Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Quarterstick
Anno: 
1996
Line-Up: 

- Christian Frederickson – Viola
- Wendy Doyle – Violoncello
- Rachel Grimes – Piano

Tracklist: 

1. Family Portrait
2. Egon & Gertie
3. First Self-Portrait Series
4. Mime Van Osen
5. Second Self-Portrait Series
6. Wally, Egon, & Models In The Studio
7. Promenade
8. Third Self-Portrait Series
9. Egon, Edith & Wally Meet
10. Egon & Wally Embrace & Say Farewell
11. Egon & Edith
12. Second Family Portrait

Rachel's

Music For Egon Schiele

Emblema della pittura espressionista mitteleuropea di inizio '900, Egon Schiele è stato uno dei personaggi più affascinanti e misteriosi che la storia dell'arte ricordi. Lo è stato in maniera così profonda e particolare da spingere un gruppo statunitense a scrivere la colonna sonora della sua vita, del suo essere, della sua arte. Loro sono i Rachel's, e se hanno bisogno di presentazioni è solo perchè il cinismo del mercato discografico non fa sconti a nessuno: nato nel 1991 a Baltimora, il complesso che fa capo a Rachel Grimes, Christian Frederickson e Wendy Doyle, si è imposto come tra i più abili fautori di quella tendenza musicale, ormai già abbastanza espansasi (basti pensare ai vari Dakota Suite, Esmerine, Balmorhea e anche i Clogs su un versante più folk-oriented), che vuole (post) rock e musica classica fusi in un comune linguaggio d'impronta puramente intimistica e drammatica.

Dopo la pubblicazione di Handwriting (1995), lavoro in cui la vena classical veniva esplorata di pari passo a timidi bagliori di un post rock etereo e decadente, i Rachel's compongono quella che, ingiustamente, rimarrà la loro opera più sottovalutata: Music For Egon Schiele, ovvero il sincero ed incondizionato atto d'amore nei confronti del grande pittore austriaco.
La dilaniante ricerca psicologica che in Schiele scavava nei personaggi fino a rivelarne la più recondita essenza, viene splendidamente trasposta dai Rachel's a livello sonoro e musematico, ancor prima che musicale: perchè prima dei fraseggi melodici e delle più complesse armonie del disco, sono i timbri e i modi d'esecuzione strumentale a riflettere di Schiele le stesse nevrosi, la stessa fragilità, lo stesso tratto ora più dolce e malinconico (First Self-Portrait Series), ora più asciutto e tagliente (Egon & Edith).

Ma nonostante venga spontaneo creare un (comunque più che leggittimo) parallelismo tra la musica dei Rachel's e la pittura dell'artista viennese, Music For Egon Schiele è prima di tutto la trasposizione acustica della sua esistenza, dei suoi incontri, e del rapporto con le persone che hanno scandito le tappe della sua breve vita (morì a 28 anni di febbre spagnola): a un pianoforte, un violoncello e una viola la responsabilità di narrarla.
Il disco si presenta, in maniera anche abbastanza prevedibile, come un concentrato di romanticismo da camera e atmosfere decadenti intrecciate ad un senso melodico e ad uno stile compositivo spiccatamente moderno (Promenade), che va quindi a creare un equilibrato punto d'incontro tra una tradizione classica elegantemente riesumata e un mood contemporaneo di pregevole fattura (il dolente trascinarsi di Egon & Wally Embrace & Say Farewell). Ma vi è un imprescindibile particolare che va a distinguere la musica dei Rachel's dagli altri interpreti di tale tendenza; un aspetto che, per l'appunto, rende Music For Egon Schiele una singolare esperienza musicale, ovvero la cura (tipica dei musicisti classici) con cui gli arrangiamenti e, soprattutto, le parti soliste vengono ideate e realizzate, oltre che la precisione di un'impostazione strumentale che, sebbene sconfini spesso nel drammatico minimalismo nymaniano (le meravigliose Second Self-Portrait Series e Second Family Portrait), è in grado di spaziare in un mare di modi, timbri, tonalità e atmosfere da brivido.

Sebbene incostante in alcune sue parti a causa di qualche smarrimento melodico di troppo, Music For Egon Schiele è innanzitutto una commovente parentesi nella parabola compositiva dei Rachel's (nè il capolavoro The Sea And The Bells, nè i successivi Selenography e Systems/Layers saranno in grado di toccare tali vette di drammaticità romantica, orientandosi piuttosto verso uno stile più ricercato e contaminato), ed è infine un album al di là del tempo, del giudizio e dell'estetica musicale moderna perchè, anche se potrà risultare di difficile assimilazione per un orecchio poco propenso ad uno stile del genere, si tratta di un'opera estremamente affascinante e splendidamente realizzata, proprio perchè rende attuali le suggestioni emotive di un'era ormai scomparsa oltre che di un personaggio immortale.

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