Voto: 
7.1 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Eis & Licht
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Ash – Voce, Chitarra, Sintetizzatori, Basso, Samples, Testi e Musiche
- Evgeny Voronovsky – Violino, Piano, Sintetizzatori, Arrangiamenti e Musiche

Tracklist: 


01. Tales Of Men And Trees
02. The Starfall Of The Nevermore
03. Serpents In The Dawn
04. The Gift Of The Sea
05. Next To The Stars
06. The Woods Of Autumn Blaze
07. Noone To Follow
08. Luna

Neutral

Serpents in the Dawn

Attivi fin dagli anni '90 e pionieri del genere nel loro paese, i moscoviti Neutral giungono al traguardo del secondo disco con questo “Serpents in the Dawn”, full-length che potrà facilmente  espandere il loro pubblico anche al di fuori della loro terra natia: le notevoli qualità dimostrate per gran parte dei quaranta minuti di cui è composto l'album saranno infatti un fattore determinante quanto la pubblicazione ad opera dell'etichetta tedesca Eis & Licht, una tra le più valide ed apprezzate della scena europea.

Nonostante la provenienza geografica del gruppo, mancano riferimenti espliciti alla musica slava od est-europea, poiché “Serpents in the Dawn” presenta un Dark Folk elegante e raffinato, a metà strada tra le proposte dei compagni di label e le intuizioni degli innovatori inglesi dei primi anni '90; la produzione di notevole finezza e i suoni davvero brillanti sono un valore aggiunto alle musiche, incentrate sull'interazione tra il garbato violino di  Evgeny Voronovsky, la voce grave del leader Ash e le fini tessiture delle chitarre acustiche a sei e dodici corde.
I brani iniziali realizzano infatti un'eccellente cooperazione tra i tre strumenti fondanti del suono Neutral: le armonie di “Tales of Men and Trees” sono di notevole bellezza, così come l'atmosfera gotica che avvolge “The Starfall of the Nevermore” (con alcuni discreti interventi della voce femminile), mentre “The Gift of the Seas” è forse la più tradizionalmente Folk del lotto, a causa dell'andamento raccontato e degli ariosi inserimenti del flauto.
Espedienti più o meno vari reggono il gioco per tutto il resto del disco (“The Woods Of Autumn Blaze” aggiunge i sognanti rintocchi del sintetizzatore, “Noone to Follow” dei tenui controcori maschili, in “Next to the Stars” il refrain lento, facilmente memorizzabile, è sostenuto da marziali tamburi), ma è soprattutto la buonissima qualità delle nostalgiche melodie e dei curati arrangiamenti ad evitare fastidiosi cali d'ispirazione: ad eccezione dell'anonima “Luna” e dell'eccessivamente lamentosa title-track, “Serpents in the Dawn” si mantiene fresco, fluido e piacevole, riuscendo, pur senza stupire, a regalare svariati spunti atmosferici di grande intensità e a garantirsi una discreta longevità nelle playlist dell'appassionato.

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