Voto: 
7.4 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Nightmare Records
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Lance King - voce
- Michael Kammeyer - chitarra
- Toke Skjønnemand - chitarra
- Niels Kvist - basso
- Jonah Weingarten - tastiera
- Morten Gade Sørensen - batteria

Tracklist: 

1. Era Of Chaos
2. The Birth
3. What Lies Beyond
4. Ancient Words Within
5. Souls In Pain
6. She Who Summoned Me
7. The Bone Carver
8. Bring Back Life
9. Blood Red Skies
10. Tears Of Hate

Pyramaze

Legend Of The Bone Carver

I danesi Pyramaze si formano verso la fine del 2001 dall'incontro tra cinque ragazzi e musicisti danesi ed il talentuoso singer americano Lance King, in passato con King's Machine e Balance Of Power. Presto arriva il loro esordio con l'album Melancholy Beast, con il quale ricevettero ampi consensi, nonostante il power sia ormai da circa un decennio un genere abusato e saturo, ed in cui misero per la prima volta in mostra il loro power melodico spesso contaminato da elementi progressivi e sinfonici, che solo in piccola parte permette di accostarli ai connazionali Royal Hunt, mentre maggiori sembrano le similitudini con i Kamelot. E' del 2006 invece il loro secondo album Legend Of The Bone Carver, che riesce a distinguersi dalla vasta marea delle altri attuali uscite power per una variegata e mai prevedibile strutturazione delle canzoni, per le melodie curate ed immediate in grado di suscitare già dopo qualche ascolto l'interesse dell'ascoltatore, una sezione ritmica abbastanza versatile e talvolta ampollosa, inoltre ampiamente positiva è la prova strumentale dei cinque danesi, particolarmente indovinata poi la prova di Weingarten alla tastiera, che riesce a ricoprire un ruolo fondamentale nell'esecuzione melodica dei brani senza mai risultare invasivo o peccare di eccessivo protagonismo, come ottima è la performance al microfono di Lance King, che si esibisce in certi acuti con una naturalezza tale da far apparire il tutto molto semplice.

La descrittiva intro Era Of Chaos è il preludio a The Birth, pezzo sorretto da una sezione ritmica possente e rimbombante e con un chorus di facile presa, oltre ad un bel finale strumentale, e si arriva subito al primo singolo What Lies Beyond, dove la sezione ritmica si fa più incalzante ma sempre appariscente, grazie soprattutto all'uso della doppia cassa, un refrain ancora ben costruito ed eseguito ed un finale veloce, che sembra preannunciare la successiva Ancient Words Within, che prende però poi una piega imprevedibile, dapprima in quell'intermezzo strumentale e dopo nel più quieto e melodico finale. Studiati e mai repentini i cambi di ritmo in Souls In Pain, che alterna ritmiche in stile speed/power ad altre più lente e tese a favorire l'impianto melodico particolarmente dark, che rievoca i Crimson Glory, della song, segue la lenta power ballad She Who Summoned Me, cantata in un pregevole duetto con Christina Øberg, malinconica, delicata e dal retrogusto gotico. Si torna su ritmi più sostenuti con The Bone Carver, che si caratterizza ancora per la sua struttura imprevedibile e i continui cambi di tempo, invece Bring Back Life è un altro straordinario brano che alterna una melodia folk-medioevale a parti più veloci, cupe ed aggressive, con sapienza e senza forzature, Blood Red Skies è l'unico brano a non brillare, oltre tre interminabili minuti di intro (sempre che lo sia!) prima della closer Tears Of Hate, che conclude degnamente ed in linea col resto dell'album questa piacevole e sorprendente release della giovane power band.

L'ottima produzione rende giustizia al buon lavoro compositivo ed esecutivo dell'ensemble danese, che potrebbe benissimo aspirare ad avere una parte primaria ed importante nel campo del melodic power, infatti i Pyramaze dimostrano che è possibile dire la propria  anche in un genere così saturo, nonostante sia più difficoltoso proporre qualcosa di realmente diverso. Essi hanno dalla loro infatti un'eccellente sensibilità compositiva che li indirizza verso un power melodico in cui confluiscono da una parte elementi progressivi e sinfonici in dosi fortunatamente mai esagerate, un po' alla Royal Hunt un po' alla Kamelot, e dall'altra influenze gothic/dark, un po' alla Nightwish un po' alla Crimson Glory.


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