Voto: 
6.8 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Remedy Records/Frontiers
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Andreas Babuschkin - voce
- Martin Christian - chitarra, backing vocals
- Günny "Luigi" Kruse - chitarra, backing vocals
- Dirk Seifert - basso
- Christian Gripp - batteria

Tracklist: 

1. Hammer Of The Gods
2. Arise
3. Face Of Death
4. Halls Of Doom
5. Revelations
6. Forgotten Prophecies
7. Agony
8. Souleaters
9. Gangland
10. Wargods
11. Deny The Cross (Overkill cover)

Paragon

Forgotten Prophecies

I teutonici Paragon giungono con il nuovo Forgotten Prophecies alla loro ottava uscita in oltre dodici anni di carriera, inaugurata dall'album di esordio World Of Sin nel 1995. Il combo germanico in quest'ultima release non fa altro che accentuare in maniera ancor più netta quelle caratteristiche che sempre hanno contraddistinto il loro sound, inasprendo ed indurendo ancora di più il proprio heavy/power con riff violenti e thrashy, atmosfere oscure e cattive, ritmiche veloci e potenti, allo scopo di portare ai lidi più estremi e duri il loro sound, che trova nella coppia d'asce Martin Christian e "Gunman" Kruse due buoni protagonisti, come è rilevante ai fini della buona riuscita del tutto la prova potente e quasi devastante di Gripp alle pelli ed il timbro aggressivo di Babuschkin. Così mentre la loro proposta ne guadagna in cattiveria e potenza, ne esce ridimensionato invece quell'aspetto più epico e fiero ben evidente nei precedenti lavori.

L'opener Hammer Of The Gods parte già violenta e cattiva, con riffing e ritmiche incalzanti ed il singer che si esibisce in uno screaming agghiacciante che lascia spazio a chorus solenni, la stessa ferocia traspare dalla seguente Arise, in un heavy sempre potente ed incalzante che sembra un po' rifarsi a gruppi quali Exciter, Accept o Overkill, anche se in prossimità dei ritornelli la loro musica sembra riacquistare quel flavour epico che sempre ha segnato i lavori dell'act germanico, come avviene anche in Face Of Death, tra le più dure del lotto, e Halls Of Doom, in cui al cantato pulito del singer si accompagnano oscure ed inquietanti backing vocals, mentre in alcuni frangenti Andreas Babuschkin ricorda un po' il grande Udo Dirkschneider.
La breve e strumentale Revelations è solo il preludio alla battagliera title-track Forgotten Prophecies, anch'essa incalzante ed aggressiva, mentre con la lunga Agony si arriva al momento più epico e melodico dell'ultimo lavoro dei tedeschi, di certo è anche uno dei momenti meglio riusciti dell'intero album, rocciosa e cattiva invece Souleaters, che avanza in maniera pachidermica e cadenzata, ma risulta fin troppo monolitica e piatta, molto meglio invece Gangland, che ancora contrappone strofe aggressive e violente al limite del thrash e refrain grintosi ed epici, di grande ferocia invece Wargods, altro pezzo che mette in mostra la faccia più estrema e cattiva di questa band, mentre a chiudere l'ultima fatica dei tedeschi è posta la cover degli Overkill Deny The Cross, che si limita a ripresentare la versione originale sotto una nuova veste ancor più grezza ed aggressiva.

Come detto all'inizio quindi, l'intenzione dei Paragon in Forgotten Prophecies è quella di dar vita ad un heavy più duro ed estremo, anche se ciò naturalmente è andato a discapito dell'aspetto più melodico ed epico della loro abituale proposta, ma il risultato complessivo, pur se non eccelso, è più che accettabile, specie se valutato dal punto di vista di un certo settore del pubblico, verso cui poi in fin dei conti la proposta è indirizzata.
Sul mercato è presente anche un'edizione limitata comprensiva di DVD del live tenuto dai tedeschi al Metal Bash nel Roadkill Tour del 2005.


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