Voto: 
9.6 / 10
Autore: 
Davide Merli
Genere: 
Etichetta: 
EMI
Anno: 
1982
Line-Up: 

- Klaus Meine - voce
- Rudolf Schenker - chitarra
- Matthias Jabs - chitarra
- Herman Rarebell - batteria
- Francis Buchholz - basso




Tracklist: 

1. Blackout
2. Can't live without you
3. No one like you
4. You give me all I need
5. Now!
6. Dynamite
7. Arizona
8. China white
9. When the smoke is going down

Scorpions

Blackout

Uno di quei dischi che lasciano il segno. Gli Scorpions, band che oramai dai più di 30 anni portano in giro per il mondo la bandiera dall’Hard rock/Heavy nel 1982 fanno uscire questo Blackout, senza dubbio uno dei migliori in assoluto della band.
Questo disco esce in un periodo importantissimo per l’Heavy Metal, proprio lo stesso anno di capisaldi del genere come The Number Of The Beast dei mitici Iron Maiden oppure Restless And Wild degli Accept o Screaming For Vegeance dei Judas Priest tanto per citarne i più famosi, e senza dubbio ci presenta una band nel suo lato più maturo e affermato.
Shenker e soci fanno un lavoro davvero notevole sotto tutti i punti di vista e soprattutto quello che stupisce è la facilità con cui scorrono i pezzi ma nello stesso tempo la mai banalità di essi. Una perfetta dimostrazione di heavy metal che un certo Ronnie James Dio prenderà atto per il suo debutto solista che avverrà un anno dopo: effettivamente, ascoltando Holy Diver, ci si accorge facilmente l’influenza di questo Blackout.

Nove pezzi in tutto di puro e celebre Hard Rock, premiato da vari dischi prima d’oro e poi di platino e da posizioni nelle chart mondiali un po’ atipiche per il genere.
Si parte subito a mille con l’esplosiva Blackout, canzone dotati di riff decisamente coinvolgente e con un ritornello molto bene strutturato seppur apparentemente banale. Meine con la sua voce molto acuta e tagliente sforna una prestazione super e questo lo si può dire comunque per tutta la band, ottima sotto tutti i punti di vista e chiaramente bene rodata da orami dieci anni di carriera discografica.
Molto bella la voce delicata negli acuti di Meine anche nella successiva Can’t Live Without You, canzone molto immediata con un assolo pregevole dell’ottimo Shenker.
No One Like You è una delle canzoni più belle degli Scorpions sotto tutti punti di vista: parti lente e parti rockkeggianti mischiate perfettamente, ottime parti di chitarra e il solito Meine sempre ottimo nel cantare. Un 100 a Shenker e Meine per questo pezzo e per la parte introduttiva bel pezzo.
Il quarto pezzo del disco è You Give All I Need, canzone che ricalca egregiamente lo stile della precedente con una struttura forse un pizzico più hard rock. Come semrpe stupenda la parte solista di Shenker, leader indiscusso della band che sa dare uno suo piccolo marchio di fabbrica ad ogni pezzo.
Altra canzone eccellente è Now!, pezzo molto veloce e rock ‘n’ roll che che riesce a riportare alla mente i tempi d’ora dei Led Zeppelin. Grandissimo pezzo caratterizzato dalla voce delicata e tagliente di Meine che per tutta la breve durata del pezzo tiene sempre tonalità molto alte ma molto composte e mai indomate.

Con Dynamite ci spostiamo più verso l’hard rock moderno. Il pezzo è veloce e dotato di riff rocciosi e tosti in pieno stile Scorpions. ottima davvero. Su Arizona vorrei fare una considerazione: il riff di questa canzone non sembra lo stesso di Caught In The Middle di R.J. Dio?
Guarda a caso Dio è da sempre stato un grande fan degli Scorpions e nel suo debutto penso che abbia voluto omaggiarli con questo reprime del riff di Arizona. A parte questa la canzone è a dir poco stupenda con i soliti Shenker e Meine superbi dietro ai loro strumenti.
Se ultime due tracce del disco forse sono le “meno superbe”: China White è bella ma forse un po’ troppo lenta e contorta rispetto alle altre tracce.
La conclusiva When The Smoke Is Going Down è la ballata del lotto e l’accoppiata ballata-Scorpion è per tutti una garanzia assoluta di ottima qualità e anche in questo caso i cinque non si smentiscono anche se a dire il vero, le ballate degli scorpioni che hanno lasciato il segno sono ben altre (wind of change su tutte…).

Che c’è di altro da dire? Un disco che ha lasciato il segno nella storia dell’Hard Rock e che rimarrà indelebilmente uno dei capisaldi del genere. Inutile dire che gli amanti del genere dovrebbero senza dubbi procurarselo ed ascoltarselo fino alla noia.
Un disco davvero maturo e splendido sotto tutti i punti di vista. Difficile trovare dei veri proprio punti deboli a Shenker e soci.

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