Voto: 
6.7 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Alberto Ferraris: Sintetizzatori, Programming, Piano, Basso
- Enrico Ferraris – Chitarra Elettrica ed Acustica
- Pietro Bertolini – Voce Narrante
- Maria Loscerbo - Voce Solista, Cori
- Simone Gelmini - Batteria e Percussioni
- Paolo “Snowfields” Mattea - Voce
- Luciano Cassulo e Giulio Porta - Bodhran, Bouzouki, Mandoloncello
- Giovanni Ferraris – Voce di bambino
- Rjslan – Voce in lingua marocchina in “Doron”
- Alberto Bardelloni - Tromba

Tracklist: 


1. Doron
2. Dreamers
3. Stay away from me
4. Don’t wake up
5. A place inside of me
6. Bambino ridente
7. It’s not too late
8. Corvus ego niger
9. My freedom
10. No goodbyes
11. Live your life today

Noxia

Doron

I Noxia sono un progetto musicale che ruota attorno alla passione del leader Alberto Ferraris, le cui idee musicali dal 2001 hanno iniziato a concretizzarsi in questo progetto variegato e multi-disciplinare, in quanto la musica dei Noxia è spesso complementare ad altre espressioni artistiche: è questo il caso del primo EP della band “Corvus Ego Niger”, uscito nel gennaio 2005 come supporto per il libro “Di Terra e Altre Lune” di Paolo Denti; è forte anche il legame con il linguaggio visivo, legame sottolineato dall’associazione di particolari immagini (riportate in un booklet ricco e decisamente professionale) ad ogni canzone che compone questo nuovo “Doron”.

Questo disco, il primo full-length per la band, è stato concepito per essere quasi una colonna sonora (ed il titolo del lavoro è in effetti accompagnato dalla dicitura “soundtracks”) per qualche film immaginario, per le stesse immagini riportate dagli autori o, chissà, per le esperienze di chi il disco lo va ad ascoltare. Dico questo perché il disco in sé ha un suono abbastanza eterogeneo, ed i Noxia di dimostrano capaci di svariare su più fronti, includendo nella loro musica eleganti soluzioni elettroniche, dilatate sezioni atmosferiche o Folk, coinvolgenti parti Rock e sezioni più tecniche e stravaganti al confine con il Progressive Rock e la Fusion; il gruppo dimostra ottime capacità anche dal punto di vista strumentale, soprattutto nell’ottimale gestione dei suoni sintetizzati e nelle pulsanti e sinuose linee di basso di Alberto Ferraris.

Gli undici brani, come detto, sono estremamente diversi tra loro, e mostrano una certa contrapposizione fra i suoni moderni e sintetici dell'elettronica e quelli più primitivi e meno rifiniti degli strumenti acustici o delle chitarre elettriche:
gli episodi convincenti sono molti, a partire dalle raffinate “Stay away from me” e “Doron”, soavi affreschi in cui la World Music viene coniugata alle vibranti ed acide risposte Rock della chitarra elettrica, con l’alternanza di cori africani a rocciosi duetti chitarra-batteria. La soffusa “Dreamers” si regge sull’impalcatura bassistica di Alberto e, oltre a mantenere vivi gli echi esotici, introduce la calda ma aggraziata voce della singer Maria Loscerbo, che reincontreremo in diversi altri episodi di questo disco: fra questi spicca l’orecchiabile “It’s Not Too Late”, una piacevole canzone Pop-Rock dal ritornello facile ed indovinato, che potrebbe benissimo finire in alto in qualche chart nostrana, previa qualche rifinitura più energica in fase di arrangiamento delle strofe.

Completamente opposto è invece lo stile calmo e quieto che caratterizza “Bambino Ridente”, un brano breve, narrato da Pietro Bertolini e condito dai battiti Trip-Hop delle percussioni sintetizzate e dal suadente accompagnamento della fisarmonica; un’altra versione della band si mette invece in mostra nella quinta “A Place Inside of Me”, condotta dal riffing Hard Rock di Enrico Ferraris e caratterizzata dal duetto fra la ruvida e spigolosa voce di Paolo Mattea e quella dolce della vocalist. Dal precedente EP viene ripescato il capitolo più lungo del lavoro, la ricercata “Corvus Ego Niger”, pregevole brano di Ethno-Folk dall’atmosfera mutevole, a tratti sacrale, a tratti ballabile: si nota con piacere il prezioso e particolare apporto di due membri dei Faondail, gruppo Celtic Folk alessandrino, che importano le loro influenze al già misterioso sound Noxia.

In conclusione, si può parlare di questo “Doron” come di un lavoro davvero piacevole e sorprendente, capace di coniugare con discreta abilità e sicura professionalità varie ‘anime’ musicali: quella più vivace e Rock, quella più sfuggente ed etnica, quella più facile e Pop - un vero collage musicale che meriterebbe una diffusione decisamente più ampia e una produzione, a livello di suoni, ancora più profonda e ricercata.

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