Voto: 
7.3 / 10
Autore: 
A. Giulio Magliulo
Genere: 
Etichetta: 
Calista / Vollmer Industries / Book House ........
Anno: 
2015
Line-Up: 


Nicolò Tamagnone (Guitars, Looper)

Antonio Vomera (Bass, Looper, Synths, Vocoder)

Alessandro Angeleri (Drums, Percussions)

Tracklist: 

1.Achille, the Turtle and Misfortune

2.Red Moquette

3.Vacuum

4.Janis Joplin's toothbrush

5.So sweet, so dead

6.Almost Human

7.Building Blocks

8.Isn't it too Dreamy?

9.Gun

Movion

S/T

Ci siamo definitivamente liberati dal post-rock melodico? No, ci sono i Movion dalla provincia di Torino con un ottimo lavoro – guarda un pò – post rock.

Non sfuggono agli standard di genere i Movion, ma quanta ispirazione, che grande esecuzione e che bei suoni.

Tra i solchi di questo full-length debut aleggiano i fantasmi dei Mogwai, dei Red Sparowes e forse anche di Spaccamonti ma quando il flusso sonoro scorre in modo così superbo è difficile parlare di emulazione e non sarebbe neanche giusto farlo.

Melodia dicevamo, ma anche tensione ben dosata e se si guarda oltre, in tracce come Vacuum, si riesce perfino ad immaginare una versione post-rock di band ben più psichedeliche come certi Colour Haze, solo che qui la propensione alla jam si sviluppa ordinata, senza slabbrature e che nella sua precisione chirurgica, nei suoi stoppati e nei suoi celestiali saliscendi emotivi tipici del post-core più dolce risulta efficacissima.

Spesso abbiamo rilevato in opere analoghe come limite l'incapacità di lasciarsi andare, di voler tenere sempre tutto sotto controllo ma nel caso Movion questo diventa il loro punto di forza: essi sanno esattamente cosa stanno facendo, dove vogliono andare e come ci vogliono arrivare. E lo trasmettono benissimo anche a noi, tenendoci lì senza mai annoiarci, senza inutili giri a vuoto.

Potendo permettersi momenti tesi come nella coda di Janis Joplin's Toothbrush o lasciandoci sospesi nel cullante vuoto di So Sweet, So Dead, i Movion anticipano possibili parentesi future di post-metal alternativo (esemplificative le contorsioni di Building Blocks).

Perchè poi tanta bellezza sia rappresentata graficamente da una cover che sembra ritrarre i marmi del bagno di David Lynch è un mistero a fronte del quale anche noi non possiamo che tacere.

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