright).

Ritual rappresentò dunque il loro debutto sulla scena, accompagnato da notevoli polemiche, soprattutto tra i fan degli Angra, che, oltre a disperarsi nel vedere la propria band spaccata in due come un’anguria, erano molto scettici sui risultati che i “separatisti” avrebbero ottenuto. In realtà Ritual fu un successo eclatante, tanto che molti videro negli Shaaman i più degni continuatori del sound degli Angra; addirittura meglio degli Angra stessi, che nel frattempo avevano rimpiazzato prontamente Matos e compagni, e continuato per la loro strada con il ben riuscito Rebirth.

A discapito dell'iniziale e giustificabile scetticismo, Ritual è un capolavoro di power metal, capace non solo di continuare a viaggiare in modo assai disinvolto nel solco tracciato dalla band “madre”, ma di farlo addirittura con maggiore efficacia. Tutto ciò che di buono gli Angra di Holy Land avevano creato, è qui sintetizzato e ampliato con efficacia, a dimostrare le grandi doti di Matos come compositore, oltre che come cantante. Se già il frontman si era fatto apprezzare precedentemente, ascoltando le canzoni di Ritual pare che fino ad allora la sua voce fosse rimasta legata in cantina, e si sia poi potuta liberare in un esplosione di potenza ed eleganza. Fin dalle parole e dalla performance di Here I am, che scoppia in un riff maestoso dopo la suggestiva intro Ancient Wings, si manifesta la carica vitale di Matos e ensemble. Un caleidoscopio di colori, ricco di spiritualità, di gioia di vivere, in cui si alternano con perfetta disinvoltura parti più prettamente power ad altre sinfoniche: in Distant Thunder lo stupendo assolo guida fino alla parte centrale orchestrale, lasciando sognante senza fiato l’ascoltatore.

Fairy Tale è un pezzo dolcissimo, con il pianoforte sommesso accompagnato da un superlativo Matos, che sale in crescendo, impreziosito dai cori, dagli archi e dal flauto. Ma tutte le canzoni hanno qualcosa da dire, ognuna ha un messaggio da trasmettere nella sua particolarità e unicità. Questo è un album fatto col cuore, ed è al cuore che parla. In mezzo a tante porcherie pseudo-power-metallare, svetta alto. Una pietra miliare. Da scoprire.

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