Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Etichetta: 
ASCAP
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Eric Zirlinger - Voce, Piano, Chitarra
- Wayne Silver - Chitarra, Piano
- Paul Kosmic - Basso
- Michael Denton - Batteria


Tracklist: 

1. 48
2. Feed
3. Drown
4. Trip The Lung
5.
6. Watching The Sidewalks
7. This Is Really Happening
8. Torso
9. Minnows
10. Veritas
11. Not One Mistake
12.
13. The Mess I’ve Made
14.
15. We Are Just Riding On These Things
16. Wey

Seer

2020

Voci, suoni, atmosfere fragili, battiti imponenti, sogni improvvisi e pensieri malinconici, ovvero le acque che muovono la particolare poesia dei Seer, interessantissima neoband americana che tra post rock sperimentale e alt-rock ora con echi tooliani, ora più influenzato da Muse e Coldplay, ha dato vita ad uno degli esperimenti musicali indipendenti più affascinanti e brillanti di quest'ultimo periodo. E’ infatti grazie al perfetto alternarsi di atmosfere intime e soffuse e accellerazioni strumentalmente più spinte che i Seer sono riusciti a rendere 2020 un disco d'assoluta qualità, e il fatto che si tratti della loro opera d'esordio dimostra semplicemente che questa band ha stoffa da vendere. E ne ha tanta.

Avevamo parlato d’atmosfera ed è proprio d’atmosfera che il disco è ardentemente permeato sin dai suoi primi, fragili bagliori: partendo con i misteriosi e incalzanti suoni della opener 48, curatissima nell’arrangiamento e coinvolgente nei suoi soavi intrecci melodici, 2020 apre un immaginario emotivo-atmosferico d'assoluto impatto, capace di evolversi in continuazione da un timido intimismo espressivo a più elaborate accelerazioni alt-rock, come accade con la tooliana Feed, accattivante sebbene ancora troppo derivativa, o ancora con le splendide Drown e Trip The Lung, due brani fortemente influenzati dalle soluzioni formali e melodiche dei Muse ma capace di evolversi in una dimensione propria e indipendente, sempre in grado di emozionare. Da qui in poi il disco entra nella sua fase cruciale, nel suo nucleo più intenso e saporito, a partire dalle scombussolanti e ipnotiche note di This Is Really Happening fino alle semplici ma toccanti melodie della bellissima Not One Mistake, passando per i turbamenti emotivi di Torso e Minnows e correndo a piedi scalzi sulla superificie levigata dal soffice soffio di Veritas.

Come non parlare poi della particolare The Mess I’ve Made, splendida nel suo incedere e geniale nella sua conclusione (un decadente e straziante coro di messa), o ancora della meravigliosa We Are Just Riding On These Things, tra i momenti più intensi, malinconici e profondi dell'album assieme alla conclusiva Wey che chiude l’album con la soave tristezza delle sue chitarre acustiche. Da notare poi anche i tre intervalli strumentali senza titolo (rispettivamente alle traccie 5 - 12 - 14) che nelle loro bizzarre alchimie di effetti elettronici e violini rendono il disco ancora più vario, sottolineandone inoltre la ricercatezza stilistica ed espressiva.

2020 è perciò un ascolto consigliato a tutto il pubblico rock mondiale, affinchè non vada sprecata la poesia di questi quattro musicisti che con eleganza ma anche con rabbia, con fare malinconico ma al contempo con grande consapevolezza, hanno saputo dar vita ad un esordio affascinante e ricco d'atmosfera, di difficile collocazione (sebbene siano palesi alcuni punti di riferimento Alternative/Post-Rock) e molto personale. Se questo è quello che la band ha saputo fare solo nel primo album, allora non ci resta che attendere che i Seer riescano ad allargarsi commercialmente il più possibile, perchè perdersi una musica del genere - soprattutto in un'epoca mainstream stantia come la nostra - sarebbe davvero un peccato imperdonabile.

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