Che sorpresa questi Other Voices! Calabresi di provenienza, crepuscolari nell’anima, danno vita a un esordio dalle tinte rosso scuro espressioniste, attraverso un mood di derivazione Joy Division e strutture armoniche prettamente curiane. Le otto tracce componenti il debut-album, realizzato dalla sempre più sorprendente In The Night Time – complimenti per il lavoro da talentscout e di riesumazione dei Thelema –, si sviluppano in modo affascinante toccando lidi new wave old style in Well’s Anomalies (con un vocal a metà tra Diaframma e primi Litfibia), o linee melodiche fragili e toccanti in perfetto stile eighties alla Echo And The Bunnymen. Uno dei capitoli emblematici del sound perlaceo e drammatico di Anatomy Of A Pain è March Of Larvae, grazie a un andamento onirico e rilassato, molto romantico e malinconico. Viene recuperata a questo proposito quella dimensione di inerzia forzata che aveva fatto innamorare delle melodie darkwave migliaia di anime in tutto il mondo. La produzione poi non è assolutamente pulita, ma lascia che le sorgenti sonore si avvolgano fra loro in cortei fumanti di atmosfere decadenti.
Le liriche poi, interpretate dalla voce eclettica di Vincenzo Amato, sanno passare con facilità impressionante da tonalità smithiane, ad altre in stile Bauhaus, o a quelle più cupe sull'impronta dei connazionali Diaframma. A questo si aggiungono intrecci strumentali affascinanti e intorpidenti come ci mostra la bellissima e sfumata …But A Chill Runs Along Your Spine…; qui arpeggi scivolosi di chitarre acide a distorsioni cristalline si fondono con una ritmica alla Sisters Of Mercy di First And Last And Always. Grazie a questa abilità molte ben gestite, gli Other Voices si garantiscono un esordio degno di rispetto e che li metterà sicuramente nella posizione di portare a breve oltralpe il loro marchio.