Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Jacopo Prada
Genere: 
Etichetta: 
Conspiracy Records/Goodfellas
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Gilles Aubry - voce e programmazione
- Derek Shirley - basso
- Marc Fantini - batteria
- Antoine Chessex - sassofono


Tracklist: 

1. Necronomik (03:16)
2. Tiny Fossils (02:28)
3. Blind (05:28)
4. Hertz Moisture (03:35)
5. Defekt (04:28)
6. Douleur Chiffrée (03:42)
7. Graue Masse (02:20)
8. Rapid Flesh (00:50)
9. M.V. (05:13)
10. Pourri (02:24)
11. Outre - Monde (03:47)

Monno

Error

Arrivano dalla Svizzera e rientrano attualmente fra i gruppi meno commerciali di tutta la musica Rock, sono i Monno. Il loro ultimo lavoro aveva colpito la stampa specializzata, sorpresa per via di un suono così contorto ed intenso. C’era dunque tanta attesa per il successore di un tale disco, ma non sembra che ciò abbia impensierito minimamente questi ragazzi, i quali possono già vantare alcune date a supporto dei mitici Isis. A febbraio esce quindi Error, un album che sottolinea, tra l’altro, l’attaccamento dei Monno al Drone americano di Earth, Sunn O))) ed affini.
 
Molti potrebbero affermare che questa non è musica, bensì una semplice accozzaglia di fastidiosi rumori. In effetti, non è da tutti riuscire ad apprezzare un genere come il Noise ed oltretutto sono in pochi a possedere un’apertura intellettiva tale da poterlo fare. Error non concede sconti: appaga gli amanti dei suoni più confusionali e provoca, allo stesso tempo, sensazioni quasi nauseanti a coloro che invece non hanno alcuna confidenza con questo tipo di musicalità. Basta anche solo la prima traccia dell’album, Necronomik, a spaventare possibili nuovi adepti. Tre minuti di puro caos, distorsioni esagerate e strumenti che sembrano torturati dai quattro musicisti elvetici non possono che mettere in fuga l’ascoltatore meno preparato ad affrontare un viaggio di questo tipo, un viaggio verso la pazzia, o, forse, verso la genialità. Una partenza del genere non è casuale e difatti tutto ciò pare essere stato programmato dalla band stessa, in quanto l’opener, canzone praticamente priva di una propria essenza, risulta alla lunga la traccia meno accessibile del lotto. I restanti pezzi, seppur stravaganti ed assolutamente folli, hanno infatti un minimo di orecchiabilità, quel tanto che basta per renderne l’ascolto perlomeno fattibile.

Error è un’opera partorita dalla mente di personaggi fuori dal comune e su questo non c’è alcun dubbio. La copertina, tutt’altro che invitante, e la produzione del disco, talmente malata da farlo sembrare registrato in un manicomio, sono altri due importanti fattori per cui l’album verrà certamente snobbato dai più. I Monno questo lo sanno benissimo, come d’altronde chiunque altro proponga una musica simile, ma vanno avanti per la propria strada, consapevoli di suonare esclusivamente per sé, o al massimo per qualche fedele appassionato, piuttosto che per un vero pubblico. I critici dai gusti raffinati si domanderanno se abbia realmente senso scrivere ed incidere un disco come Error, tuttavia va detto che fa senz’altro più piacere sentire dei ragazzi genuini, anche se un po’ stravaganti, piuttosto che il solito album bello e pulito, programmato ed impacchettato direttamente in qualche elegante sala piena di freddi e cinici discografici. Chiaro, non tutti riescono a resistere per quasi quaranta minuti ad un devasto sonoro senza sosta, rimane però il fatto che brani come Tiny Fossils, Defekt o M.V. hanno tutte le carte in regola ed un pizzico di melodia in più per farsi apprezzare, forse pure al di fuori della ristretta cerchia di maniaci del Noise estremo.

Error è un album per pochi intimi e come tale non cede ad alcun compromesso. Assimilare questo disco è una vera impresa, serviranno numerosi ed attenti ascolti per capirlo appieno e quindi apprezzarlo in tutta la sua singolarità. Un’opera del genere non è consigliata a persone superficiali, le quali non hanno le capacità per comprendere Error. Al contrario, i fanatici del Noise non devono assolutamente lasciarsi scappare questa uscita, destinata a rimanere nelle loro menti davvero a lungo.

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