Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Federico “Friedrich Lestat Namenlos” – Musica, Composizioni, Arrangiamenti, Liriche, Voce Recitante
- Sonia “Siren Obscene” – Voce Femminile

Ospite:
- Federico Specchia – Tromba

Tracklist: 


1.Preludio – Epitaffio d'Apollo
2.Amor Fou
3.Il Forte e la Tempesta
4.I Fiori della Catena
5.Intermezzo – (spleen): Album dei ricordi in Fiamme
6.In Morte dell'Estetica
7.Et Lorsque à l'Europe...
8.Epilogo – (à la Guerre...)

Namenlos

Sturmundrama

Duo perugino alla terza pubblicazione autoprodotta, i Namenlos nascono nel 2003 dalla collaborazione tra Friedrich Lestat Namenlos (musiche) e Siren Obscene (voce) ed arrivano dopo un lustro di lavoro alla realizzazione di questo “Sturmundrama”, prodotto di buona fattura che presenta una tendenza concettuale unitaria e marcata contrapposta ad idee musicali tanto variegate da includere diversi stili musicali all'interno degli otto pezzi (cinque più tre intermezzi) che vanno a comporre gli oltre quaranta minuti dell'album.

Orchestrazioni neoclassiche piuttosto accentuate e prominenti melodie di tromba caratterizzano la bella e decadente “Amor Fou”, cantata in francese dall'apprezzabile voce femminile di Siren Obscene e sostenuta da un ritmo elettronico lento ma ben evidenziato; ben più spedita ed aggressiva è invece “Il Forte e la Tempesta”, con orchestrazioni sintetiche e percussioni marziali a dare nerbo alla già potente voce femminile - mentre la voce maschile, esageratamente ampollosa ed impostata su toni gravi, risulta più azzeccata come accompagnamento corale che non come solista, in quanto in quest'ultimo caso porta a livelli oltremodo fastidiosi la tendenza, fortemente radicata nell'interpretazione musicale del gruppo, ad enfatizzare le liriche utilizzando toni declamatori.

“I Fiori della Catena” presenta invece un'interpretazione vocale più sinuosa ed erotica (sebbene a tratti tecnicamente meno precisa) che con i suoi toni caldi ben si integra agli arrangiamenti avvolgenti e agli eleganti rintocchi del piano, strumento a cui è affidata anche la coda del brano, che fluisce poi nell'intermezzo di metà disco, episodio che arriva a toccare il Neo Folk - uno stile che influenza anche la fascinosa introduzione della successiva “In Morte dell'Estetica”, che cambia registro poco dopo trasformandosi in un'impetuosa e logorroica Electro medievaleggiante, con sintetizzatori prorompenti e ritmi martellanti a sostenere l'incessante duetto vocale.

La chiusura del disco è affidata dapprima a “Et Lorsque à l'Europe...” (l'episodio migliore assieme ad “Amor Fou”), che prende il via dalla distruzione della celebre melodia di 'Sul bel Danubio blu' di Strauss, divenendo quindi un valzer elettronico darkeggiante dalle forti tinte Neoclassiche e Folk (l'aggiunta di una chitarra acustica dona un feeling meno artificioso al sound del gruppo, mentre la fisarmonica e i violini sintetici tentano di ricollegare il tutto con la canzone d'autore italiana), e successivamente al riuscito epilogo “à la Guerre”, triste evoluzione pianistica che si dipana su un disturbante tappeto di rumori industrial-bellicosi, tra esplosioni, sirene ed urla.

Considerato che si tratta di un'autoproduzione, “Sturmundrama” si rivela soddisfacente dal punto di vista dei suoni, anche se è ovvio che uno stile ricco di orchestrazioni ed arrangiamenti sintetizzati come quello dei Namenlos può solo avere un guadagno da un (auspicabile) miglioramento della qualità del suono e della strumentazione elettronica; le composizioni sono discretamente buone, così come le interpretazioni vocali e strumentali, fatta eccezione per i momenti in cui viene tentato il classico passo più lungo della gamba, preferendo un tentativo di forma alla sostanza – un piccolo sacrificio della qualità in favore di un'ulteriore esposizione della propria personalità. Non sono quindi l'ambizione e la convinzione a mancare ai Namenlos, e questo “Sturmundrama”, oltre ad essere già nettamente appetibile per tutti i potenziali appassionati di questo peculiare Gothic elettronico influenzato dalla canzone italiana e dal Dark Neoclassico, lascia certamente prevedere ulteriori, e potenzialmente interessanti, sviluppi futuri.

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