Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Corrado Penasso
Genere: 
Etichetta: 
Autoprodotto
Anno: 
2009
Line-Up: 


- Nekrocult - voce
- Anubis - chitarra
- Novalis - basso
- Phobia - batteria


Tracklist: 

 
1. Il Rammento (04:14) 
2. Gloriae Deis (03:22) 
3. Requiem (04:37)

Obscurarte

Gloriae Deis

Gli Obscurarte sono un band dedita ad una forma primordiale di black metal. Non si hanno notizie chiare sull’anno della loro formazione, ma sappiamo che questo demo Gloriae Deis è il primo prodotto nella storia del gruppo proveniente dalla provincia di Lecce. Quattro i musicisti qui coinvolti, anche se il master mind vero e proprio risponde al nome di Nekrocult, anche voce. Anubis alla chitarra, Novalis al basso e Phobia alla batteria vengono annoverati tra i guest musicians. 

Parlando nello specifico della musica che troverete su questo demo autoprodotto, si può notare una forte componente primordiale della musica che non sapete quanto sovente mi abbia fatto tornare in mente le leggende black/doom per eccellenza in Italia: i Mortuary Drape.  Tanti elementi fungono come termine di paragone: le chitarre stridule, il basso pulsante sotto di esse e la voce che non è mai uno scream. Anzi, Nekrocult predilige una sorta di growl non profondissimo. Sin dall’opener, Il Rammento, possiamo notare lo stile no-compromise di una band votata completamente a ricercare la forma musicale più malvagia e semplice. Il loro black metal dalle forti tinte doomeggianti non esplode mai in forme eccessivamente veloci perché più indirizzato a ricreare la classica atmosfera di gelo ed oscurità. Sovente gli up tempo di batteria sono la forma più veloce di tempo, a sostenere il suo glaciale delle chitarre.  

Gloriae Deis
conserva, nella sua velocità, questa aura rituale che ormai sembra avvolgere interamente il disco. Nel mezzo della canzone si può trovare uno stacco di lento black metal, con la chitarra e la voce a fare la parte da padroni, incrementando ulteriormente l’atmosfera oscura. La finale Requiem, nonostante un’introduzione a base arpeggiata presto ricalca lo stesso stile veloce ed impulsivo della canzone precedente con vari stacchi che ricordano quella forma primordiale di black/death che risale ad almeno quindici anni fa. Presto il demo termina e, seppur essendo nulla di innovativo, esso ci lascia con una piacevole sensazione di underground che non guasta mai. Un plauso particolare va inoltre all’uso della lingua italiana nei testi. Support the Italian underground rawness!   

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