Voto: 
7.7 / 10
Autore: 
Corrado Penasso
Genere: 
Etichetta: 
Punk Rock Discos
Anno: 
1984
Line-Up: 



- João Carlos Molina Estevez "Jão" - batteria, voce
- Rinaldo Oliveira Amaral "Mingau" - chitarra
- Jarbas Alves "Jabá" - basso
 

Tracklist: 



1. Morrer (01:25)
2. Caos (00:17)
3. Guerra Desumana (01:23)
4. Agressão/Repressão (01:22)
5. Obrigando a Obedecer (01:02)
6. Asas da Vingança (01:12)
7. Que Vergonha (Olho Seco cover) (00:51)
8. Poluição Atômica (00:59)
9. Pobreza (01:02)
10. F.M.I. (01:13)
11. Só Pensa em Matar (02:15)
12. Sistema de Protesto (01:36)
13. Não me Importo (01:19)
14. Periferia (01:02)
15. Crucificados pelo Sistema (01:23)
16. Corrupção (00:34)

Ratos de Porão

Crucificados Pelo Sistema

Se realmente volete capire le origini del metal estremo brasiliano, dovete conoscere questo album. Almeno il nome. I Ratos de Porão sono una vera e propria istituzione del più feroce hardcore/punk e Crucificados Pelo Sistema è sicuramente il loro manifesto, nonché forse la loro testimonianza più feroce e genuina di un genere che allora stava buttando le basi per il crust, il grindcore e il death metal. Non a caso, una miriade di band del Paese sudamericano presero ispirazione proprio dal combo di San Paolo: Sepultura, Mutilator, Sarcófago e tanti altri. La prima formazione risale addirittura al 1981 ed allora essi si contendevano la scena con i Venomiani, importantissimi Vulcano e questo debutto arriva in un periodo in cui il thrash metal era il genere più violento che si potesse trovare. I Ratos de Porão, tuttavia, vollero osare, forse senza rendersene veramente conto ed ecco che uno degli album più violenti per il periodo venne dato alle stampe.

Liriche condite di odio verso le istituzioni, povertà e ribellione sono la base per costruire un musica altrettanto impulsiva e cruda. Le favelas e la violenza che circonda il gruppo, l’ambiente disgustoso del Brasile di quasi trent’anni fa sono fonte di ispirazione per loro e per tanti gruppi a venire, Sepultura compresi dopo le sbandate anticristiane degli esordi. Il punk allora era un genere molto in voga, grazie all’esplosione della decade precedente e se in quel periodo esso si stava tramutando in qualcosa di ancor più veloce e “ in your face”, lo dobbiamo anche a questa band. Poco meno di venti minuti di pura velocità sono più che sufficienti per capire le intenzioni della band e titoli come la ferale Morrer o la storica Crucificados pelo Sistema (coverizzata anche dalla band di Max Cavalera) rispecchiano tutta la voglia di distruggere le istituzioni che, secondo il gruppo, premiano i ricchi e mantengono in povertà la maggior parte della popolazione.

La registrazione sporca, il basso bello in evidenza nella migliore tradizione punk/hardcore e lo screaming selvaggio di João Carlos Molina Estevez sono elementi essenziali nel loro sound, mentre la chitarra compie il suo compito facendosi massacrare le corde attraverso riffs senza tecnica, completamente votati alla velocità. L’attitudine del proto-grind è ben evidente, soprattutto se prendiamo i blast beats (allora ancora un sorta di velocizzazione degli up tempo) di Caos: diciassette secondi che anticipano di ben tre anni ciò che i Napalm Death avrebbero fatto con Scum e di due ciò che i Repulsion avrebbero fatto con Slaughter of the Innocent, prima versione demo del futuro album Horrified. A tutti voi, quindi, è ben carpibile l’importanza di queste composizioni. Non troverete momenti sinfonici, a parte la chitarra sinfonica in apertura di Que Vergogna (cover degli Olho Seco), mentre i pochi momenti in mid-tempo sono ritrovabili all’inizio di Só Pensa em Matar o Agressão/Repressão.

Nessuno può fermare la carneficina operata dai “Ratti del Seminterrato”, prima che una futura evoluzione li portasse a comporre musica in qualche modo più orientata al thrash metal; cosa naturale soprattutto se calcoliamo la maggior padronanza strumentale che la band avrebbe acquisito nel corso degli anni. Ad ogni modo, questo piccolo gioiello di estremismo sonoro ha segnato un importante passaggio nella storia del metal più pesante ed è giusto dargli un giusto riconoscimento. 
 

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