Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Damiano Cembali
Genere: 
Etichetta: 
Mescal
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Arcangelo "Kaba" Cavazzuti - percussioni, chitarra acustica, pianoforte, basso in Una Perfecta Excusa, cori
- Franco D'Aniello - flauto, tin whistle, tromba, sassofono, cori
- Massimo "Ice" Ghiacci - basso elettrico ed acustico, cori
- Luca "Gaby" Giacometti - bouzouki, mandolino, banjo, cori
- Francesco "Fry" Moneti - chitarra elettrica, violino, oud, cori
- Davide "Dudu" Morandi: voce
- Betty Vezzani: voce
- Roberto Zeno - batteria, percussioni, pianoforte, cori

Guests:
- Terry Woods - mandolino in Music of the Time e El presidente; chitarra acustica e cori in Roisin the Bow
- Massimiliano Fabianelli - fisarmonica in Clan Banlieue, Mia dolce rivoluzionaria e Roisin the Bow; tromba in Viva la Vida, Una perfecta excusa e Mia dolce rivoluzionaria


Tracklist: 


1. Partisan's Bella Ciao
2. La Banda del Sogno Interrotto
3. La Fiola
4. Music of the Time
5. Viva la Vida
6. Ebony
7. El Presidente
8. Una Perfecta Excusa
9. Clan Banlieue
10. Mia Dolce Rivoluzionaria
11. Cento Passi
12. Mondina's Bella Ciao
13. Roisin the Bow

Modena City Ramblers

Bella Ciao

Quando si recensisce un album di remixes generalmente ci si limita a confrontare le nuove masterizzazioni con le precedenti: questo significa valutare non soltanto le innovazioni in sede di mixaggio, ma anche i nuovi arrangiamenti e le eventuali peculiarità che siano state introdotte nella nuova pubblicazione. Nello specifico di caso di Bella Ciao – Combat folk for the masses, invece, l’elemento di maggiore interesse non è il semplice confronto con l’edizione originale dei pezzi, bensì l’obiettivo essenziale dell’album nel suo complesso: Bella Ciao – Combat folk for the masses, infatti, è opera destinata al mercato internazionale, per invadere il quale ha trovato il supporto del produttore americano Terry Woods, che ha personalmente selezionato le 13 tracce e contribuito fattivamente alla loro realizzazione.

Per una band folk nata e cresciuta “fra la Via Emilia e il West”, volendo omaggiare l’amico e conterraneo Francesco Guccini, affrontare il variegato orizzonte europeo significa ripulire il suono di tutte quelle imperfezioni tecniche e sonore che, pur accettabili secondo una prospettiva popolare e folkloristica, diventano assolutamente intollerabili se poste a confronto con una realtà molto più raffinata e selettiva quale quella europea: è seguendo questo ragionamento che il mixaggio di Bella Ciao – Combat folk for the masses risulta molto più preciso e pulito dei precedenti, evitando accuratamente gli stridori di azzardate sovrapposizioni strumentali ed eliminando quasi nella loro totalità i più maldestri cori di incitamento/accompagnamento, senza dubbio efficaci in sede live ma del tutto inappropriati su disco. A dire il vero questa eccellente opera di pulizia sonora non è una novità introdotta da Terry Woods: già all’epoca di Viva la vida, muera la muerte, Max Casacci, produttore dei Subsonica, aveva optato per scelte di registrazione e mixaggio decisamene votate alla realizzazione di un album fresco ed estremamente pulito, esaltando le prestazioni individuali (sia vocali che, soprattutto, strumentali) e penalizzando giustamente le “accozzaglie” collettive quando non esattamente precise. Nel caso di Bella Ciao – Combat folk for the masses una simile metodologia di lavoro si rende ulteriormente indispensabile e Woods, da acuto produttore internazionale qual è, assolve il proprio compito quasi alla perfezione.

Altro elemento sul quale volgere la propria attenzione è la scelta dei 13 brani da presentare. Al di là della semplice opera di remix, pressoché indispensabile vista la recente dipartita dell’ex leader e vocalist Cisco, bisogna sottolineare come la maggior parte delle tracce selezionate appartenga agli ultimi 2 album: Music Of The Time e Mia Dolce Rivoluzionaria si trovano infatti in Dopo Il Lungo Inverno, ultimo prodotto firmato MCR nonché esordio post-Cisco, mentre Viva la Vida, Ebony, El Presidente e I Cento Passi sono tratti da Viva La Vida Muera La Muerte, album precedente nonché ultimo featuring Cisco. Questa scelta, oltre a confermare ed omaggiare il clamoroso successo ottenuto da Viva La Vida Muera La Muerte, in assoluto il lavoro più conosciuto ed apprezzato della formazione emiliana, manifesta un legittimo e apprezzabile desiderio di continuità con le recenti pubblicazioni, modernizzando così la proposta di una discografia cronologicamente lunga e, nelle ultime occasioni, ulteriormente rinnovata. A questi contributi occorre aggiungere alcune considerazioni sulle restanti tracce: al di là della straordinaria Partisan’s Bella Ciao, canzone oramai consunta in sede live ma sempre diabolicamente efficace, e della drammatica Mondina’s Bella Ciao, epilogo anulare straordinariamente malinconico, La Banda Del Sogno Interrotto rappresenta uno degli innumerevoli successi della tradizione MCR, La Fiola stessa costituisce un doveroso richiamo alle radici dialettali della loro testualità, mentre Clan Banlieu e Una perfecta excusa, non meno celebri delle precedenti per i fans storici del combo modenese, rappresentano quel tocco di internazionalità “folkloreggiante” che conferisce all’album un’ulteriore marcia in prospettiva europea.

In ultimo, è bene evidenziare il diffuso multilinguismo di cui si avvale Bella Ciao – Combat Folk For The Masses, che, non si sa in che misura spontaneamente, strizza l’occhio a tutti i papabili supporters europei: numerosi gli episodi in inglese, come prevedibile, ma i musicisti emiliani non si fanno mancare nemmeno il francese e lo spagnolo (già presente, a dire il vero, all’epoca di Viva la Vida Muera La Muerte). Tuttavia, se queste ultime non possono dirsi frutto di una precisa scelta discografica, in quanto già presenti nelle rispettive edizioni originali, altrettanto non può dirsi di alcune tracce volutamente tradotte nella più diffusa lingua anglosassone: Music Of The Time e Ebony, pur essendo entrambe traduzioni abbastanza elementari e ben riuscite, destano sensazioni diametralmente opposte in quanto, se la seconda ci guadagna nettamente in musicalità e fascino (gran parte del merito si deve attribuire alla presenza femminile di Betty Vezzani dietro il microfono, decisamente più appropriata al drammatico testo della canzone nonché alla sua infelice protagonista), la prima ci perde ancor più notevolmente a causa di un arrangiamento acusticamente banale che la priva di quell’atmosfera suggestiva e avvolgente che tanto successo le aveva procurato ai tempi di Dopo Il Lungo Inverno.

In definitiva, al di là di qualunque altra considerazione discografica, è opportuno ritornare alla domanda lasciata inizialmente in sospeso: riusciranno i Modena City Ramblers a sfondare nel mercato europeo con quest’ultimo Bella Ciao – Combat Folk For The Masses? Probabilmente no: la veridica efficacia dei testi non è purtroppo comprensibile al di fuori dei confini nazionali, il ché detrae alla complessiva proposta musicale firmata MCR gran parte di quella combattività (reale, nient’affatto presunta) su cui poggia lo stesso titolo; allo stesso tempo, sarà ulteriormente complicato per i Nostri trasmettere all’estero quell’invidiabile fulgore di spontaneità e divertimento che tanto successo ha procurato loro sulla nostra penisola, vuoi per la loro fiera appartenenza politica (oramai giustamente accantonata), vuoi per l’innegabile allegria delle loro numerose esibizioni live. Tuttavia, quest’ultimo prodotto di “casa Modena” è assolutamente un must per quanti da sempre seguono i Ramblers in giro per l’Italia e non, mentre può essere un ottimo spunto di approfondimento per coloro che li hanno sempre snobbati (per qualunque ragione) o non li hanno mai apprezzati eccessivamente, giacché Bella Ciao – Combat Folk For The Masses non soltanto riassume l’ultradecennale carriera degli eroi del combat folk, ma ne segue l’evoluzione e ne approfondisce come meglio non avrebbe potuto fare l’anima contadina, lo “spirto ribelle”, l’irriverente bravura e l’insondabile poesia, tanto più alla luce degli ultimi eventi. Davvero un ottimo modo di alleviare l’attesa per il loro prossimo album di inediti, Onda Libera: il 10 aprile è già un po’ più vicino.

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