Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
A. Giulio Magliulo
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2011
Line-Up: 

Alessio Sanniti: Chitarra, Basso, Percussioni, Synth.

Tracklist: 

1. Projection
2. Force
3. Liberation
4. Birds Talk to Trees

Alessio Sanniti

S/T

Cominciamo dalla fine, dai ringraziamenti elargiti sulla terza facciata di questo vinile dal meraviglioso artwork perchè può aiutare a tracciare un profilo, seppur sommario, delle ispirazioni primarie di Sanniti: Misantropus, doom-metal band di culto di cui è egli stesso chitarrista, Ludwig Van Beethoven che non credo abbia bisogno di presentazioni, Paul Chain, veterano della scena proto-metal italica, Angelo Branduardi, Pietro Domenico Parisi, compositore napoletano del '700 che tutti conoscete grazie all' Allegro dalla Sonata VI in la maggiore, conosciuto anche come Toccata in la per arpa sola cioè la musica del famoso intervallo RAI e Omraam Mikhaël Aïvanhov, maestro spirituale macedone del '900.

In copertina è rappresentato un paesaggio invernale dipinto ad olio e all'interno, dello stesso autore è raffigurato l'arcangelo Michele che sconfigge il demonio.

Tante influenze non potevano evidentemente essere contenute nel 'classic doom' strumentale dei Misantropus che continua ad essere la sua band di riferimento, quindi Alessio Sanniti ha ben pensato di fare tutto da solo, suonando chitarra, basso, percussioni e synth in questo debut mini-album omonimo ed autoprodotto (come nella tradizione degli stessi Misantropus i cui lavori, sempre rigorosamente in vinile, sono sempre stati tutti autoprodotti).

La difficoltà nella distribuzione e la tiratura limitata del disco, se da un lato ne penalizzano la diffusione dall'altro ne accrescono il suo fascino e contribuiscono al suo status di 'cult' (e vi spingeranno a muovervi piuttosto velocemente - grazie ai riferimenti nel link – se desiderate accaparrarvene una copia, visto che la mia è già la numero 056 ed il numero previsto è di 500).

Il concept dei quattro brani contenuti ha a che fare con la spiritualità dell'uomo ed in effetti Projection, Force e Liberation possono essere definiti come gli stadi che portano alla realizzazione di un 'sè superiore', mentre la conclusiva Birds Talks To Trees va intesa come un omaggio alla natura.

Projection è un mantra acustico non distante da quelli di Ben Chasny, da quel Sun Awakens dei suoi Six Organs of Admittance, con la differenza sostanziale che se nell'artista americano le derive dilatanti e droneggianti conducono ad una perdizione psichedelica, Sanniti preserva la composizione mantenendo inalterata la sua forma folk-etnica, evitando appunto quella 'perdizione' e lasciando all'ascoltatore la possibilità di proiettarsi in un corpus mistico che negli stadi successivi permetterà delle trasformazioni. C'è un momento centrale, riflessivo in cui sembra realmente avvenire una trasfigurazione del sè culminante in un risveglio grazie ai tam-tam che riprendono decisi il mantra chitarristico che alla fine sfuma, come ad indicare un percorso più lungo nella vita reale che qui vuole essere solo indicato.

Nella successiva Force si riparte con lo stesso tessuto sonoro ma le note sembrano più decise e potenti, meno oscure, segno che si è giunti alla fase inizialmente promessa. Le energie raccolte si manifestano e sembra che ad ogni ascolto si scorgano dei nuovi particolari nell'apparato percussivo.

Con Liberation si vola in alto, e a differenza delle atmosfere orientaleggianti di prima, sembra di entrare in una dimensione più rock, non dissimile da certe introduzioni acustiche dei Motorpsycho, con quegli accordi aperti che nel combo norvegese preludono a grandi aperture psichedeliche; la struttura circolare potrebbe lasciare il brano girare all'infinito, ma ormai il viaggio è compiuto.

Birds Talk to Trees è distaccata dal resto delle tracce, sia dal punto di vista sonoro, essendo sostanzialmente ambient, che da quello del concept, volendo essere quasi un monito, a ripensare al nostro rapporto con la natura. Pulsazioni elettroniche, liquide, una tastiera eterea e al contempo criptica, un lungo drone e la fine netta, così come in un domani non troppo lontano potrebbe tristemente accadere a questo pianeta.

Un primo lavoro che si spera avrà un seguito viste le interessanti premesse e particolarmente curioso intuendo le distanze del nostro da un'attualità musicale in cui involontariamente si ritrova, visto il rinnovato interesse del mondo underground per il folk esoterico, e che non lascerà insoddisfatti gli amanti di gente quali Pentangle o Comus.

 

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