Voto: 
8.5 / 10
Autore: 
Marco Maculotti
Genere: 
Etichetta: 
Sire Records
Anno: 
1977
Line-Up: 

Richard Hell - voce, basso
Robert Quine - chitarra
Ivan Julian - chitarra
Marc Bell - batteria

Tracklist: 

1. Love Comes in Spurts
2. Liars Beware
3. New Pleasure
4. Betrayal Takes Two
5. Down At The Rock & Roll Club
6. Who Says? (It's Good to Be Alive)
7. Blank Generation
8. Walking on the Water
9. The Plan
10. Another World
11. I'm Your Man
12. All the Way

Richard Hell and The Voidoids

Blank Generation

"In un'epoca di edonismo fascista nessuno osa dire ad alta voce o giudicare ciò che è pateticamente sospeso a mezz'aria […]. Ci stanno mangiando corpo e anima, e nessuno li combatte. In realtà nessuno vede davvero tutto ciò, ma se ascoltate i poeti lo sentirete, e vomiterete la vostra rabbia. Richard Hell è uno dei poeti."
(Lester Bangs, 1978)

Che Richard Hell, pseudonimo di Richard Meyers, abbia "inventato il punk" è un luogo comune ma ha più di un fondo di verità. Senz'altro molta dell'estetica del primo punk inglese l'ha ispirata lui, a New York a metà degli anni '70 (capelli corti e spettinati, magliette bucate etc). Musicalmente non saprei: è senz'altro più semplice indicare come presursori dei Sex Pistols gente come New York Dolls, Ramones o Heartbreakers. Di quesi ultimi Hell fece parte per qualche mese, dopo l'esperienza con Television e Neon Boys e prima di mettere in piedi un gruppo tutto suo, quei Richard Hell and the Voidoids che incisero, nel 1977, un capolavoro: Blank Generation.

Il problema di Hell all'epoca fu che un ego ingombrante come il suo faticava a sopravvivere assieme ad altri ("questa band è troppo piccola per tutti e due", potrebbero avergli detto in momenti diversi Verlaine nei Television e Johnny Thunders negli Heartbreakers), e che si trovò quindi costretto a migrare, col suo basso e un pugno di ottime canzoni, di formazione in formazione, fino alla decisione di fondare, appunto, i Voidoids assieme a Robert Quine, influente chitarrista, con un background che spaziava dai Velvet Underground a Captain Beefheart, dallo stile eclettico che attingeva da rock, blues, jazz.
Assieme a loro vi sono anche Ivan Julian (chitarra) e Marc Bell (batteria - più tardi passato alla storia con lo pseudonimo di Marky Ramone assieme ai Ramones).

Dopo un EP autoprodotto i Voidoids approdano alla Sire, per cui pubblicano un album fatto di una mezza dozzina di canzoni che, se suonano 'punk' nello spirito (la visione del mondo di Hell, almeno in questi anni, è molto cinica e molto poco romantica, quasi fino al pessimismo… no future: "chi ha detto che è bello essere vivi" ripete il nostro in Who Says?), sono qualcosa di leggermente diverso dagli altri classici del periodo, molto legati a forme piùttosto ortodosse di 'buon vecchio' rock and roll.

Il merito dell'originalità di Blank Generation sta in molti elementi; per prima cosa la scrittura di Hell, molto poco tradizionale e regolare, sia nei testi che nella costruzione dei pezzi, nonché il suo modo di cantarli, molto sguaiato e (quello sì) punk. Degna di nota è senz'altro anche la band, molto affiatata e tecnicamente al di sopra della media, che sfrutta al meglio l'impostazione classica chitarre-basso-batteria con arrangiamenti mai scontati e costruendo interscambi chitarristici eccellenti su una ritmica impeccabile.
Il disco diviene così un angosciato punto di riferimento di fondamentale ispirazione per l'estetica e la "filosofia" punk (tant'è che Malcolm McLaren tenta subito di esasperare la cosa con i Sex Pistols) nonché per l'espressività della new wave, anticipata in alcune soluzioni stilistiche.
Richard Hell assurge al ruolo di cantore decadente e nichilista, una sorta di "poeta" assolutamente fondamentale come punto di riferimento per tutta l'etica e l'attitudine del movimento punk.
"I belong to the blank generation and I can take it or leave it each time" è uno degli inni che caratterizzarono maggiormente il punk '77, e ciò è grazie al contributo caratterizzante e di idee di Hell.

Buona parte delle canzoni era già da tempo proposta in sede live nei club di New York da Richard Hell, che le suonava con i suoi gruppi precedenti, ma la loro carica disillusa cattura ugualmente il disagio generazionale (quello della "blank generation" per l'appunto, quella cioè che Hell definiva, parafrasando un aneddoto di Tom Verlaine, come una generazione senza obiettivi nè un proprio posto in cui stare) di cui il musicista americano si fa esponente-interprete con l'intento voluto di esprimere questo disagio interiore, senza cercarvi soluzioni o critiche sociali, ma solo lasciando che esso sgorghi fuori.
Vi è inoltre una cover, Walking on the Water degli storici Credence Clearwater Revival.

Ci sono pezzi tirati, ballate, stratificazioni chitarristiche e commenti sulla vita, l'amore, la morte e i rock'n'roll clubs. Cosa chiedere di più a un disco? Un seguito? Chi lo fece, nel 1977, dovette aspettare cinque anni: il seguito di Blank Generation fu inciso infatti nel 1982, e intitolato Destiny Street.
Per il momento, se vi stanno a cuore le chitarre ma ritenete che certo altro rock sia stancamente megalomane (cosa che non vuol dire per forza attaccarsi alla prima moda pseudo-elettronica che passa di lì) prestate un orecchio a Blank Generation, ne vale la pena.

L'edizione CD del 1990 contiene anche due bonus tracks, I'm Your Man e All the Way (una cover di Frank Sinatra), oltre che una versione differente di Down at the Rock & Roll Club.

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