Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Filippo Morini
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Alessandro Lattughini - voce, chitarra
- Simone Sonatori - basso
- Simone Ducci - batteria
- Andrea Taddei - chitarra, voce

Tracklist: 

1. Metamorfosi
2. The Man And The Machine
3. The Big room
4. Acrophobia
5. Ghost In The Bedroom
6. La Principessa Malata

Nowise

In A Daze

Nascono nell’ottobre 2006 a Prato questi Nowise, quartetto dedito ad un rock ormai non più così alternativo, visto che tra le loro influenze compaiono i “soliti” Sonic Youth, i “soliti” Nirvana, i “soliti” Smashing Pumpkins, e la lista potrebbe continuare con un'altra abbondante manciata di nomi troppo spesso citati da questo tipo di gruppi.
In A Daze
è la loro prima registrazione ufficiale, datata marzo 2007, e si propone di creare qualcosa che si distacchi dalle correnti commerciali rivolgendosi ad una più profonda ricerca sonora, e che permette loro di esibirsi in alcuni locali toscani durante la passata estate.

Ma prima di proseguire con un impostazione che si trascinerebbe verso scontati pregiudizi, vediamo di ascoltare ciò che musicalmente offre questa band: feedback e rumori di fondo accolgono l’ascoltatore all’interno dell’interpretazione rock dei Nowise, ma in pochi secondi ogni disturbo sonoro viene addomesticato ed assoggettato alla melodia , ossatura portante di tutti i brani della tracklist, che senza invadere eccessivamente il territorio noise battuto dalle chitarre, si esprime con misura attraverso le linee di voce e i diversi stacchi e cambi di rotta strumentali.

I Quattro sembrano muoversi bene all’interno delle possibilità alternative musicali senza tuttavia stupire, con chitarre in primo piano che si intrecciano in giri originali, dissonanti ma piacevoli.
Il basso è (miracolosamente?) presente e distinguibile in più passaggi, cosa che accade veramente troppo raramente in questo genere di rock prevalentemente distorto, sporco e molto basato sull’impatto sonoro chitarristico.
La batteria non sembra inseguire particolari ambizioni stilistiche, si limita ad accompagnare gli altri strumenti secondo le regole non scritte che l’etichetta alternative impone, picchiando sulle pelli rigorosamente in quattro quarti, senza azzardare nulla di significativo.
Le melodiche vocali si adattano bene al tappeto distorto di fondo, se non fosse che la voce non sembra abbastanza robusta per reggere i ritmi di canzoni di questo tipo, risultando a volte timida e “contenuta” , mai veramente arrabbiata e convincente, mai capace di afferrare tra i denti la direzione melodica e soprattutto emozionale del lavoro dei compagni, indebolendo così il lavoro musicale complessivo. A ciò si aggiunge una pronuncia della lingua inglese discutibile, e dei testi (facendo riferimento alle tracce in italiano) non particolarmente originali.
Anche se occorre ricordare che l’ultimo pezzo, appunto in italiano, è una sorta di racconto parlato ed intervallato dalle incursioni strumentali della band, che segue la storia di una ragazza con la quale il destino non è stato esattamente gentile, rivelandosi una gradevole sorpresa finale dopo una sequenza di canzoni decisamente più ermetiche.

Questa raccolta di prime registrazioni della band può rivelarsi anche più di un demo, grazie ad elaborazioni ed arrangiamenti melodici quasi sempre ben curati, soprattutto originali e personali.
E proprio per la giovane età del gruppo non fanno che essere ancora più apprezzabili, rendendo facilmente intuibili le potenzialità dei Nowise una volta fattisi carico di un maggior bagaglio di esperienza.

Purtroppo, come quasi sempre accade, le promesse elencate nella Bio allegata si sono rivelate veritiere fino ad un certo punto, ormai provato il fatto che non vi sono “distorsioni estreme” , “ritmiche martellanti” o “falsetti disperati”.
C’è solo della buona musica, senza nulla di estremo o di innovativo, solo del rock con influenze alternative ma rimodellate attraverso la sensibilità del gruppo.Ultimo punto negativo è purtroppo la qualità della registrazione, veramente mediocre , che contribuisce ad appannare l’impatto musicale del progetto, sicuramente meritevole di qualcosa di più.
Una volta levigati i comunque evidenti punti deboli, i Nowise potranno giustamente ritenersi un gruppo dalle buone possibilità di crescita.

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