Voto: 
6.0 / 10
Autore: 
Emanuele Pavia
Genere: 
Etichetta: 
Relapse Records
Anno: 
2011
Line-Up: 

- Maurice Brian Giles - Voce, Chitarra

- Aaron Beam - Voce, Basso

- David Sullivan - Voce, Chitarra

- John Sherman - Batteria

Tracklist: 

1. Malverde

2. Wires

3. Hank Is Dead

4. Dirt Wizard

5. Throw Up

6. Painted Parade

7. Number Thirteen

8. Into the Eye

9. The Undertow

10. Human Herd

Red Fang

Murder the Mountains

Murder the Mountains, pubblicato il 12 aprile 2011 dopo una prima uscita eponima nel 2009, si tratta della seconda fatica discografica dei Red Fang, supergruppo americano formato nel 2005 da vari membri di alcuni complessi underground (tra cui i Party Time, da cui provengono i tre quarti della line-up) e che ha riscosso fin da subito un discreto successo nel panorama dello sludge/stoner a tinte psichedeliche, che in questo periodo si sta affermando grazie ad acts di valore come Baroness e Kylesa.

L'album risulta una riproposizione piuttosto competente dei vari stilemi appartenenti alla corrente stoner/doom, dalle chitarre distorte e abbassate tipiche dei più recenti Kylesa, ai muri sonori, ora corposi nei momenti più sludge e ora atmosferici, retaggio della componente più psichedelica della scena (influenzata da Kyuss e Sleep). Tutto ciò senza, però, disdegnare l'aspetto melodico, forse il più curato nel lavoro: Murder the Mountains si dimostra, quindi, una sintesi di tutte le diverse sonorità che hanno caratterizzato la scena fin dalle primissime  origini ad oggi, accompagnandole ad un song-writing efficace e ad una buona produzione (opera di Chris Funk, membro dei Decemberists, mentre il mixaggio è supervisionato da Vance Powell - già collaboratore di band come White Stripes e Kings of Leon -).

Il lavoro è abbastanza omogeneo, sia per quanto riguarda la proposta sia dal punto di vista qualitativo: i Red Fang adottano, infatti, uno stile duro ma sempre accattivante, tenendo sempre d'occhio l'aspetto melodico. Questo modus operandi si realizza a partire dalla opener Malverde (dove gli echi dei Kylesa, anche per via della componente psichedelica del pezzo, sono piuttosto evidenti) e prosegue nelle tracce successive (come in Wires, dove l'influenza di Black Sabbath e Sleep è tangibile, e Hank Is Dead), talvolta estremizzando gli elementi più hard del loro sound (è il caso di Throw Up e Into the Eye, dove i riff di basso e chitarra diventano tanto granitici da riportare alla mente perfino il doom metal dei primi Paradise Lost), talvolta preferendo approfondire il carattere psichedelico e stoner à la Kyuss (Number Thirteen e soprattutto The Undertow, caratterizzata da elementi spaziali direttamente ripresi dalla prima psichedelia anni '60 e che rappresenta uno dei vertici del disco, ne sono degli esempi lampanti).
Ciò che però manca per permettere alla proposta dei Red Fang di fare un salto di qualità è una maggiore personalità: per quanto si rivelino capaci nell'opera di revival psych/stoner in tutte le sue varie sfaccettature,  le influenze del sound del gruppo sono troppo pesanti e danno spesso un senso di deja vù all'ascoltatore. Il complesso non ha certamente dimostrato di essere una semplice tribute band di gloriosi acts del passato e del presente, ma per riuscire a spiccare definitivamente il volo e dare vita a un sound ancora più personale è necessario un distacco più pronunciato dall'eredità artistica che si trascina dietro.

Questo difetto, tuttavia, non toglie il fatto che Murder the Mountains rappresenti una godibile uscita nel panorama: seppur non sia sicuramente ai livelli delle uscite più recenti di Kylesa e Church of Misery, i fan dello stoner e dello sludge atmosferico apprezzeranno comunque facilmente la proposta di quest'ultimo lavoro dei Red Fang.

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