Voto: 
8.5 / 10
Autore: 
Matthias Stepancich
Etichetta: 
Blast First/Mute
Anno: 
2004
Line-Up: 

Mika Vainio & Ilpo Väisänen - tutti gli strumenti

Tracklist: 

Disc One
1. Rähinä I / Mayhem I – 2:47
2. Mutaaattori / Mutator – 7:05
3. Onkalo / Cavity – 1:58
4. Pakoisvoima / Fugalforce – 3:59
5. Louhi – 1:47
6. Rähinä II / Mayhem II – 2:59
7. Riimu / Halter – 1:59
8. Keskeisvoima / Centralforce – 8:49
9. Vähentajä / Diminisher – 4:02
10. Rähinä III / Mayhem III – 3:56
11. Lautturi / Rafter – 5:51
12. Painovoima / Gravity – 5:16

Disc Two
1. Etäisyys / Distance – 5:43
2. Konnat / Toads – 3:32
3. Virtamuuntaja / Current-Transformer – 3:49
4. Tasmania – 3:10
5. Johto 5. / Cable 5. – 4:26
6. Valomuuntaja / Light-Transformer – 3:33
7. Routa-Olio / Groundfrost-Being – 2:16
8. Sykkivä / Throbbing – 4:41
9. Altistus / Exposure – 1:14
10. Telemiitit / Telemites – 1:14
11. Prospekt Vernadskogo – 2:23
12. Arktinen / Arctic – 7:40

Disc Three
1. Viemärimaailma / Sewageworld – 10:46
2. Käytävä / Corridor – 10:28
3. Ilmenemismuoto / Appearanceform – 7:36
4. Pakkasen Holvit / Arches of Frost – 4:16
5. Selittämätön / Inexplicable – 9:07
6. Ilma / Air – 9:38
7. Koljan Uni / Sleep of Haddock – 3:04
8. Linjat / Lines – 18:09

Disc Four
1. Säteily / Radiation – 61:16

Pan Sonic

Kesto (234.48:4)

I Pan Sonic (originariamente Panasonic, poi costretti a cambiare nome per vie legali) sono stati il principale progetto di Mika Vainio e Ilpo Väisänen, due artisti elettronici finlandesi.
Con i loro primi album Vakio (1995) e Kulma (1997) si sono fatti notare per il loro ipnotico e minimale, ma allo stesso tempo alienante, approccio all'ambient-techno di scuola Autechre, ridotta all'osso nei layer sonori ma allo stesso tempo caricata delle nevrosi esistenziali della new-wave industriale (Throbbing Gristle, Einstürzende Neubauten, Suicide).
Il terzo album A (1999) ha reso programmatica la loro tensione verso l'astratto, finendo per porre un interrogativo sulla sostanza stessa di cosa sia la musica elettronica; sempre più cervellotica e intellettuale, la loro ricerca sonora ha finito per applicare la forma mentis degli artisti "microsound" al post-industrial/ambient-techno, creando una sorta di sintesi tra le esplorazioni di Autechre e Oval e la tradizione avanguardista di John Cage e Pierre Henry.

Diventa tuttavia Kesto (234.48:4) (registrato a Berlino nel 2003, pubblicato per Blast First e Mute Records nel 2004) l'opera destinata a restare il loro manifesto definitivo.
Si tratta di un colossale quadruplo album, dichiaratamente ispirato dalla pittura di Francis Bacon, che sviscera completamente tutte le loro intuizioni, portandole ad un livello d'esplorazione radicale (sia in termini sonori che di durata).

Il primo disco risente chiaramente dell'influenza di Merzbow: alla sua estetica rumoristica e dissonante, i Pan Sonic sposano la propria visione della new-wave industriale così come l'avevano intesa agli esordi; le tracce si susseguono con una serie di droni apocalittici, stratificati o alternati a momenti di quieta tensione, spesso detonati da pulsazioni ritmiche tipicamente industrial; ma, a differenza di Merzbow, il duo fa sempre attenzione a non scadere nel rumorismo gratuito, e si prodiga in una serie di palesi influenze sonore che sembrano voler riassumere e re-inquadrare buona parte della corrente industrial dagli esordi ad oggi (Throbbing Gristle, Einstürzende Neubauten, Suicide, Foetus, Front Line Assembly, Front 242, Nine Inch Nails), con culmine nella conclusiva Painovoima / Gravity, un vero e proprio omaggio e aggiornamento dei classici pezzi electro-industrial dell'era cyberpunk.
Le tracce più brevi (Onkalo / Cavity, Louhi, Riimu / Halter), oltre a fungere da intermezzi, mostrano l'evidente ispirazione data all'intero progetto dai quattro album della serie The Disintegration Loops di William Basinski, pubblicati tra il 2002 e il 2003, che a loro volta evolvevano alcune idee già abbozzate dagli stessi Pan Sonic con Kulma e A.

Il secondo disco si concentra su composizioni più electro e atmosferiche, a tratti con le influenze esotiche che già erano timidamente emerse in Aaltopiiri (l'album precedente, uscito nel 2001); queste tracce sono sostanzialmente le stesse del primo disco, ma depurate dalla violenza e dalle iper-stratificazioni distorte. Si passa dall'electro pura di Sykkivä / Throbbing al drone-riff distorto di Johto 5. / Cable 5. (reso elettronicamente simile ad un mantra suonato al didjeridoo, mentre i battiti tengono un ritmo percussivo quasi etnico), ai rintocchi onirici e vagamente romantici di Etäisyys / Distance, alla sospesa rarefazione di Routa-Olio / Groundfrost-Being, alla tensione thriller nel climax di Arktinen / Arctic (a metà tra vecchia EBM e industrial-ambient alla Reznor), e alla definitiva inclusione anche del "microsound" tipico di Ryoji Ikeda e del primo Alva Noto tra le esplorazioni presenti, con Valomuuntaja / Light-Transformer (per la verità tensione già anticipata nella più breve e più musicale Riimu / Halter, del primo disco).

Il terzo disco si focalizza sull'ambizione più elevata del duo, ovvero la composizione d'avanguardia, e rappresenta un aggiornamento della Musique concrète di Pierre Henry all'era del laptop. Le tracce sono per la maggior parte lunghe (i 10-11 minuti di Viemärimaailma / Sewageworld e Käytävä / Corridor, i 9-10 minuti di Ilma / Air e Selittämätön / Inexplicable, i ben 18 minuti della finale Linjat / Lines), ma giocano principalmente con il silenzio, che viene esaltato o improvvisamente interrotto da continue tensioni delle agitate texture ambientali.

In conclusione d'opera, i Pan Sonic lasciano un intero quarto disco alla traccia unica Säteily / Radiation, lunga 61 minuti e dedicata al minimalista Charlemagne Palestine, anche se ispirata principalmente dalle composizioni elettroniche di Eduard Artemyev (celebre per le colonne sonore dei film di Andrej Tarkovskij): si tratta di un colossale e ipnotico tappeto drone, cristallino e ampolloso, che muta forma e timbro lentamente ma senza sosta, aumentando e diminuendo d'intensità, diventando per brevi momenti anche rumoristico, per poi spegnersi improvvisamente.

Pur con tutti i suoi impliciti difetti, non ultima un'autoindulgenza tanto sfrenata quanto necessaria al raggiungimento dell'ambizioso scopo, Kesto può essere elevato a degno rappresentante di tutti i progressi tecnologici e sperimentali compiuti dalla generazione dei 2000s nel campo dell'elettronica d'avanguardia.
 

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