Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Leonardo Cammi
Genere: 
Etichetta: 
Buzzville/Frontiers
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Ellen Schutyser - voce
- Pieter De Lannoy - chitarra
- Frederik De Dobbeleer - chitarra
- Bruno Goedhuys - batteria
- Wim Schokaert - tastiera
- Olivier Roelandt - basso


Tracklist: 

1. Calling
2. Time
3. Conscience Awake
4. Close To The Bone
5. My Defense
6. Day You Take Me Over
7. Back To Reason
8. Silver Lining
9. Disbelief
10. Prove Me Wrong
11. Lose The Moment

Sengir

Sign Of Devotion

Belgi, i Sengir arrivano al secondo album dopo il debutto del 2003 intitolato Guilty Water. Negli anni successivi la band ha fatto diversa esperienza suonando in giro per il mondo a fianco di nomi del calibro di Nightwish e Trail of Tears. Indubbiamente questi anni hanno giovato alla band che si ripresenta al proprio mondo con uno stile più maturo; il sound dei nostri è sempre ricalcato su band come Within Temptation, Lacuna Coil e After Forever, ma il gruppo nel frattempo è cresciuto e si è creato una propria personalità.
Buona bandiera del combo belga è la singer Ellen Schuntyser, che seppur interpreti tutti i pezzi con passione, li firma con una linea vocale che non va mai fuori dalle righe, risultando alle vote un po’ fredda ma molto precisa e riconoscibile.

Altro punto fermo del combo è il tastierista Wim Schokaert, che rende decisivo il suo apporto in diversi brani come Time (che poi affronta anche un discorso più pesante con le chitarre) o con Close To The Bone, dominata dai tappeti armonici del musicista.
Alla stessa famiglia appartiene anche la successiva My Defense, più drammatica della media, che pone sugli scudi proprio la singer e il piano di Schokaert, che fanno da contraltare al riffing strascicato e distorto di Pieter De Lannoy e Frederik De Dobbeleer.
Senz’altro questo brano conferma la deriva rock dei nostri che li allontana stilisticamenyte dal metal per raggiungere un ambito più rilassato ma sempre drammatico e sofferto. La stessa My Defense ad esempio è un brano che può funzionare bene come singolo di facile diffusione.
I brani più cupi come Back To Reason ci ricordano alcuni interventi di Anathema e Paradise Lost, ma il mood principale del disco è su un altro versante, più movimentato e sostenuto.
Il CD è poi rifinito in modo preciso da un artwork semplice ma diretto opera di Svencho degli Aborted, che raffigura bene i sentimenti di oscura energia che percorrono le tracce di Sign Of Devotion, un CD che forse non sorprenderà ma che gli amanti del genere possono far proprio senza particolari remore.

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