Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Jacopo Prada
Genere: 
Etichetta: 
SPV Records/Audioglobe
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Biff Byford - voce
- Paul Quinn - chitarra
- Doug Scarret - chitarra
- Nibbs Carter - basso
- Nigel Glockler - batteria


Tracklist: 

1. State Of Grace (05:37)
2. Need For Speed (03:08)
3. Let Me Feel Your Power (03:29)
4. Red Star Falling (06:16)
5. I’ve Got To Rock (To Stay Alive) (04:40)
6. If I Was You (03:27)
7. Going Nowhere Fast (04:15)
8. Ashes To Ashes (04:52)
9. Empire Rising (00:41)
10. Atila The Huhn (08:09)

Saxon

The Inner Sanctum

Tempo di un nuovo full length per i Saxon, storica formazione britannica autrice, in passato, di alcuni fra i più incredibili capolavori di sfrenato Heavy Metal. Biff Byford e compagni non stanno certo attraversando un periodo magico, come testimoniano le recenti uscite discografiche targate Saxon: The Eagle Has Landed Pt. III, il tanto atteso ma deludente live album, e The Very Best Of Saxon: 1979-1988, una quanto mai inutile raccolta di vecchio materiale. Per non parlare di Lionheart, ultimo studio album in ordine di tempo sulla cui qualità ci sarebbe da discutere in eterno. I Saxon, comunque, non si danno per vinti: riuniscono le proprie forze, fanno realizzare una copertina davvero magnifica e danno alle stampe il loro diciassettesimo full length: The Inner Sanctum.

Dopo qualche secondo di fascinosa introduzione ecco finalmente esplodere le chitarre di Paul Quinn e Doug Scarret, sostenute da un drumming a dir poco mostruoso. Proprio Nigel Glockler, da poco ritornato al suo classico ruolo di batterista dei Saxon, si rivelerà alla lunga uno dei punti di forza dell’album. Al contrario, Peter Byford non appare sempre all’altezza delle aspettative ed in più di un’occasione sembra non reggere il peso degli anni. Ineccepibile, invece, il lavoro della coppia Quinn - Scarret, che insieme macinano  riff squadrati e taglienti. L’album in sé non rappresenta certamente niente di particolare, solo puro e semplice Heavy Metal.

Particolare rilievo ha la melodia, la quale ricopre in The Inner Sanctum un ruolo senz’altro centrale. State Of Grace e Need For Speed, per esempio, risultano decisamente più orecchiabili rispetto ad alcune tracce contenute nel precedente Lionheart. Let Me Feel Your Power, da parte sua, vanta un riffing letale, mentre Red Star Falling si rivela un ottimo ed a tratti toccante mid tempo. Finalmente si torna ai fasti di tanti anni fa con I’ve Got To Rock (To Stay Alive), nella cui frazione iniziale sembra quasi di sentire gli AC/DC. Il drumming imperioso di Nigel continua a sferrare colpi micidiali e Peter Byford dimostra, finalmente, di saper essere ancora la vecchia volpe di un tempo. Orientata verso lidi maggiormente commerciali è If I Was You, dotata infatti di un refrain assolutamente inarrestabile. Ancora AC/DC nella rockeggiante Going Nowhere Fast, ennesima apertura, da parte del complesso inglese, ad un sound piuttosto orecchiabile. Dopo la trascurabile Ashes To Ashes, troviamo infine la coppia conclusiva di The Inner Sanctum, composta dall’intro strumentale Empire Rising e dalla maestosa, lunga, granitica Attila The Hun.

Inutile aspettarsi qualche novità da una band come i Saxon. The Inner Sanctum, difatti, non offre nulla di innovativo, semmai del buon Heavy Metal canonico e tradizionale. Un disco piacevole, che tuttavia non convince fino in fondo, soprattutto trattandosi di un album dei Saxon, gruppo storico e certamente capace di lavori d’altro livello. The Inner Sanctum è pertanto consigliato unicamente agli appassionati del genere ed ai fan irriducibili del complesso britannico.

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente