Voto: 
8.3 / 10
Autore: 
Andrea Rubini
Genere: 
Etichetta: 
Firebox Records
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Sami Rautio - voce, chitarra, tastiere
- Mario Hahn - chitarre
- Twist - basso
- Mark Napier - batteria, chitarra acustica


Tracklist: 

1. This Same Grey Light
2. Days Grow Darker
3. No Dawn
4. The Return Of Nothing
5. It Can't Get Worse
6. Silent
7. Just One
8. Return

My Shameful

The Return Of Nothing

I My Shameful originariamente erano un duo, Sami Rautio e Harri Jussila, che nel 2000 sfornarono tre demo suonando tutti gli strumenti ed intercavallando le loro voci, e con l'utilizzo di una drum-machine a sostenere le loro esoteriche creazioni. Dopo questi tre demo, é l'italiana Nocturnal Records ad accorgersi del talento dei Finnici e gli propone un contratto per un album. L'anno successivo esce Of All The Wrong Things, ma il combo é ridotto ad una one-man-band, vista la defezione di Harri. Vengono notati quindi dalla finlandese Firebox, la quale ha una sezione speciale dedicata ai talenti di casa che fanno questo genere, la FireDoom (la stessa che lanció gli Swallow The Sun) e propone alla band un contratto per tre album. Sami recluta dunque altri tre membri per completare il gruppo, e i My Shameful, dopo l'ottimo ...Of Dust, sono in procinto di rilasciare il loro terzo full-lenght.

Veniamo dunque alla release: tetra, malinconica, demoniaca. Tre aggettivi che calzano dalla prima all'ultima nota di questo album, che vede sette tracce di sette minuti circa l'una piú un outro. Le proposte non si differenziano sostanzialmente l'una dall'altra, non siamo partecipi a grossi stacchi, é realmente come se ci trovassimo di fronte ad un singolo pezzo diviso in atti. Noioso? Personalmente non lo ritengo noioso, anzi, direi molto suggestivo. Ogni canzone é rallentata a livello maniacale, si ha la sensazione di note che si trascinano via, inermi, senza attenuanti, senza la forza ne la volontá di ribellarsi; una metafora sonora perfettamente rispecchiante con la fragilitá della vita che ci sta sfuggendo, ci sta abbandonando, messaggio che i nostri riescono a trasformare in note, oltre che grazie alle lyrics. Lavoro minuzioso e didito questo progetto dei My Shameful, che intrecciano chitarre laceranti ai sonori rimbombi ritmici di basso e batteria, coagulando il tutto attorno alla cavernositá vocalica del frontman Sami Rautio. Il tocco finale é un minuto e mezzo di chitarra arpeggiata ed organo atmosferico dall'effetto spaesante, intitolato Return, indi a sigillare che il viaggio, in qualche modo, é compiuto.

Senza il bisogno di tirar fuori sempre i soliti nomi, capitanati dai mostri sacri My Dying Bride, i My Shameful sono da inserire tranquillamente nel taccuino di gruppi doom da ascoltare, perché hanno una proposta tradizionale, fortemente emotiva e suggestiva, in grado di incorpare una vera tortura psicologica musicale a testi drammatici e fortemente ispirati. Una vera e propria distesa di vento gelido...

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