Voto: 
7.1 / 10
Autore: 
Corrado Penasso
Genere: 
Etichetta: 
Season of Mist
Anno: 
2004
Line-Up: 

- Nattefrost – all instruments, vocals

Tracklist: 


1. Ancient Devil Worshipping 04:00
2. Sluts Of Hell 03:07  
3. Satanic Victory 01:02
4. Universal Funeral 02:41    
5. The Art Of Spiritual Purification 05:56
6. Sanctum 666 04:10
7. Whore (Filthy Whore) 04:47
8. Mass Destruction 03:03
9. Nattefrost Takes A Piss 00:26  
10. The Gate Of Nanna (Beherit cover) 04:42
11. Still Reaching For Hell 06:01

Nattefrost

Blood & Vomit

Nattefrost è uno dei personaggi più famosi e discussi del panorama black metal odierno. La sua voglia di esternare in tutti i modi le sue idee religiose a volte ha creato troppe discussioni e si è finiti inevitabilmente per considerarlo una specie di “pagliaccio” che vuole essere a tutti i costi estremo, dissacrante e cattivo. La maggior parte dei black metallers che adorava i primi lavori della sua band, i Carphatian Forest, man mano che il tempo passava cominciava a capire la tipologia del personaggio e di conseguenza, ha imparato a prenderlo per quello che è: una mera carnevalata. La musica della band madre, pur non essendo mai stata capace di prendermi, è sempre stata discreta ma la voglia di protagonismo del cantante ha portato alla creazione della sua band personale, che ne porta anche il nome. Nattefrost è una band in cui il singer in questione diventa anche polistrumentista ed esordisce con questo Blood & Vomit, ovvero un concentrato di estremismo musicale e non solo. Il libretto del CD contiene scritte sataniche ovunque, foto di Nattefrost che cammina bardato da demone per le strade di una cittadina (Sandnes?)e deliri vari tra simboli e dediche alquanto particolari.

Le tematiche trattate farebbero persino impallidire i navigati Impaled Nazarene, quindi aspettatevi misoginismo, Satanismo, violenza e intermezzi con il musicista che vomita o è dolcemente registrato mentre espleta funzioni urinarie lasciandosi andare a piacevoli (per lui) sonorità anali. E la musica? La musica, è vero! La musica. Beh, la proposta sonora di Nattefrost è inevitabilmente legata a quella dei primi anni '90, ma con suoni migliori. La batteria, che ad essere franco sembra essere una drum machine per i suoni,  viaggia su binari alquanto alla Hellhammer (la band) con alcune sfuriate in blast beats ed i riffs seguono la stessa semplice e diretta struttura. In più aggiungetevi il soave scream black metal ed il quadro è completo. Nattefrost stesso, sul lato posteriore della confezione, descrive lo stile del suo progetto come “True Primitive Narrow-Minded Black Metal” . Non sarei stato capace di una definizione migliore che potesse, nella sua semplicità, dare un’idea così chiara del genere.

Canti gregoriani introducono la violenta e velocissima Ancient Devil Worshipping. I tempi di batteria sembrano essere up-tempo velocizzati, proprio in vecchio stile. I riffs sono semplici, senza fronzoli mentre la registrazione riesce a dare un tocco estremamente inquietante al tutto. Il basso martella senza pietà con la sua foga da schiacciasassi a distorsione metallica e la voce di Nattefrost non ammette cali di intensità. Sluts of Hell risulta estremamente incalzante nel suo incedere Hellhammeriano e annovera una combinazione strofa/ritornello veramente catchy. Tutt’altra faccenda quella della ferale rasoiata Satanic Victory: blast beats a volontà, mentre Universal Funeral ritorna sui classici tempi tanto cari alla prima band di Tom G. Warrior. È da ammirare, in ogni caso, la capacità dei riffs di rimanere impressi nella testa poiché, seppur semplici, capaci di coinvolgere abbastanza. Tralasciando l’introduzione a base di conati per The Art of Spiritual Purification, ecco che il vecchio spirito punk presto rivive, insieme alla ferale Whore (Filthy Whore), ovvero una delle migliori del lotto. Verso la fine del disco possiamo anche trovare un tributo ai mitici Beherit, con la canzone The Gate of Nanna che ne fa rivivere le atmosfere catacombali e sufuree.

Tralasciando l’immagine che Nattefrost può trasmettere, Blood & Vomit annovera alcune buone idee ed altre che sarebbero potute essere sviluppate meglio. Ma tanta era la voglia di divertirsi e sfogarsi da parte del cantante che è naturale che alcune canzoni possano essere un pelino derivative. Certo, bisogna considerare il tutto con una grande dose di humour, questo è essenziale, ma carnevalate a parte questo disco può sempre essere considerato come un divertente ascolto.

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