Voto: 
7.7 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
1101
Anno: 
2010
Line-Up: 

- Eric Howden - voce, chitarra
- Alex Wright - chitarra
- Andy Magoffin - basso
- Brady Parr - batteria

Tracklist: 

1. We Were Never Young
2. Hail of Arrows
3. Secret Garden / S.C.
4. Easier
5. Night Fighter
6. By an Ion
7. How Do These Hearts Unfold
8. The Waiting’s Over
9. Old Fires
10. The Past Is The Prey
11. Longer Shadows, Shorter Days
12. There’s Hope Yet
13. North of Light’s End

Raised by Swans

No Ghostless Place

Balzati fuori dal nulla nel 2005 con un disco sensazionale che senza indugi entra nella top ten indie dell'ultimo lustro, i Raised By Swans, pur non potendo vantare troppe attenzioni e un successo di vendite e ascolti che al contrario gli spetterebbe di diritto, rappresentano uno dei volti più intensi e mesmerizzanti che il rock indipendente contemporaneo ha visto sorgere tra le sue fila più recenti. I motivi? Tanti e, soprattutto, non banali. Molti dei quali peraltro facilmente rintracciabili già nel full-lenght d'esordio Codes And Secret Loging, splendida introduzione all'arte drammatica in maschera rock del complesso canadese. Delle qualità espressive del gruppo se ne accorse ben presto l'abile regista Atom Egoyan, che utilizzò tre loro brani per la colonna sonora del film Adoration e li chiamò addirittura a recitare (nella parte di loro stessi) nella sua ultima pellicola Chloe. Un piccolo coronamento per una carriera in realtà ancora in rodaggio - sono passati cinque anni dal primo album - ma altrettanto giovane e stracolma di fascino, una sorta di 'premio' che alla band ha indubbiamente garantito una discreta spinta, facendone al contempo lievitare le quotazioni in ambito internazionale. E' così che, senza tradire minimamente le premesse e dimostrandosi ancora una volta estremamente maturi e pieni di qualità, i Raised By Swans danno alle stampe il proprio secondo full-lenght, ed è poco ma sicuro che di No Ghostless Place non ci si scorderà facilmente.

Plasmatori di un indie pop/rock dalle tinte fortemente cupe, trasportato da un piglio malinconico e sognante dal grande impatto emotivo, i Raised By Swans hanno forgiato un linguaggio purissimo, originale e che non ha assolutamente nulla da invidiare ai grandi maestri del rock indipendente più intimista. Uno specchio per le malattie del cuore, un inno che racchiude voci spezzate e sentimenti infranti: No Ghostless Place è si un toccante intreccio di melodie decadenti e riflessione interiore, ma a questo profondo introspezionismo affianca una cura formale e una precisione negli arrangiamenti disarmante, dimostrandosi un album completo e maturo non solo sotto il profilo melodico.
Meno febbrile e distorto oltre che decisamente più mesto, cupo e intimista del precedente, il nuovo lavoro dei Raised By Swans si distacca man mano dall'indie rock maggiormente di maniera (anche se parlare di vero e proprio manierismo sarebbe eccessivo e ingiusto), affacciandosi splendidamente su reminiscenze slo clore - Red House Painters, Low e a tratti i Dakota Suite più elettrici - che ne rallentano i ritmi e ne approfondiscono il velo malinconico e intimista.

Le chitarre sono meno dinamiche ma pervase da uno spleen costante, su cui i vocalismi in falsetto di Eric Howden si sciolgono in tutta la loro forza lirica ed evocativa. La struggente opener We Were Never Young emblemizza per l'appunto il cuore più lento e pacato dell'album, lasciandone però trasparire la malinconia e la profondità drammatica in maniera eccellente, abbandonandosi ad una commovente litania priva di ritmo, trascinata esclusivamente dalla voce sommessa di Howden e da un denso arpeggio di chitarra, lentissimo ma stracolmo di pathos. In ogni caso, No Ghostless Place non si limita a questa 'scarnificazione' slo core-style e si apre spesso a momenti più ritmati e dinamici: brani come Hail of Arrows (splendida nella seconda metà), Easier (tra le canzoni più toccanti dell'album) e Longer Shadows, Shorter Days si presentano infatti sotto una veste decisamente più vivace, con ritmi e arrangiamenti più incalzanti che comunque non smarriscono per nulla la densità e la ricchezza emozionale originaria. Non vivendo di fiammate improvvise ma piuttosto di una costante tensione emotiva, No Ghostless Place mantiene integra la propria atmosfera e il proprio spleen melodico affiancando sapientemente brani privi di eccessivi dislivelli qualitativi: tralasciando le meno incisive By an Ion e Secret Garden / S.C., le restanti tracce dell'album approfondiscono splendidamente l'interiorità dei Raised By Swans, forse nemmeno nel bellissimo Codes And Secret Loging così continui e stabili (nonostante a livello di singole composizioni il precedente vinca, seppur di poco, la sfida). Le toccanti melodie slo core di Old Fires, Night Fighter, The Waiting's Over (altri tre gioielli purissimi) e How Do These Hearts Unfold - con tutta la loro carovana di drammatismo, atmosfera e introspezione - lo dimostrano con estrema eleganza, mettendoci di fronte una band cresciuta e ben maturata nella ricerca di un proprio linguaggio peculiare e altrettanto toccante.

A livello complessivo, dunque, la bellezza di No Ghostless Place e del precedente Codes And Secret Loging si assesta sugli stessi livelli, pur essendo entrambi i dischi caratterizzati da diversi stili e differenti finalità espressive (gli arrangiamenti minimalisti e più scarnificati, l'avanzata della matrice slo core e il taglio introspettivo ancora più profondo sono elementi che separano in maniera piuttosto distinta le due produzioni). Ciò che rimane di sicuro ed inequivocabile è la qualità compositiva messa in mostra dalla band canadese, ormai non più semplice cenerentola di belle speranze del panorama indie contemporaneo più intimista, ma sua affascinante punta di diamante. Da avere. Per i deboli di cuore in primis.

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