Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Iacopo Fonte
Genere: 
Etichetta: 
SPV Records/Audioglobe
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Klaus Schulze
- Lisa Gerrard

Tracklist: 

Farscape I
1. Liquid Coincidence 1
2. Liquid Coincidence 2
3. Liquid Coincidence 3
Farscape II
1. Liquid Coincidence 4
2. Liquid Coincidence 5
3. Liquid Coincidence 6
4. Liquid Coincidence 7

Klaus Schulze & Lisa Gerrard

Farscape

L’accoppiata Klaus Schulze – Lisa Gerrard, nata sotto i migliori auspici a partire da una semplice telefonata del grande sperimentalista elettronico tedesco, si concretizza in un lavoro, Farscape, il quale completa, con pieno successo, il proprio mandato. Ne esce fuori infatti un doppio disco, costituito da sette capitoli tutti all’insegna della fluidità sonora e di uno strano misticismo futuristico. L’album, registrato ad Hannover, nello studio personale di Klaus, cuore della sua tenuta, risente fortemente del contesto in cui è stata immersa la produzione: un magico microcosmo forestale, fatto di foschie, vento e di giochi chiaroscuri che conferiscono un netto imprinting emotivo al full-length.

I corposi background dei due artisti scivolano magneticamente l’uno dentro l’altro, rivelando una sorprendente intesa; la capacità, con cui gli estranianti fraseggi lirici della Gerrard si legano all’impalcatura sonora eretta da Schulz, farebbe pensare infatti a una collaborazione ben più radicata nel tempo. Grazie invece alle stupefacenti capacità artistiche del duo, prende vita un infinito corso di soluzioni sonore, di loop siderali, che vorticano in profondità, fino a stanziare nella mente dell’ascoltatore, inerme in una situazione di pura speculazione estetica. Lo stile sonoro atto a ciò è alquanto rigoroso ed essenziale. Basandosi su variazioni minime di temi sonori, quali possono essere un loop minimal di poche note, il bouquet si arricchisce man mano, con l’evoluzione artistica del brano. Il tutto, intensificato poi dalla vocalist degli ex Dead Can Dance, esprime un forte misticismo fiabesco tramite una colorazione corale di piccole campionature e di appena percepibili schegge sonore. Il mood dell’opera poi in diversi capitoli ricorda, oltre che le ultime ottime prove della Gerrard, in collaborazione con Patrick Cassidy, anche le trame esoteriche di Jocelyn Pook – il celebre Masked Ball di Eyes Wide Shut – secondo un filone sonoro-caratteriale che ha ad oggi nell’artista australiana forse la sua migliore esponente.

Si tratta infatti certamente di un’opera densa e intensa. Con più di centocinquanta minuti di sound a metà tra la new age, l’elettronica post-rock di ascendenza kraut e l’ambient etnico, non basterebbe forse neanche un mese per comprendere a fondo l’opera. Ne emerge comunque chiaramente il calibro irraggiungibile di due artisti che – Schulze fin dagli anni ’70, con il grande Irrlicht (1971), la Gerrard a cominciare dal decennio successivo – hanno regalato un contributo inestimabile alla musica moderna. Una specie di opera omnia dunque per immergersi in un universo fatto di esoterismo, di contemplazione, di arricchimento spirituale. E a questo scopo, chi meglio di questa sorta di dream-team Schulze-Gerrard?

 

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